Inizia la Champions più ricca, come la mettiamo col fair play finanziario?
Da Osvaldo a Bale e viceversa, sono trentadue i giocatori più pagati dell’ultima campagna acquisti che messi insieme equivalgono a 1 miliardo di euro, senza contare gli altri. Gareth Bale è passato dal Tottenham Hotspur al Real Madrid per 100 milioni, 84 più 7 di bonus dicono in Spagna, la differenza tra essere il più pagato di un’estate e di sempre, record che contende al compagno di squadra Cristiano Ronaldo. La Premier League ha speso 613 milioni di euro, la Liga 400, la Serie A 374. Real (181,5), Monaco (166,2) e Tottenham (121,9) i club che hanno investito di più. In barba, sembrerebbe, al Fair Play Finanziario (FPF) voluto da Michel Platini e Gianni Infantino.
Da Osvaldo a Bale e viceversa, sono 32 i giocatori più pagati dell’ultima campagna acquisti che messi insieme equivalgono a 1 miliardo di euro, senza contare gli altri. Gareth Bale è passato dal Tottenham Hotspur al Real Madrid per 100 milioni, 84 più 7 di bonus dicono in Spagna, la differenza tra essere il più pagato di un’estate e di sempre, record che contende al compagno di squadra Cristiano Ronaldo. La Premier League ha speso 613 milioni di euro, la Liga 400, la serie A 374; Real (181,5), Monaco (166,2) e Tottenham (121,9) i club che hanno investito di più. In barba, sembrerebbe, al Fair Play Finanziario (FPF) voluto da Michel Platini e Gianni Infantino.
“Il FPF interviene a consuntivo e non a preventivo”, precisa Paolo Ciabattini (Finance, Human Resources & Operations Director in Pioneer Italia) autore di “Vincere con il Fair Play Finanziario”, libro cult per tutti quelli che vogliono capirne di più. “Due le regole principali: rispettare le scadenze dei debiti e il pareggio di bilancio con una perdita non superiore ai 45 milioni per il primo periodo di monitoraggio. Infine, è stato stabilito di non considerare alla voce costi gli stipendi dei calciatori acquistati prima del giugno 2010”.
Bisogna, però, uscire dagli stereotipi degli ultimi anni perché pensare che Bale, per esempio, si possa ripagare con la vendita delle magliette non è credibile: “Nella migliore delle ipotesi il profitto è di 20 euro ciascuna, dovrebbero venderne milioni. Dico di più, il gallese per me è un acquisto ingiustificato dal punto di vista economico, etico e anche tecnico”.
Intanto José Maria Gay de Liébana, titolare della cattedra di Economia finanziaria e contabilità presso l’Università di Barcellona, continua a ripetere che il calcio spagnolo è sull’orlo del crack finanziario (il Malaga è fuori dall’Europa League per debiti non saldati, nonostante avesse iniziato a vendere i pezzi migliori per rientrare nei parametri Uefa) e qualcuno già sogna di eliminare Real e Barcellona come un avversario politico qualunque: “La contrattazione individuale dei diritti televisivi (unico dei cinque maggiori campionati) provoca grande disparità tra le due big e le altre; Valencia e Atletico Madrid, per esempio, sono borderline ma galleggiano continuando a cedere i giocatori più appetiti e poi c’è una grande novità. La federazione spagnola, come una madre paziente, ha iniziato a trattenere il 25 per cento dei diritti televisivi di ogni club per coprirne i debiti e la situazione sta migliorando”, sottolinea Ciabattini.
Borussia Dortmund (60 milioni di utile), Tottenham (grazie alla plusvalenza di Bale) e Bayern Monaco (19 anni, o giù di lì, col pareggio di bilancio) i top club messi meglio sotto il profilo del FPF; Paris Saint Germain, Manchester City e Chelsea i peggiori. Però c’è anche chi vede nel meccanismo Uefa un grimaldello per cristallizzare i valori economici e di conseguenza quelli sportivi: “In parte, ma bisogna saper utilizzare anche le leve che il FPF mette a disposizione, i costi per infrastrutture, settore giovanile e management non vengono calcolati e soprattutto le prime possono portare diversificazione e aumento dei ricavi”, replica Paolo Ciabattini.
In Italia bene il Napoli, così come l’Udinese, che sta ristrutturando lo stadio e ha uno scouting tra i migliori al mondo, in prospettiva anche la Juventus sia grazie all’impianto che al nuovo investimento sull’area Continassa; però chi ha investito in altro (stadi e presenze, come la Premier League) oggi ha diritti televisivi alle stelle, la serie A che su quelli si è adagiata paga dazio: “Un manager lungimirante avrebbe trattenuto parte di questi per investimenti in infrastrutture invece che aspettare la legge sugli stadi; una perdita di appeal che si ripercuote anche sulla sponsorship”. Senza contare che l’Uefa sta cercando di salvare il proprio futuro: “E' il suo ruolo, salvaguardare il calcio, e questo sport era rimasto l’unica azienda che non aveva l’obbligo del pareggio di bilancio, oggi che l’hanno anche gli stati membri dell’Ue”.
Mourinho tuona contro gli ultimi acquisti milionari, ma è proprio il tecnico lusitano quello che, numeri alla mano, negli ultimi dieci anni ha fatto spendere di più ai magnati di turno. Quell’epoca è finita per tutti o quasi: “Adesso l’ha capito anche il tifoso medio che un acquisto non si misura più solo col talento ma anche per quanto costa e quanto guadagnerà”, chiosa Ciabattini, che con i numeri racconta il Rinascimento del calcio europeo attraverso il Fair Play Finanziario.
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