Finto editoriale svela una Cnn preda della sindrome da clic a ogni costo

Piero Vietti

Il lunedì mattina è un momento difficile per chi deve aggiornare un sito di notizie (soprattutto in Italia, dove la domenica succedono poche cose e molti giornalisti non lavorano), ma si suppone che in un posto come la Cnn – “The Worldwide Leader in News” – il lavoro non manchi. Eppure lunedì scorso molti abituali lettori del sito della famosa tv americana si sono stupiti nel vedere che a un certo punto gli aggiornamenti sulla situazione siriana (era il giorno degli spari sugli ispettori dell’Onu e del discorso di Kerry) hanno lasciato spazio a un’altra notizia, rimasta in apertura quasi due ore.

    Il lunedì mattina è un momento difficile per chi deve aggiornare un sito di notizie (soprattutto in Italia, dove la domenica succedono poche cose e molti giornalisti non lavorano), ma si suppone che in un posto come la Cnn – “The Worldwide Leader in News” – il lavoro non manchi. Eppure lunedì scorso molti abituali lettori del sito della famosa tv americana si sono stupiti nel vedere che a un certo punto gli aggiornamenti sulla situazione siriana (era il giorno degli spari sugli ispettori dell’Onu e del discorso di Kerry) hanno lasciato spazio a un’altra notizia, rimasta in apertura quasi due ore: foto della cantante Miley Cyrus durante la sua performance agli Mtv Music Awards della sera prima, poco vestita e con una manona di gommapiuma tra le cosce; sopra la foto un titolo da far invidia al New York Post: “Che cosa ha fatto??? Miley Cyrus si dimena e stupisce ai Video Music Awards”, seguìto da un dettagliato articolo sul balletto spinto della giovane artista (palpeggiamenti al pacco del sobrio cantante Thike, con cui duettava, poco prima di piegarsi e dimenarsi davanti a lui), una fotogallery sulla carriera della ragazza diventata famosa interpretando il personaggio di una serie tv su Disney Channel, il link al video della performance, altri sei link ai “sei momenti migliori della serata” e gioco di parole da bar sport sul suo passato ormai “alle spalle”.

    A chi frequenta solo siti italiani forse la cosa non sembrerà così strana, ma per colossi stranieri dell’informazione come la Cnn la scelta di puntare sulle movenze della Cyrus è insolita. A svelare il perché di quella scelta è arrivato un illuminante editoriale firmato Meredith Artley, direttore operativo di Cnn.com. Peccato fosse pubblicato su Onion, magazine e sito di satira americano, e quindi non scritto dalla vera Artley. Ma l’editoriale era talmente finto da sembrare vero, perché esplicitava ciò che passa nella testa di tanti direttori di siti di informazione: “Era un tentativo di farvi cliccare su Cnn.com – così l’articolo, tradotto in Italia dal Post – in modo che aumentassimo il nostro traffico online, cosa che avrebbe a sua volta permesso di aumentare i nostri guadagni pubblicitari. Non c’era niente, e intendo niente, in quell’articolo che avesse a che fare con le notizie importanti della giornata, il racconto di vicende umane significative, o l’idea che il giornalismo stesso possa essere un motore del cambiamento nel mondo”. E ancora: “Ma ragazzi, ehi, ragazzi, se ha funzionato. Ecco perché io ho messo la storia in apertura. Quelli di noi che tengono d’occhio Google Analytics hanno visto i numeri delle visite decollare appena abbiamo pubblicato quella saporita immagine di Miley Cyrus”. “Per noi tutto quello che siete, e che sarete sempre, sono pupille. Più pupille sui nostri contenuti, più soldi possiamo chiedere agli inserzionisti. Punto. E se otteniamo più pupille, questo significa che io ho fatto bene il mio lavoro, cosa che mi frutterà congratulazioni dai miei capi, che mi incoraggiano a mettere sempre più stupide stronzate sulla homepage”. L’editoriale è stato ripreso da diversi commentatori, i quali hanno notato come di fatto descriva il meccanismo con cui buona parte del giornalismo online oggi funziona: se l’unica fonte di reddito è la pubblicità, l’unico scopo (o quasi) è aumentare il numero dei clic, a qualsiasi costo. “Cos’è il giornalismo moderno? – chiede l’articolo di Onion alla fine – Farvi cliccare qui”, là dove la parola “qui” è un link. Perfetto il tweet di commento della vera Meredith Artley: “Sia chiaro: non ho scritto io quel pezzo. Ma accetto tutti i complimenti e nego tutte le accuse. E grazie per i clic”.

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.