Una Vitoria a basso costo

Francesco Caremani

Contro il Betis Siviglia, in Europa League, il Vitoria Guimaraes proverà a ripetere l’impresa di tre settimane fa quando andò vicino alla vittoria sul campo dell’O. Lione (1-1), squadra con un budget quindici volte superiore al suo (121 milioni di euro contro 8). Intanto i portoghesi guidati da Rui Vitoria si godono il primo posto nel gruppo I, nonostante in campionato siano solamente ottavi a nove punti dal Porto capolista. Ma per chi ha rischiato di scomparire dal proscenio pedatorio questo è un sogno che continua, un sogno supportato da 17.000 abbonati in una città di 40.000 abitanti, i quali ogni volta che il Vitoria gioca in casa l’accompagnano dall’albergo allo stadio.

    Contro il Betis Siviglia, in Europa League, il Vitoria Guimaraes proverà a ripetere l’impresa di tre settimane fa quando andò vicino alla vittoria sul campo dell’O. Lione (1-1), squadra con un budget quindici volte superiore al suo (121 milioni di euro contro 8). Intanto i portoghesi guidati da Rui Vitoria si godono il primo posto nel gruppo I, nonostante in campionato siano solamente ottavi a nove punti dal Porto capolista. Ma per chi ha rischiato di scomparire dal proscenio pedatorio questo è un sogno che continua, un sogno supportato da 17.000 abbonati in una città di 40.000 abitanti, i quali ogni volta che il Vitoria gioca in casa l’accompagnano dall’albergo allo stadio.

    Julio Mendes è diventato presidente nell’aprile del 2012, ereditando una situazione economica disastrosa: 23 milioni di euro di debiti, che nella stagione 2012-13 è riuscito a portare a 10 e che ora spera di ridurre a 7 nella stagione in corso, nonostante 1,5 milioni d’interessi da pagare. Di fronte a  giocatori che non percepivano lo stipendio da cinque mesi e avrebbero potuto rescindere unilateralmente il contratto, Mendes ha riunito le squadre A e B dicendo che avrebbe pagato tutti ma che non sapeva quando e che ci sarebbe stata una forte riduzione degli stipendi (attualmente quello medio è di 10.000 euro il mese): chi ha creduto nel progetto è rimasto, gli altri se ne sono andati.

    L’allenatore Rui Vitoria ha compiuto un primo miracolo vincendo la Coppa del Portogallo lo scorso 26 maggio contro il Benfica (2-1); il secondo è la leadership in Europa League dopo aver venduto i pezzi migliori: Baldé (Celtic, 1.750.000 euro), Pereira (Porto, 1,5 milioni) e Soudani (Dinamo Zagabria, 900.000). La campagna cessioni ha fruttato un netto di 4.350.000 euro che messi insieme ai 3 milioni dei diritti televisivi serviranno per ridurre la situazione debitoria. In uscita sono stati spesi solamente 500.000 euro per il nigerino Ouwo Moussa Maâzou, di proprietà del Cska Mosca, gli altri sono arrivati a parametro zero.

    Da una parte il club ha cambiato statuto diventando una S.a.d. (Sociedade Anónima Desportiva), con una maggiore trasparenza finanziaria, dall’altra ha puntato tutto sui giovani, tanto che l’attuale difesa corrisponde a quella dell’Under 21 lusitana. Lo stadio porta il nome del primo re portoghese, Dom Afonso Henriques, è stato rinnovato per gli Europei del 2004 e ha una capienza di 30.000 posti, con una media spettatori che si aggira intorno ai 20.000. L’attuale rosa, composta da 27 elementi, ha un valore di mercato di 27.950.000 euro (fonte transfermarkt.de) contro gli oltre 57 milioni del Betis Siviglia, che di giocatori ne ha 26. Le ultime dieci campagne acquisti (e cessioni) degli spagnoli registrano un passivo totale di 23.546.400 euro, quelle dei portoghesi un attivo di poco oltre 24 milioni. Cifra che spiega male i debiti accumulati se non attraverso il costo del lavoro, quello sul quale Mendes è intervenuto con più decisione portando in Europa League (grazie alla vittoria in coppa) una squadra con stipendi da serie B.

    In Portogallo ci sono altri club che versano in precarie condizioni finanziarie e l’austerità che la politica ha imposto ai cittadini si sta trasferendo velocemente al calcio, dove non è trascurabile la pressione del Fair play finanziario imposto dall’Uefa. Poco non ha fatto il Vitoria a rimanere in piedi senza soldi e a ripartire vincendo, lontano anni luce da società come Porto e Benfica, entrambi impegnati in Champions League, dimostrando comunque che si può fare football di alto livello con pochi soldi e con tante idee, puntando sui giovani e senza farsi strozzare dagli ingaggi.

    Nella bacheca del Vitoria Guimaraes c’è anche una supercoppa portoghese vinta nell’88, con due finali perse, e altre cinque finali raggiunte nella coppa nazionale; in campionato è arrivato due volte secondo negli anni Cinquanta, mentre in Coppa Uefa ha raggiunto i quarti nell’86-87 lasciando il passo al Borussia Mönchengladbach. Ma contro il Betis Siviglia (100 milioni di debiti al 30 giugno 2012), dentro il Benito Villamarín, l’unica differenza la farà il campo, perché come gridano i White Angels, gruppo guida della torcida bianconera: “Somos únicos” (“Siamo unici”). A partire dal budget.