Delusione Rep.

Quel tormento dei Repubblicones che non riescono a convincere i grillini a un governo con il Pd

Stefano Di Michele

A dar retta a Repubblica, per convincere Grillo a fare un accordo con il Pd bisogna farlo bere. Tre bicchieri di Cannonau, almeno, di quello buono – che “in vino veritas”, così scrissero a Largo Fochetti (lunedì), insieme ciceroniani e riformisti e vignaioli. In sostanza: quello trinca, gli si illumina tutto il firmamento, altro che cinque stelle, e muove il passo verso Epifani, a far in solidale intesa costellazione e magari governo: “Stavolta sarebbe difficile dire no come a marzo…”.  Il giorno dopo (martedì), assimilato, si vede, il Cannonau governativo, Grillo smentisce e sfotte e ribatte: “Mai con il pdl, mai con il pdmenoelle”.

    A dar retta a Repubblica, per convincere Grillo a fare un accordo con il Pd bisogna farlo bere. Tre bicchieri di Cannonau, almeno, di quello buono – che “in vino veritas”, così scrissero a Largo Fochetti (lunedì), insieme ciceroniani e riformisti e vignaioli. In sostanza: quello trinca, gli si illumina tutto il firmamento, altro che cinque stelle, e muove il passo verso Epifani, a far in solidale intesa costellazione e magari governo: “Stavolta sarebbe difficile dire no come a marzo…”.  Il giorno dopo (martedì), assimilato, si vede, il Cannonau governativo, Grillo smentisce e sfotte e ribatte: “Mai con il pdl, mai con il pdmenoelle”. Intanto, laggiù a Porto Cervo è tutto un appostarsi per chiosi e mescite e supermercati, con spassosi resoconti dove il vociante Beppe pare appalesarsi dietro la granita, s’intromette nel soutè di vongole e cozze, assedia la fetta di cocomero: scusate, ma voi al posto mio cosa fareste?, voi cosa mi consigliate?, e i vacanzieri esausti: scusa, Beppe, porta pazienza, ci si fredda la caprese… Macché sondaggi, “qualche pennivendolo si aggira nei bar della Sardegna…”, e macchè accordo, anzi “al governo col Pd non ci penso neanche per sogno”, nemmeno se dal bar interno di Largo Fochetti, dopo il Cannonau, recassero solleciti un bicchierino di mirto digestivo.

    Più che Epifani – di suo già costretto, quotidianamente, meno al Cannonau che al bicarbonato –  ci sono rimasti male a Repubblica (“Dietrofront Grillo: ‘Mai col centrosinistra’”, ieri), a ravanare parziale consolazione tra i parlamentari grillini saggiamente stipati nella buvette a tracannare acqua tonica (“Ma al Senato i Cinquestelle si spaccano sull’apertura ai democratici”) – politicamente si spaccano, ovvio, ove il leader spiaggiato in Sardegna altre cose mostra di essersi frantumato. Acchiappare il grillino – che si duole, che si macera, che si afflige: si suppone – almeno una volta al mese, è diventata attività che a Repubblica svolgono con passione, e c’è stato subito dopo le elezioni, nei giorni rutilanti dello svaporare bersaniano, un momento in cui anche volenterosi democratici nella mischia si gettavano, con le epiche incursioni della Puppato e soprattutto di Pippo Civati, che mostrò vocazione e intenzione e predisposizione. Poi Grillo, un dì, sarà per l’assenza deprecabile del Cannonau, lo rispedì via con perdite, tra “un cane da riporto” controbilanciato da una più letteraria replica di “gattopardo”. Sta lì in Pd, a suo giornaliero patire: con Letta e il Cav., con Renzi e Grillo. Vorrebbe, si intuisce; non può, si capisce. Così Epifani (e i suoi) sembrano Zerlina – “Vorrei e non vorrei, / mi trema un poco il cor. / Felice, è ver, sarei, / ma può burlarmi ancor”; e infatti Grillo ancora e ancora li burla, la penultima volta appena a luglio, dopo l’incontro con Napolitano, celentianamente li porta in pista e li lascia mesti a dondolarsi con la scopa – “Prego: vuol ballare con me? / Grazie, preferisco di no: / non ballo il tango col casquè…”. Repubblica, che a ripulire il mondo dal Cav. pure la pallida ombra governativa di Quagliariello patisce, si butta con ardore nella mischia, riporta a riva qualche “soldato Ryan” cinquestellato tormentato e dubbioso, ma il botto grosso non riesce. Hanno pure allestito opportuna accoglienza nel salone nobile di Repubblica Tv, là dove Giannini spiega e appresso la Cammusso esorta – per Roberto Fico, presidente della Vigilanza, figo con collana da villaggio vacanza in evidenza. E quello: “Il Pd è un po’ peggio del Pdl…”. E così altro che Cannonau: a portata di mano neanche un po’ di vino della casa.