Saloon Italia

Mario Sechi

Sette giorni di penultimatum. Comincia Daniela Santanchè confessandosi con Repubblica sabato 24 agosto (giorno di san Bartolomeo apostolo, scorticato vivo e crocifisso in Arabia) per finire inchiostrata nel messale della domenica di Largo Fochetti. “E’ finita, finalmente. Il governo Letta cadrà”, salmodia Daniela, mistica. Non la mastica bene padre Fabrizio Cicchitto che contesta la funzione liturgica (Agenzia Agi, ore 10 e 31) e apre la pratica per eresia:  “L’onorevole Santanchè dichiara di esprimere le posizioni di una corrente, i ‘falchi’, i cui nominativi elenca ed elenca anche i nomi dei dissenzienti, dei non allineati, dei renitenti e degli incerti.

    Sette giorni di penultimatum. Comincia Daniela Santanchè confessandosi con Repubblica sabato 24 agosto (giorno di san Bartolomeo apostolo, scorticato vivo e crocifisso in Arabia) per finire inchiostrata nel messale della domenica di Largo Fochetti. “E’ finita, finalmente. Il governo Letta cadrà”, salmodia Daniela, mistica. Non la mastica bene padre Fabrizio Cicchitto che contesta la funzione liturgica (Agenzia Agi, ore 10 e 31) e apre la pratica per eresia:  “L’onorevole Santanchè dichiara di esprimere le posizioni di una corrente, i ‘falchi’, i cui nominativi elenca ed elenca anche i nomi dei dissenzienti, dei non allineati, dei renitenti e degli incerti. Francamente non ci sembra che abbia scelto il momento più opportuno per fare questo elenco dei buoni, dei cattivi e dei mediocri”. E’ una questione politico-ornitologica che si riassume nella domanda: cade o non cade? E che fa il Cav.? Non si sa. In agenda due temi: decadenza di Silvio dal seggio e cancellazione dell’Imu. Brunetta all’ora di pranzo giostra a tutto campo: “Se il Pd vota la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, aprirà la crisi”.

    Enrico Letta, visto il clima belligerante in patria, fa un viaggio-lampo in Afghanistan, indossa giubbotto antiproiettile ed elmetto e avverte da Kabul: “Torno ancora più determinato all’idea che buttare a mare tutto in questo momento sarebbe una follia”. Siamo in piena trama da Stephen King. Domenica il governo è cotto (Repubblica: “Pdl: vincono i falchi, crisi più vicina”), lunedì è attaccato all’ossigeno (la Stampa: “Letta: la crisi ora, una follia”) e martedì è di nuovo in piedi (Repubblica: “Berlusconi ferma i falchi, intesa lontana sull’Imu”). E’ il 27 agosto e i titolisti di Ezio Mauro azzeccano la prima parte del tema, ma cannano la seconda. Brunetta e Alfano vedono il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e ne escono senza lo scalpo: “Incontro costruttivo”. Flash. Sorrisi. Intanto i legali di Berlusconi (mercoledì 28 agosto) recapitano i pareri pro veritate presso la giunta delle immunità del Senato. E’ ufficiale: niente “Wilma passami la clava”, gli Antenati possono attendere, si gioca di fino. Nel frattempo il felpato Enrico Letta si fa fotografare su Flickr con tutto il governo, lancia online un dietro le quinte social che è un sorpasso con le corna al Renzi hi-tech, e prepara un Consiglio dei ministri da Balena Bianca, ecumenico, senza possibilità di sgancio della navetta berlusconiana. Quando il presidente del Consiglio esce per la conferenza stampa, ’a nuttata è già passata. Via l’Imu nel 2013, arriva la Service tax nel 2014. Tiè. Berlusconi dà una zampata: “Letta ha rispettato le intese con il Pdl”. Malpancismo acuto in vari spezzoni del Pd. Serve Alka Seltzer. D’Alema al tramonto, durante la festa del Pd a Firenze, fa strambare la barca: “Fa piacere che si sia trovata una soluzione di questa questione, adesso speriamo che il governo possa dedicarsi più intensamente a questioni più importanti…”.

    Letta sa che il velista lo punta e l’albero di titanio costruito dal peso Massimo del Pd e Renzi è pronto a impattare la sua fronte spaziosa quando ci sarà il congresso democratico. Tutti a nanna, s’apre un giovedì (29 agosto) radioso e prezioso. Letta lo interpreta alla lettera, prende il microfono e si fa intervistare a “Radio Anch’io” dal direttore Antonio Preziosi: “Non temo, a maggior ragione oggi, che le vicende giudiziarie possano avere una influenza sul governo”. Stop. Linea alla regia che fa un passaggio su Rai News24. C’è Mario Monti che dà un dispiacere a quello che gli passò un bigliettino (firmato “Enrico”) quando divenne premier. Il prof. dice che non ci sta all’abolizione dell’Imu (“il governo non può essere, per così dire, smidollato, privo di spina dorsale”). Smidollato. Roba da Tex. Il cameraman sfuma, perché i festeggiamenti per la fine della crisi vengono gelati dalla magistratura con il deposito delle movitazioni della sentenza della Cassazione sul caso Mediaset: il Cavaliere sapeva, era il dominus, permetteva e incassava. Tempismo perfetto, esaudito il desiderio espresso da Andrea Augello, relatore del Pdl nella giunta per le immunità del Senato: “Attendo le motivazioni”. Servito. Ace sulla riga. In anticipo sulle prime ombre della sera, Berlusconi compare in scena a Studio Aperto: “C’è un caso della democrazia in Italia: se qualcuno pensasse di eliminare il leader del primo partito italiano, ovvero il sottoscritto, e questo venisse fatto sulla base di una sentenza allucinante e fondata sul nulla ci ritroveremmo in presenza di una ferita profonda e inaccettabile per la democrazia”. Epifani replica che ora è tutto chiaro, Gasparri entra in tackle scivolato, rissa in campo. Il sipario riapre venerdì (30 agosto), il Cav. se ne infischia del detto latino post prandium stabis, post coenam ambulabis (dopo pranzo riposa, dopo cena passeggia) e riunisce tutti dopo le 14 a Palazzo Grazioli. Le agenzie descrivono il tavolo del risiko: “Vertici del Pdl da Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli. Con l’ex premier, rientrato a Roma, sono riuniti il vicepremier e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, Gianni Letta, i capigruppo di Senato e Camera, Renato Schifani e Renato Brunetta”. Napolitano ha appena nominato quattro senatori a vita, Matri passa dalla Juve al Milan, Grillo dice di essere “stanco di essere gandhiano”, il cannone del Gianicolo ha fatto bum! da un bel pezzo, l’estate è finita e il Saloon Italia ha riaperto i battenti. E’ quello dove si spara anche sul pianista.