Quelli che vogliono il sinedrio

Salvatore Merlo

“E’ un gioco zen”, un rompicapo, dice lui, perché “se Berlusconi perde il seggio parlamentare resta in balia del primo pm che passa e che lo mette in prigione sul serio. Ma se si va alla conta in Aula sulla sua decadenza dal seggio, i nemici del governo, a sinistra, avranno agio di far cadere Enrico Letta. Dopo il sinedrio non è detto che ci siano le elezioni, anzi…”. Per una carambola del destino sarà Andrea Augello, senatore del Pdl, una vita dentro An e una precedente nel Msi, a gestire il dossier Berlusconi in quella giunta per le elezioni del Senato che, dal 9 settembre, si riunirà per decidere se il Cavaliere condannato in via definitiva dalla Cassazione potrà conservare o meno il suo seggio a Palazzo Madama.

    “E’ un gioco zen”, un rompicapo, dice lui, perché “se Berlusconi perde il seggio parlamentare resta in balia del primo pm che passa e che lo mette in prigione sul serio. Ma se si va alla conta in Aula sulla sua decadenza dal seggio, i nemici del governo, a sinistra, avranno agio di far cadere Enrico Letta. Dopo il sinedrio non è detto che ci siano le elezioni, anzi…”. Per una carambola del destino sarà Andrea Augello, senatore del Pdl, una vita dentro An e una precedente nel Msi, a gestire il dossier Berlusconi in quella giunta per le elezioni del Senato che, dal 9 settembre, si riunirà per decidere se il Cavaliere condannato in via definitiva dalla Cassazione potrà conservare o meno il suo seggio a Palazzo Madama. “Sul lavoro della giunta non posso dire nulla, ma posso ragionare del quadro politico generale. E’ già tutto pronto per cucinare definitivamente il Cavaliere”, dice Augello. “Se il governo cade, una parte del Pd e Grillo sta già discutendo di come distruggere lui, i suoi eredi e le sue aziende. Non ci sarebbero le elezioni anticipate, questa è un’illusione. Si chiuderebbe invece un patto, uno scambio tra il Pd e Grillo. La riforma elettorale col doppio turno e una legge sul conflitto di interessi e contro le grandi concentrazioni editoriali. Sarebbero delle leggi randello contro Berlusconi, la famiglia e il suo impero economico. Verrebbe fuori un governo di breve durata, quattro cinque mesi, nato soltanto per gestire la fase pre-elettorale e radere al suolo il centrodestra”. Anche nel Pdl ci sono degli avversari del governo, lo ha detto Gaetano Quagliariello al Corriere della Sera. “Mi creda, non sono un problema, l’area dei falchi appare e scompare, come l’uccellino di un orologio a cucù. E’ un gruppo totalmente sotto il controllo di Berlusconi”. E Berlusconi sostiene il governo? “Si comporta da statista, da uomo che conosce i suoi interessi”.

    Per la verità appare improbabile un governo tra il M5s e il Pd, Grillo è inafferrabile, a intervalli regolari illude il centrosinistra ma poi, alla fine, sguscia sempre via, insolentendoli, come ha già fatto con Bersani ai tempi dello streaming, quando si parlava del famoso governo del cambiamento. “Una parte del Pd non ha mai rinunciato a coinvolgere i parlamentari di Grillo”, dice il senatore Augello. “E i contatti negli ultimi giorni si sono intensificati. Si è già messa insieme un’ampia e innaturale coalizione, come quella dei Mongoli che invasero la Palestina, un’orda per divellere Letta ed eliminare definitivamente tutto ciò che ruota attorno a Silvio Berlusconi. Stanno insieme persone diversissime, da Matteo Renzi a Rosy Bindi fino alle brigate di Rodotà e a Repubblica, anche se il giornalone non marcia più compatto come un tempo. Renzi ci sta per puro opportunismo, non è mai stato un manettaro, ma si trova in un vicolo cieco. Per lui la situazione è del tipo ‘ora o mai più’, deve colpire Letta”.

    E per colpire Letta deve colpire Berlusconi? “Se non s’intesta una spallata al governo, utilizzando Berlusconi come ariete, Renzi sa che non avrà più nessuna chance”. Ma se il Cavaliere rimane a fianco del governo, accanto a Giorgio Napolitano, la maggioranza tiene. “Loro sperano in un fallo di reazione”. Ecco, a proposito della reazione del Cavaliere, qualcuno, anche nel Pdl, sostiene che Berlusconi potrebbe decidere di dimettersi prima del voto in Senato, prima che il sinedrio lo condanni, che la stranissima maggioranza si divida sul suo destino. Berlusconi potrebbe scegliere di disinnescare la bomba prima che esploda lasciando spontaneamente il seggio del Senato. “Berlusconi non ha bisogno dei miei consigli, e quando gliene ho dati non sono stati né utili né ascoltati”, dice Augello. “Tuttavia una cosa posso dirla, condivido quello che ha detto Quagliariello nei giorni scorsi. Berlusconi in questo momento è difronte a una situazione politica per la quale difficilmente potrà ottenere elezioni anticipate. Lo ripeto: è vero che un’alleanza Pd-Grillo adesso sembra impossibile, ma il diavolo si nasconde nei particolari e già ci sono tutti i presupposti per garantire la strana parentesi di un breve governo con il M5s e Nichi Vendola, un esecutivo apparecchiato soltanto per andare contro Berlusconi e mozzare la testa a lui, al suo partito, alle sue aziende, agli eredi politici”.

    Augello parla sempre di “una parte del Pd”, e l’altra qual è? “Sono i lettiani, quelli che si fidano del presidente della Repubblica”. E il segretario del Pd Guglielmo Epifani? “Epifani cammina sospeso su un filo, vorrebbe stare in perenne equilibrio, un po’ vorrebbe puntellare il governo, un po’ si accorge che tutta la casa potrebbe crollare all’improvviso. E allora si mette a distanza di sicurezza, ha paura, cerca di non esserci quando tutto verrà giù, non vuole la responsabilità di aver fatto cadere il governo. Spera che se l’assuma qualcun altro. Epifani è fragile, esposto, è uno degli interpreti principali del rompicapo politico, del gioco zen. Forse non vorrebbe, ma non riesce a non indebolire Letta”. E il Cavaliere? “Lo vogliono utilizzare per divellere il governo, ma lui è un uomo logico, non cade nella trappola”. Si vedrà, dal 9 settembre.

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.