Sono comparse le streghe del “Macbeth”, o forse è “I Pagliacci”
E’ stata la settimana del chiedi e ti sarà dato. Berlusconi ha chiesto l’affidamento ai servizi sociali, Grillo ha chiesto l’impeachment di Napolitano, Napolitano ha chiesto l’amnistia e l’indulto, Letta ha chiesto un assegno di Poste per Alitalia, i diversamente berlusconiani hanno chiesto Alfano segretario, i lealisti berlusconiani hanno chiesto un altro segretario, Renzi ha chiesto la segreteria e anche la candidatura a Firenze. Tanta roba.
E’ stata la settimana del chiedi e ti sarà dato. Berlusconi ha chiesto l’affidamento ai servizi sociali, Grillo ha chiesto l’impeachment di Napolitano, Napolitano ha chiesto l’amnistia e l’indulto, Letta ha chiesto un assegno di Poste per Alitalia, i diversamente berlusconiani hanno chiesto Alfano segretario, i lealisti berlusconiani hanno chiesto un altro segretario, Renzi ha chiesto la segreteria e anche la candidatura a Firenze. Tanta roba.
E’ tutto un chiedere, un bussare (ma non vi sarà aperto), un gran chiacchierare. Coerente con il clima, il presidente del Senato, Piero Grasso, da Ferrara avverte che la riforma elettorale “oggi è diventata una urgenza riconosciuta dalle Camere”. Perbacco. E’ sabato 5 ottobre, Renato Schifani, capogruppo del Pdl a Palazzo Madama, ricorda a Grasso un impegno: “Sono certo che confermerà in Aula il voto segreto su Berlusconi”. Cribbio, sempre al Cav. si torna. Domenica (6 ottobre) Enrico Letta fa la pensata di ficcare il naso in casa altrui. Va a Sky e dice che “la pagina è voltata in modo definitivo, Alfano ha assunto una leadership molto forte, è stato sfidato e ha vinto la partita”. Sandro Bondi ha il satellite, afferra carta e penna e verga il dispaccio: “Non condivido affatto i giudizi espressi oggi dal premier Enrico Letta”. Alfano segue a ruota: “Non accettiamo e non accetteremo ingerenze nel libero confronto del nostro Movimento politico!”. Letta innesca il congresso virtuale del Pdl, parallelo a quello del Pd. Si arriva al lunedì mattina (7 ottobre) con una certezza: tutto è come prima. In commissione Bilancio spunta un emendamento che ripristina l’Imu per “le case dei ricchi”. Broncio tra le larghe intese. E’ martedì (8 ottobre), al telefono c’è Napolitano, voce perentoria. Clic. Esternazione da Cracovia: “Ci sono piccoli episodi o motivi di polemiche, ma non mi pare che siano da sopravvalutare”. Sono le 11 e 18, alle 13 e 49 l’emendamento democratico si dissolve e resta solo un messaggio da leggere alle Camere. E’ sempre Napolitano che prova a rimettere ordine nell’agenda parlamentare. Tema: situazione delle carceri. Svolgimento: fate l’amnistia, l’indulto e la riforma della giustizia. Segue ampio dibattito. Annamaria Cancellieri mette la parola del Guardasigilli: “Condivido in pieno il messaggio del capo dello stato”. Traduzione: eseguo. Filtrano gli umori di Berlusconi: “Ascolta, ma non si fa illusioni”. Arriva il giorno del Vajont (mercoledì, 9 ottobre), ma la tragedia oggi è da un’altra parte. Le agenzie di stampa segnalano lo sbarco: “Il premier Enrico Letta, il presidente della Commissione Ue, Manuel Barroso, e il vicepremier Angelino Alfano, sono atterrati a Lampedusa”. Il disastro prosegue con un surreale dibattito sull’asilo politico e il reato di immigrazione clandestina. Il ministro Cancellieri prova a riportare tutti sulla terra: “Non facciamo ricadere tutti i problemi sotto la Bossi-Fini”. Grillo nel frattempo ha deciso di stare a destra della destra e a sinistra della sinistra. Apre un forum sul capo dello stato e avverte “evitate il vilipendio”, poi giovedì (10 ottobre) sconfessa l’emendamento pentastellato che aboliva il reato di immigrazione clandestina. Una sua controfigura alla Camera urla: “Partiti ladri!”. Voci. Tafferugli. Pare che in Aula decolli una risposta istituzionale dal Pd: “Vi ammazziamo!”. S’attende verifica del resoconto stenografico. Sembra di vedere le streghe di Shakespeare in Transatlantico: “Il bello è brutto e il brutto è bello / fra nebbie e fumo corri a rovello”. E la forca si materializza sul blog di Grillo: “Impeachment a Napolitano?”. Non è venerdì 13 ma 11, non è “Macbeth”, ma “I Pagliacci”.
Il Foglio sportivo - in corpore sano