Niente film Pixar fino al 2015, dovremo ricominciare a leggere favole

Annalena Benini

Sarà un lungo inverno, senza nemmeno un nuovo film Pixar da aspettare, da promettere ai figli, da usare come minaccia quando non vogliono andare a dormire. Fino al 2015, per la prima volta dopo molti anni, nessuna grande animazione arriverà a riempire le vetrine di astucci con la faccia dell’ultimo personaggio buono (e goffo, con qualche ossessione, con quell’imperfezione indispensabile per perdonarci le nostre) dei cartoni animati. Bisogna quindi godersi e riguardare il mostro verde con un solo occhio che viene preso in giro da tutti, fin da bambino.

    Sarà un lungo inverno, senza nemmeno un nuovo film Pixar da aspettare, da promettere ai figli, da usare come minaccia quando non vogliono andare a dormire. Fino al 2015, per la prima volta dopo molti anni, nessuna grande animazione arriverà a riempire le vetrine di astucci con la faccia dell’ultimo personaggio buono (e goffo, con qualche ossessione, con quell’imperfezione indispensabile per perdonarci le nostre) dei cartoni animati. Bisogna quindi godersi e riguardare il mostro verde con un solo occhio che viene preso in giro da tutti, fin da bambino, perché non è capace di fare paura, il protagonista di “Monsters University”, ultimo film Pixar prima della pausa di riflessione. Di tensione, almeno nelle intenzioni, come scrive Time, alla costruzione di un vero capolavoro, qualcosa di non dimenticabile, perché è successo, a qualcuno degli ultimi film, di non toccare il cuore. Ci vuole più tempo, hanno detto, perché nessuno ricorda mai il fatto che un film è uscito in ritardo, ma tutti ricorderanno un brutto film che non ha fatto immedesimare.

    Un film che tutti paragoneranno, un’altra volta, a “Nemo”, dicendo che come Dory il pesce blu, non ci sarà mai più nessuno, e che quella di “pesce da lenza” è la storia più commovente di sempre (consolazione: uscirà il sequel, stanno preparando “Finding Dory” per il 2016). Così, senza Pixar da infilare nel computer per un po’, dovremo ricominciare a leggere le favole, la sera (ho letto a voce alta, con senso di eroismo, “I vestiti nuovi dell’imperatore”, di Hans Christian Andersen, ai bambini che chiedevano una favola per dormire, perché non si può mai dire no alla richiesta di una storia, ma si sono offesi, hanno detto che era una favola bruttissima, il piccolo ha persino pianto, la bambina grande si è immersa in “Geronimo Stilton” per dispetto: è stato un fallimento, mentre sarebbe bastato mostrare per la quattrocentesima volta la scena in cui Nemo e Dory passano attraverso il banco di meduse per ottenere applausi e baci). Uno studio inglese dice che non leggiamo abbastanza favole ai nostri figli, che li lasciamo soli, a letto, con l’iPad in mano, o davanti alla televisione, ai giochi elettronici, che non sappiamo più catturare la loro attenzione perché fondamentalmente non lo vogliamo: dobbiamo leggere la posta elettronica, mandare messaggi, controllare le previsioni meteo sul telefono, preferiamo che anche i bambini abbiano una autonoma vita tecnologica, di auto intrattenimento e anche auto educazione.

    Del resto, “Ratatouille” insegna a guardare oltre le apparenze e accettare con garbo le stranezze della vita e inseguire le passioni meglio di “Cappuccetto Rosso”, e senza nemmeno la necessità di squarciare la pancia del lupo e poi riempirla di mattoni. Leggeremo quindi favole vecchie, cercando di abbellirle, oppure proveremo a inventarne di nuove, ci sforzeremo di lasciare il telefono in un’altra stanza perché, fra le mille cose che i nostri figli ci rinfacceranno dall’adolescenza in poi, la più strappacuore sarebbe sempre: non mi raccontavi le favole la sera. Sperando che il nuovo film Pixar, “The Good Dinosaur”, arrivi in tempo a farci addormentare, tutti, felici.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.