Übermamme

Annalena Benini

Anche per loro il primo giorno di scuola è importante. Anche loro provano qualcosa di simile all’emozione (quell’eccitamento misto a digiuno, proprio delle attrici prima di un red carpet e delle modelle un attimo prima della sfilata) e immaginano durante la settimana precedente come vestirsi, come intonare al meglio i propri jeans aderentissimi alla coda di cavallo della bambina, che nel frattempo si dispera invano: mamma, hai scordato di comperarmi le penne cancellabili. Sono le übermadri, le gazzelle che ogni mattina fermano il traffico delle otto e venti, non soltanto per la superiorità estetica e la cura dei dettagli nell’accompagnamento dei figli alla scuola.

    Anche per loro il primo giorno di scuola è importante. Anche loro provano qualcosa di simile all’emozione (quell’eccitamento misto a digiuno, proprio delle attrici prima di un red carpet e delle modelle un attimo prima della sfilata) e immaginano durante la settimana precedente come vestirsi, come intonare al meglio i propri jeans aderentissimi alla coda di cavallo della bambina, che nel frattempo si dispera invano: mamma, hai scordato di comperarmi le penne cancellabili. Sono le übermadri, le gazzelle che ogni mattina fermano il traffico delle otto e venti, non soltanto per la superiorità estetica e la cura dei dettagli nell’accompagnamento dei figli alla scuola (solitamente elitaria), ma anche per la jeep parcheggiata con naturalezza in diciottesima fila. Le celebra il Times, raccontando che a Londra, nei pressi di un paio di scuole molto private, si appostano i paparazzi per fotografare Claudia Schiffer, Elle Macpherson e Victoria Beckham che tengono per mano i loro bambini fino al portone, aspettando che suoni la campanella e fingendo di non notare l’umiliazione di tutte le altre madri, oppure l’esaltazione suprema quando una fra le dee toglie un momento gli occhiali da sole per salutare o perfino, in casi miracolosi, per dire: ehi, bella maglietta.

    A parte il caso estremo di Victoria Beckham che si complimenta con un’altra mamma perché indossa dalla testa ai piedi (e appositamente) indumenti firmati Victoria Beckham, coronando il sogno di un’intera stagione e forse dando un senso alla retta scolastica, in ogni città e in ogni scuola, soprattutto privata, c’è il momento-celebrità delle otto del mattino: la sfilata di alcune fiere übermamme che, per molti misteriosi motivi (insonnia, parrucchiere convivente, nessun bisogno di lavorare) hanno avuto il tempo di fare le prove della discesa dall’automobile davanti alla videocamera dell’iPad, trovando anche il modo di coordinare l’altezza dei tacchi all’età del bambino, che diventa in quei pochi minuti un accessorio perfetto, un felice surrogato della borsa a mano.

    Le madri senza borsa potrebbero essere arrivate con l’autista, o avere un fidanzato adorante e portaborse che le aspetta al bar all’angolo per una colazione romantica a base di tè verde oppure, se mostrano gambe flessuose dentro pantaloni sportivi, significa che l’istruttore di Pilates le attende a casa, lì a due passi, per cominciare la giornata in modo salutare. La fantasia della madri spettatrici si scatena, si contano i cambi d’abito della settimana, si spia lo sguardo e il colore dello smalto del venerdì mattina, per capire quale fantastico fine settimana attende la famiglia di una supermamma fermatraffico. In mezzo a tutte le congetture possibili, una certezza: nessuna scadenza, nessun capufficio rabbioso, nessuna lettera dell’Agenzia delle entrate e nessuno sguardo malevolo di madre mediamente scarmigliata potrà scomporre la messimpiega e l’incedere maestoso delle übermamme, che lasciano lucidi stampi di labbra sulle guance dei loro bambini e magnifiche scie di profumo francese. A volte ciocche di extension ramate restano impigliate negli zaini. Perfino il carro attrezzi indietreggia, davanti a ciglia tanto lunghe. E anche se la jeep è davvero enorme e la strada davvero stretta, sarebbe giusto che le scuole pubbliche fossero dotate di madri così, in grado di incentivare tutti i padri ad accompagnare ogni giorno i figli a scuola con il sorriso sulle labbra.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.