L'estate grillina passa per Ponza, ma anche per il festival di Giffoni
"Bisogna ripulire l'Italia come fece Ercole con le stalle di Augia, enormi depositi di letame spazzati via da due fiumi deviati dall'eroe". Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog. "L'Italia – sottolinea il leader del Movimento 5 stelle – è come una scimmia ipnotizzata da un pitone. Ferma, immobile, paralizzata. La mancanza di una reazione qualunque di fronte alla protervia della politica sconfina nel mistero. Sembra che un intero popolo sia in attesa di qualcosa che verrà, che percepisce, ma non ha ancora messo a fuoco".
"Bisogna ripulire l'Italia come fece Ercole con le stalle di Augia, enormi depositi di letame spazzati via da due fiumi deviati dall'eroe". Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog. "L'Italia – sottolinea il leader del Movimento 5 stelle – è come una scimmia ipnotizzata da un pitone. Ferma, immobile, paralizzata. La mancanza di una reazione qualunque di fronte alla protervia della politica sconfina nel mistero. Sembra che un intero popolo sia in attesa di qualcosa che verrà, che percepisce, ma non ha ancora messo a fuoco. Allo "Status Quo", nuovo idolo sacro di questa democrazia malata e delle sue istituzioni, si sacrificano alla luce del sole, senza vergogna alcuna, valori etici e morali". "Niente deve cambiare pena la catastrofe. Si tollera che un condannato in secondo grado per evasione fiscale si presenti in Senato sorridente e irridente a capo di un partito, che una madre e la sua bambina vengano prelevate da uno Stato straniero nella loro casa, si tollera un Parlamento di servi nominati da quattro segretari grazie a una legge elettorale feudale, si ignora la continua violazione della Costituzione. Disposti a tutto per sopravvivere, ma essersi venduti l'anima non bastera'. Il lezzo delle stalle – conclude Grillo – è ormai insopportabile".
Cala l’estate (e l’attenzione?) sul mondo a Cinque stelle e il mondo a Cinque stelle deve trovare il modo di non inabissarsi fino all’autunno caldo di cui parla Gianroberto Casaleggio nell’intervista a Gianluigi Nuzzi per la rassegna “Ponza d’autore”, quella in cui il finora silente guru, a mo’ di Cassandra, ha profetizzato “disordini e rivolte”, peraltro collezionando pareri concordi e bipartisan, da Sandro Bondi (“l’ostinazione irrazionale della Germania” potrà favorire “l’avverarsi del pronostico di Casaleggio”, ha detto il coordinatore pdl) a Graziano Delrio (“condivido l’allarme di Casaleggio”, ha detto il ministro pd). Cala l’estate e la sovraesposizione di Casaleggio, inversamente proporzionale alla sottoesposizione di un Beppe Grillo pronto al tour estero (che ieri si è rifatto vivo per dare addosso al “diavolo veste Merkel” e a Enrico Letta che fa “il ballo del pinguino sui finanziamenti pubblici” e “zittisce” il Parlamento con il decreto del “Fare”), fa da contraltare all’impegno minuzioso per sagre e territori degli eletti a Cinque stelle. Eletti impelagati nel dilemma: come fare ostruzionismo (annunciato per oggi) facendosi intanto vedere propositivi dai cittadini virtuali del Web, umorali anzichenò?
Ed ecco che, mentre Casaleggio mette in chiaro via intervista, anche sul mensile Wired, le (solite) teorie sul suo futuribile universo rivoluzionario, i parlamentari del M5s girano, vanno e vedono gente. Capita così che il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, severo ma affabile guardiano dell’ortodossia grillesca, si rechi al Festival del cinema per ragazzi di Giffoni, invitato dal presidente Claudio Gubitosi, a parlare tra i “giurati” e i post adolescenti delle “masterclass”, emozionandosi come neanche al Quirinale, scrive su Facebook (“ho un po’ di sincera e sana paura che non mi ha mai assalito in quegli ambienti dove il clima ovattato è anche rassicurante”). Lì, per le strade di Giffoni o nello studio-tv del Fatto, dove il deputato Alessandro Di Battista dice che “parlare di temi è sempre meraviglioso” o a Pompei, dove la senatrice Michela Montevecchi si reca in “missione”, gli eletti mettono in pratica, senza tema di smentita (di Grillo & Casaleggio), i precetti dei giorni felici di campagna elettorale: “Ci vuole rabbia e ragione”, ha detto Di Maio ai ragazzi del festival glamour ma rustico un tempo lodato da François Truffaut, esponendo poi la road map del “dare la sveglia al Parlamento”: “La politica è stata totalmente abbandonata dai cittadini, se ci fosse stato più controllo… forse oggi le cose sarebbero diverse. Dobbiamo riappropriarci degli spazi dove si decide”. E infatti ieri i Cinque stelle annunciavano lotta dura al decreto del “Fare” (ma dal Pd Francesco Boccia diceva: “Ipocrisia politica, un volto in commissione, uno in Aula”), come se l’estate alle porte rendesse urgente il recupero della faccia intransigente abbandonata nei postumi rilassati del “Restitution day”, quando, complici il favore di pubblico e i primi caldi, anche i più duri tra i puri si concedevano un sorriso, un’ora libera dall’assemblea perenne e un brindisi tra Pantheon e Campo de’ Fiori, senza neppure nascondersi all’occhio dei cronisti. Ma l’estate è crudele, e il rischio di un conto salato (oblio mediatico?) s’affaccia. Meno crudele è l’estate con la Casaleggio Associati: giungeva ieri la notizia del “ritorno dell’utile” (69.502 euro per il 2012) nei bilanci della società del guru, reso possibile dall’incremento delle “prestazioni per servizi”.
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