Il silenzio dei falchi

Salvatore Merlo

Lo dice, anzi no, forse lo pensa e basta: “Napolitano fa contemporaneamente il segretario del Pd, il capo del governo e il commissario liquidatore del Pdl”. Strana intervista, questa con Daniela Santanchè. Comincia con una smentita, “non ho mai detto quello che dirò”, e con una smentita si conclude, “non dirò mai quello che ho detto”. E d’altra parte è il sonno dei falchi, nessuno parla più, scarsi gli artigli nel Castello di Arcore, nessuno mostra i denti, tutti zitti alla corte del Cavaliere, per ora. “Siamo in attesa di giudizio”, meno quattro giorni al 30 di luglio, come ricorderà anche oggi Alessandro Sallusti sul Giornale, tutti in attesa della fine del mondo, l’Apocalisse, la sentenza di Cassazione sul caso Mediaset, il destino di Silvio Berlusconi che si compie.

    Lo dice, anzi no, forse lo pensa e basta: “Napolitano fa contemporaneamente il segretario del Pd, il capo del governo e il commissario liquidatore del Pdl”. Strana intervista, questa con Daniela Santanchè. Comincia con una smentita, “non ho mai detto quello che dirò”, e con una smentita si conclude, “non dirò mai quello che ho detto”. E d’altra parte è il sonno dei falchi, nessuno parla più, scarsi gli artigli nel Castello di Arcore, nessuno mostra i denti, tutti zitti alla corte del Cavaliere, per ora. “Siamo in attesa di giudizio”, meno quattro giorni al 30 di luglio, come ricorderà anche oggi Alessandro Sallusti sul Giornale, tutti in attesa della fine del mondo, l’Apocalisse, la sentenza di Cassazione sul caso Mediaset, il destino di Silvio Berlusconi che si compie. E dunque, “devo stare zitta”, si morde la lingua Daniela Santanchè, pitonessa silenziata, “in ballo c’è la vita del presidente”, mica scherzi. “Lui vuole che tutti stiano buoni, e io mi adeguo. Quindi non commento, sul governo e il Quirinale non ho proprio niente da dire, anche se…”. Lunga pausa. “Anche se trovo tutto sbagliato”. E insomma si trattiene a stento, anzi, a un certo punto la pitonessa, avvolgente e passionale, non si trattiene più: “Se potessi parlare, ma non lo faccio, direi che in Italia ‘qualcuno’ ha nominato Mario Monti senatore a vita, mentre Berlusconi, che di meriti ne ha molti di più, niente, lui deve soltanto andare in galera”. Quel “qualcuno” è il presidente della Repubblica. “Ecco, allora le dico che Berlusconi ha fatto per tre volte il presidente del Consiglio, ha dato milioni di posti di lavoro, ha dato la televisione agli italiani, ha presieduto vertici internazionali, ha messo intorno allo stesso tavolo gente come Obama, Putin e Gheddafi, Monti invece che ha fatto?”.  Poi a Gheddafi però il Cavaliere gli ha fatto la guerra. “C’era un signore di nome Sarkozy che voleva il petrolio”. E insomma è tutta colpa di Napolitano, che non vuole Berlusconi senatore a vita. Ma non è proprio così, suvvia. E qui la pasionaria sembra pensare una cosa tipo “bocca mia statte zitta”. E ripete: “Tutto sbagliato, tutto sbagliato… Avremmo dovuto riformare la magistratura e la Corte costituzionale. Queste riforme di adesso, quelle che dovrebbe fare questa  maggioranza, se le farà, nemmeno queste affrontano il problema: la giu-sti-zia”, ma non è ancora il momento di dirlo, “e infatti non ho detto niente”. Errori, rimpianti. “Siamo falchi in attesa di giudizio”. Tutti muti, ma anche tutti buoni, solidali, quasi fratelli nel Pdl, persino con Angelino Alfano, non precisamente un amico delle pitonesse. “Sono pitonessa, mica vigliacca. Non si bastona il can che affoga. La guerra si fa soltanto contro i forti”.

    E chi sono i forti in Italia? “Napolitano è forte”. Ma lei è ossessionata dal Quirinale, buon Dio. E qui l’onorevole Santanchè non parla più, ma trasmette per telepatia, e l’intervistatore traduce il suo pensiero, con un certo margine di errore, s’intende. Ecco cosa pensa Santanchè di Napolitano: “Ha mai visto lei qualcuno che fa contemporaneamente il capo dello stato, il presidente del Consiglio, il segretario del Pd e il commissario liquidatore del Pdl?”. Il presidente del Consiglio è Enrico Letta, è lui il capo del governo, vuol forse dire che Letta non conta nulla? “E’ un bravo ragazzo che si è trovato lì dov’è all’improvviso. Ed è considerato un traditore”. Ma da chi? “Ma da Bersani e dai suoi uomini, ovvio. Non è stato mica scelto dal Pd, Letta”. E da chi è stato scelto? “Indovini”. Sempre da Napolitano. E Renzi, non è uno forte Matteo Renzi? “E’ uno buffo. Quelli del suo partito lo vorrebbero sputare via come un fastidioso ossicino di pollo incastrato fra i denti”. Anche lui tace, come le pitonesse. “C’è il momento delle parole, quello del silenzio e quello dell’azione. Renzi, come noi, si prepara all’azione”. E sembra un passo dell’Ecclesiaste, “c’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo”. Ma che succede il 30 di luglio? “Dopo il 30 di luglio nessuno starà più zitto, forse succede un botto, forse no, magari facciamo un’intervista sul Foglio. Dicono che Silvio Berlusconi è un evasore ‘abituale’. Ma nella sua vita il Cavaliere ha pagato 9 miliardi di euro in tasse”. Circola una leggenda, all’ultima grande riunione chez Berlusconi, presenti tutti i colonnelli del Pdl, la pitonessa abbraccia la corte con lo sguardo e mentre Fabrizio Cicchitto prende la parola, lei dà di gomito al Cavaliere: “Presidente, chissà chi tra questi uomini sarà il tuo Claudio Martelli, il tuo Giuda”. Fantasie, certo. “Non dirò mai quello che ho detto”.

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.