Il Datagate non è così scandaloso
“L’ultima bozza delle conclusioni del vertice è arrivata sul sito del Financial Times prima ancora di essere stata inviata ai governi. E’ uno scandalo! Herman Van Rompuy (il presidente del Consiglio europeo, ndr) dovrebbe cominciare a farsi qualche domanda sulla riservatezza della sua istituzione”. Sono da poco passate le 20 di mercoledì e un diplomatico di un grande paese, svelando un piccolo retroscena alla vigilia di un vertice europeo dedicato tra l’altro all’agenda digitale, ha involontariamente illustrato il paradosso del cosiddetto Datagate.
Bruxelles. “L’ultima bozza delle conclusioni del vertice è arrivata sul sito del Financial Times prima ancora di essere stata inviata ai governi. E’ uno scandalo! Herman Van Rompuy (il presidente del Consiglio europeo, ndr) dovrebbe cominciare a farsi qualche domanda sulla riservatezza della sua istituzione”. Sono da poco passate le 20 di mercoledì e un diplomatico di un grande paese, svelando un piccolo retroscena alla vigilia di un vertice europeo dedicato tra l’altro all’agenda digitale, ha involontariamente illustrato il paradosso del cosiddetto Datagate. Ora che basta un “clic” per trasferire sulla piazza pubblica informazioni private o segreti di stato, alcuni leader europei si indignano se i servizi segreti di un altro paese li spiano. Lo scandalo è enorme in Germania, dopo che il governo tedesco ha scoperto che il “grande orecchio” della Nsa americana potrebbe aver intercettato l’usatissimo telefonino della cancelliera Angela Merkel. Lo scandalo è enorme in Francia, dopo che il Monde ha ripubblicato notizie sulla grande pesca di dati della Nsa anche nel mare delle reti di telecomunicazione francesi. Lo scandalo è enorme in Italia, dopo che Gleen Greenwald – l’ex giornalista militante del Guardian, diventato banditore d’asta dei segreti rubati da Edward Snowden grazie anche ai fondi del fondatore di eBay, Pierre Omidyar – ha rivelato all’Espresso: “La Nsa porta avanti molte attività spionistiche anche sui governi europei, incluso quello italiano”. Lo scandalo è enorme in un’Europa che si sente tradita da Barack Obama, il presidente di cui si era innamorata per i suoi tratti così democratici, anche se poi i paesi europei tentano di spiare allo stesso modo su scala ridotta.
“Non è minimamente concepibile e non è accettabile avere attività di spionaggio di questo tipo”, ha detto ieri il presidente del Consiglio, Enrico Letta, arrivando al vertice di Bruxelles. “Non è da amici spiarsi”, ha ribadito Merkel: “Siamo alleati, ma un’alleanza di questo tipo può essere costruita solo sulla fiducia”. La cancelliera, che secondo i media tedeschi “governa il paese” con il telefonino, ha di che essere irritata per l’exploit della Nsa americana. L’ultimo modello le era stato consegnato nel marzo di quest’anno con una carta di sicurezza criptata da 2.618 euro per rendere sicure telefonate, sms, email e accesso a Twitter. Tuttavia per la cancelliera non è una questione personale: “Questo non riguarda in primo luogo me, ma i cittadini”, ha detto Merkel. Tutti esigono chiarezza su ciò che è accaduto, “abbiamo anche bisogno di una garanzia che questo, se è accaduto, non accadrà di nuovo”. Secondo Letta “dobbiamo fare tutte le verifiche: vogliamo avere tutta la verità su questi temi”.
Berlino, come Parigi lunedì, ha convocato l’ambasciatore americano. La bozza di conclusioni del vertice europeo ha un vago riferimento alla protezione dei dati personali. L’Europarlamento ha chiesto la sospensione dei negoziati sul Terrorist Finance Tracking Program, l’accordo tra Unione europea e Stati Uniti sullo scambio di informazioni finanziarie che passano attraverso il sistema bancario Swift. Alcuni, in particolare in Francia, esigono il congelamento dei colloqui sul Trattato di libero scambio transatlantico.
In realtà, nessuno dei leader europei pensa a una rappresaglia seria nei confronti degli Stati Uniti. La commissaria agli Affari interni, Cecilia Malmström, ha reagito con stizza alla richiesta dell’Europarlamento. Il Terrorist Finance Tracking Program “rimarrà in vigore” perché “la parte americana ha fornito spiegazioni e rassicurazioni dettagliate” sulle accuse di abusi nell’uso di dati finanziari, ha detto Malmström. L’accordo su Swift, come quello per lo scambio di dati dei passeggeri aerei, è fondamentale nella lotta contro il terrorismo, su cui i servizi americani ed europei cooperano intensamente. Lo stesso Snowden ha svelato che la Bnd e il BfV, i due servizi segreti tedeschi, lavorano a stretto contatto con la Nsa per fornire informazioni su sospetti terroristi. Quando la Nsa ha le mani legate dalla Costituzione e dalle leggi statunitensi, tocca alle agenzie di controspionaggio europee fare il lavoro sporco e intercettare i cittadini americani. Il Regno Unito è parte di “Five Eyes” e “Tempora”, due programmi eredi di “Echelon”, il sistema creato durante la Guerra fredda con Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda che alla fine degli anni 90 aveva creato grande scandalo tra gli europei per il timore di spionaggio commerciale di massa.
La “ragion dell’economia” spiega perché gli europei sono reticenti ad attivare altre rappresaglie. I negoziati sul Trattato di libero scambio Ue-Usa è una priorità della cancelliera Merkel. L’Italia sarebbe il secondo beneficiario dopo il Regno Unito del grande Patto economico transatlantico, che vale complessivamente 120 miliardi di euro l’anno. Solo i francesi, ossessionati dall’eccezione culturale, sono pronti a usare la Transatlantic Trade and Investment Partnership come arma di ricatto contro gli americani. Ma perfino i diplomatici francesi sono cauti. “Tutto questo non fa vacillare le relazioni franco-americane”, hanno spiegato fonti del Quai d’Orsay al Monde. “Non ci sono tensioni tra Hollande e Obama. La posta in gioco della nostra cooperazione supera ampiamente il quadro dello scandalo Snowden”. Del resto, la Francia fa come gli americani. “Non c’è alcuna sorpresa”, ha detto l’ex capo del controspionaggio in Francia, Bernard Squarcini, al Figaro: “I servizi sanno che tutti i paesi, anche se cooperano sulla lotta anti terrorista, si sorvegliano tra alleati. Gli americani ci spiano sul piano commerciale e industriale, come noi li spiamo perché difendere le nostre imprese è nell’interesse nazionale”.
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