Il mondo di Karl

Annalena Benini

L’uomo di cui nessuno ricorda di avere mai visto il collo (dopo l’anno in cui perse quarantadue chili in tredici mesi) ritiene che i pantaloni da jogging siano un segno di sconfitta: “Hai perso il controllo della tua vita. Quindi esci in pantaloni da jogging”. Karl Lagerfeld forse ha compiuto ottant’anni, ma ha sempre tenuto nascosta la sua età, e anni fa fece causa all’autrice di un libro (su Lagerfeld, Yves Saint Laurent e i gloriosi eccessi degli anni Settanta a Parigi), scritto per scandalizzare e poi censurato dai librai parigini

    L’uomo di cui nessuno ricorda di avere mai visto il collo (dopo l’anno in cui perse quarantadue chili in tredici mesi) ritiene che i pantaloni da jogging siano un segno di sconfitta: “Hai perso il controllo della tua vita. Quindi esci in pantaloni da jogging”. Karl Lagerfeld forse ha compiuto ottant’anni, ma ha sempre tenuto nascosta la sua età, e anni fa fece causa all’autrice di un libro (su Lagerfeld, Yves Saint Laurent e i gloriosi eccessi degli anni Settanta a Parigi), scritto per scandalizzare e poi censurato dai librai parigini, ma ciò che lui trovò davvero scandaloso non fu il sesso, la droga, l’omosessualità, la gelosia, ma quella manciata di anni in più che gli venne attribuita, oltre a un’infanzia piccolo-borghese in una villetta tedesca: “Sono nato in un castello, avevo decine di servi, a quattro anni ho chiesto e ottenuto un valletto, avevo una bicicletta diversa per ogni giorno della settimana!”, scrisse Lagerfeld, infuriato e sempre affamato, almeno da quando ha deciso razionalmente di smettere di mangiare. “Non per essere sexy o per piacere alla gente: volevo solo diventare un buon appendiabiti”.

    E vantarsi di non dovere mai spendere denaro per il cibo, e di essere quindi anche un pessimo ospite a cena. E’ appena uscito in Francia, per Flammarion, un libro, “Il mondo secondo Karl”, che raccoglie le citazioni dello stilista con gli occhiali scuri (direttore creativo di Chanel e di Fendi, fra le altre cose), il teorico del digiuno e del no kids: “Non ho mai desiderato avere figli, perché se mio figlio non avesse fatto le cose bene quanto me non l’avrei amato, e se le avesse fatte meglio di me non l’avrei amato lo stesso”. Non gli piace il perdono (“so che la vendetta è meschina, ma perché non dovrei vendicarmi di chi ha fatto cose meschine a me?”) e non gli piacciono i bambini (“il sogno che avevo da bambino non era certo di essere un bambino, l’avrei trovato umiliante: i bambini sono esseri umani di seconda classe”), non gli piace avere una buona opinione dei cliché sulla bontà, non vuole essere buono o gentile ma è molto innamorato della sua gatta Choupette (nonostante il cliché dell’artista eccentrico con animale domestico), che desidera sposare legalmente: “Choupette non è la tipica donna Chanel, lei è più Jean Harlow”.

    Lagerfeld è interessato soltanto al sogno e alle illusioni, al luccichio delle cose meravigliose e delle novità, anche se è certo che Coco Chanel avrebbe odiato tutto quello che lui ha creato. La vita reale e i supermercati pieni di cibo lo spaventano, così come non si capacita dell’esistenza di donne normali, “le madri grasse che si siedono davanti al televisore con i loro sacchetti pieni di patatine e dicono che le modelle magre sono brutte”. Nemmeno l’omosessualità è molto interessante, “è solo come il colore dei capelli, niente di più. E poi elimina il problema di avere una nuora insopportabile, diceva sempre mia madre”. La magrezza, che gli permette di indossare pantaloni aderentissimi e gli impone anche di  mostrare al mondo soltanto pochi centimetri di pelle, è il suo vero orgoglio, insieme all’ossessione per i capelli bianchi e lunghi: “Lo shampoo secco è la mia cocaina”. Nei momenti di generosità verso il mondo qualunque regala preziosi consigli: “Pensa in rosa. Ma non indossarlo mai”.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.