La caffettiera e il sol dell'avvenire
“Penso alla pubblicità, a certi spot italiani in cui papà e bambini stanno seduti a tavola mentre la mamma in piedi serve tutti; oppure al corpo femminile usato per promuovere viaggi, yogurt e computer. Spot così, vi assicuro che in altri paesi europei ben difficilmente arriverebbero sullo schermo”. A leggere le dichiarazioni della presidente della Camera, Laura Boldrini, rese mertedì nel corso dell’incontro a Palazzo Madama su “Donne e media”, ci si chiede su quale pianeta abiti. Ma non è dell’Air France – solo un esempio – quella pubblicità con una donna dalle gambe scoperte, gonna svolazzante alla Marilyn Monroe, e lo slogan: “Faire du ciel le plus bel endroit de la terre”, fare del cielo il posto più bello della terra?
Buttafuoco Elogio della massaia rurale
“Penso alla pubblicità, a certi spot italiani in cui papà e bambini stanno seduti a tavola mentre la mamma in piedi serve tutti; oppure al corpo femminile usato per promuovere viaggi, yogurt e computer. Spot così, vi assicuro che in altri paesi europei ben difficilmente arriverebbero sullo schermo”. A leggere le dichiarazioni della presidente della Camera, Laura Boldrini, rese mertedì nel corso dell’incontro a Palazzo Madama su “Donne e media”, ci si chiede su quale pianeta abiti. Ma non è dell’Air France – solo un esempio – quella pubblicità con una donna dalle gambe scoperte, gonna svolazzante alla Marilyn Monroe, e lo slogan: “Faire du ciel le plus bel endroit de la terre”, fare del cielo il posto più bello della terra? E noi che credevamo che l’Air France fosse la compagnia di bandiera del paese dal quale dovremmo noi tutti andare a lezione. Noi italiani trogloditi, berlusconizzati, sessisti e per ora (ma presto si rimedierà) privi di catechismi politicamente corretti che rieduchino le masse alla parità dei sessi (pardon) dei generi.
Certo, ci si chiede dove fosse finita la non ancora presidente della Camera quando la “nuova” Unità diretta da Concita De Gregorio si presentava ufficialmente ai lettori con la memorabile pubblicità nella quale campeggiava un sedere femminile fasciato da una minigonna di jeans, mentre il quotidiano spuntava, birichino, dalla tasca posteriore. All’epoca, la cosa ci sembrò piuttosto pacchiana, e molto all’insegna del bue che dice cornuto all’asino, viste le recriminazioni davvero quotidiane sull’“uso del corpo delle donne” che arrivavano proprio dalla neo direttrice del giornale fondato da Antonio Gramsci.
Magari sarà stata solo distrazione. Ma a furia di voler stanare stereotipi di genere ovunque (nell’uso del colore rosa da interdire alle bambine e da incoraggiare nei maschi, nelle favole da cui cancellare principi azzurri, nella pubblicità che propone donne asservite alla casa) si rischia il ridicolo. Non perché non ci sia a volte un uso pessimo, pretestuoso, desolante delle donne in pubblicità, in Italia e altrove. Ma, proprio perché capita, è con la famigliola riunita attorno al desco (mamma, papà, figli e magari pure nonno, come oltretutto non capita più così spesso, purtroppo) che deve prendersela la presidente? Come se portare in tavola una zuppiera o il bricco del latte, per una donna, fosse qualcosa di umiliante, una tortura indicibile, un’attività degradante? Non sarà invece che proprio Laura Boldrini, con la sua lezioncina sugli spot made in Italy dove le donne “in piedi, servono tutti”, contribuisce a svilire il lavoro di cura? Un lavoro che è anche cura delle relazioni, e che può contenere anche una notevole dose di potere, come il femminismo ben sa? Un lavoro al quale moltissime donne non solo non vogliono rinunciare, ma che rivendicano come modello nuovo anche per la politica, sicuramente da condividere ma comunque da riconoscere nel suo valore?
Troppo complicato? Meglio il politicamente corretto? Allora suggeriamo, come canovaccio di spot degno di figurare sulla Bbc o su France 2, quello che il compianto Corrado Sannucci, giornalista sportivo di Repubblica e cantautore, descriveva in una canzone dei primi anni Settanta, “La caffettiera”: “Siamo andati in corteo / verso la caffettiera / al sole inneggiando / della rossa primavera / in cucina dallo scaffale / la macchinetta ho preso / mentre lei lacerava / la busta del caffè sfuso / scucchiaia il macinato / mentre io l’acqua metto / quel tanto che non venga / né lungo né ristretto / quindi avvito i due pezzi / e vado al cucinino / quand’ecco lei mi porge / affabile, un cerino / insieme sulla fiammella / del gas, ancora fioca / noi, mano nella mano / mettiamo su la moka / e quando l’acqua ribolle / e fuori il caffè zampilla / nei cuori innamorati / s’accende una scintilla”.
Buttafuoco Elogio della massaia rurale
Il Foglio sportivo - in corpore sano