Eterno ritorno

Annalena Benini

C'era una volta il diritto di dimenticarsi. Di non vedersi più. Loro due si erano amati, oppure incrociati una notte in vacanza, si erano detti cose anche sconce, a volte non le avevano fatte, c'era il vino di mezzo, c'era una partenza vicina, una ragazza più bella, un sorriso più carico di promesse, c'era il lasciarsi per sempre. Non si sapeva nulla per anni, poi un giorno si incontrava l'ex fidanzato per strada, con accanto una donna bassina e arrabbiata, e si poteva anche cambiare marciapiede.

    C’era una volta il diritto di dimenticarsi. Di non vedersi più. Loro due si erano amati, oppure incrociati una notte in vacanza, si erano detti cose anche sconce, a volte non le avevano fatte, c’era il vino di mezzo, c’era una partenza vicina, una ragazza più bella, un sorriso più carico di promesse, c’era il lasciarsi per sempre. Non si sapeva nulla per anni, poi un giorno si incontrava l’ex fidanzato per strada, con accanto una donna bassina e arrabbiata, e si poteva anche cambiare marciapiede. Liberi dall’eterno ritorno, appesi soltanto ai ricordi, o a un numero di telefono fisso che qualche volta si componeva ancora, per mettere giù appena si sentiva: “Pronto” dall’altra parte. Adesso, invece, non ci si lascia mai davvero, adesso un ex non è mai ex, almeno finché è online sulla chat, finché mette foto su Facebook, finché ci segue su Twitter, finché possiamo vedere a che ora ha dato un’ultima occhiata a Whatsapp. Finché, nella cronologia dei messaggi di Facebook, Mark Zuckerberg non cancellerà le cose che ci scrivevamo tre anni fa, quando ci amavamo, o quando semplicemente stavamo flirtando ubriachi. Maureen O’Connor, una ragazza del 1985, ha scritto sul New York Magazine un articolo sull’impossibilità, per la generazione dei social media, di lasciarsi davvero (per generazione social media si intende gente giovane che va ben oltre Facebook e Twitter, che usa Snapchat, Spotify, Facetime dell’iPhone e varie chat contemporaneamente, che manda e riceve foto con e senza mutande, che conosce l’esistenza e l’utilizzo di qualcosa chiamato Ex Lover Blocker, un sistema che avvisa i tuoi migliori amici se, invece di tagliarti la mano, stai telefonando a un tuo ex che ti ha fatto soffrire).

    E’ impossibile dimenticare, se ci arriva l’annuncio automatico che oggi è il suo compleanno. E’ impossibile dimenticare, se in fondo non si vuole e la curiosità vince su tutto. “C’è l’ex che mette pollici a tutto quello che pubblichi. C’è l’ex la cui attuale fidanzata ti ha inviato una richiesta di amicizia. C’è l’ex che segui in modo da sapere come evitare di incontrarlo. C’è l’ex che hai visto peggiorare dopo la rottura (ti senti in colpa o sei orgogliosa?). C’è l’ex la cui nuova fidanzata è esattamente come te (sei orgogliosa o hai i brividi?). L’ex il cui nome compare nella correzione automatica del tuo telefono (sei sicura che non parli di lui di continuo? La correzione automatica suggerirebbe il contrario). L’ex la cui nuova fidanzata tiene un blog sulla loro vita sessuale. L’ex che ha tolto il tag a tutte le foto di quando stavate insieme. L’ex di cui sospetti che ti stia ancora leggendo le email”.

    Anche se uno dei due ha sbattuto la porta e se ne è andato, quella porta non si chiude mai davvero, e si possono passare pomeriggi interi a cercare prove di infelicità nelle foto su Facebook, e notti con chat che lampeggiano di “Che stai facendo?” (sono strumenti in più, va detto, in mano ai persecutori, che possono controllare, retwittare, mettere pollici, condividere, scrivere, diffondere vecchie conversazioni). Anche se è stato un flirt di due giorni, lui ha ancora le nostre foto nude e magari una sera, mentre siamo a cena con i futuri suoceri e cerchiamo di fare bella figura e bere solo un bicchiere di vino, il telefono lasciato acceso comincia a lampeggiare ed è il vecchio flirt che si sta annoiando, ha riletto i vecchi messaggi (che non scompaiono mai, mai, mai) e anche se non ha mai sentito nominare Milan Kundera, pensa che l’insostenibile leggerezza dell’essere possa piacevolmente passare attraverso l’eterno ritorno di un po’ di sexting. Nei casi di fissazione si consiglia di bloccare, cancellarsi, disattivare gli orari della chat. Oppure rimettersi insieme con un sms.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.