Scandalissimo Datagate
Merkel e Hollande fanno gli offesi, ma chiedono di unirsi alle spiate Nsa
Sei occhi sono meglio di cinque? Il sospetto che la Germania voglia usare il trambusto del Datagate per entrare nella “seconda cerchia” dello spionaggio americano è forte, dopo che Angela Merkel e François Hollande hanno informato gli altri leader europei dell’intenzione di negoziare un nuovo accordo bilaterale sull’intelligence con gli Stati Uniti. Berlino e Parigi condurranno “colloqui bilaterali con gli Stati Uniti con l’obiettivo di trovare entro la fine dell’anno un’intesa sulle relazioni reciproche” nel settore della raccolta di informazioni di intelligence.
Corneli Dagli al libero scambio
Bruxelles. Sei occhi sono meglio di cinque? Il sospetto che la Germania voglia usare il trambusto del Datagate per entrare nella “seconda cerchia” dello spionaggio americano è forte, dopo che Angela Merkel e François Hollande hanno informato gli altri leader europei dell’intenzione di negoziare un nuovo accordo bilaterale sull’intelligence con gli Stati Uniti. Berlino e Parigi condurranno “colloqui bilaterali con gli Stati Uniti con l’obiettivo di trovare entro la fine dell’anno un’intesa sulle relazioni reciproche” nel settore della raccolta di informazioni di intelligence, dice la dichiarazione approvata dal Vertice ieri: gli altri paesi europei potranno “unirsi a questa iniziativa”. Nelle conferenze stampa tra giovedì e venerdì Merkel è stata più esplicita. “Significa un quadro di cooperazione tra servizi segreti rilevanti”, ha detto la cancelliera. L’iniziativa non è europea, né totalmente franco-tedesca. “Non Francia più Germania, ma ogni paese individualmente si metterà in contatto con gli Stati Uniti per accordarsi su un quadro di futura cooperazione”, ha spiegato Merkel.
La “seconda cerchia” dello spionaggio americano è fondata sull’alleanza dei “Cinque occhi”, lanciata dopo la fine della Seconda guerra mondiale e formata da Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda e Canada. Tra i Cinque ci sono una stretta collaborazione, programmi comuni, uno scambio di informazioni quasi automatico e un patto di “non spionaggio” reciproco fondato sulla fiducia assoluta. Israele e il suo Mossad fanno parte di una cerchia a parte, come racconta il Monde di oggi. Secondo il quotidiano francese, nel maggio 2012 l’Eliseo aveva sospettato la Nsa per un attacco informatico, che in realtà aveva avuto un’altra origine. Ma il documento top secret pubblicato dal Monde – ottenuto dalla coppia Glenn Greenwald-Edward Snowden – svela anche il funzionamento delle cerchie (la prima è costituita dalle 16 agenzie americane): il servizio Tao (Tailored Access Operations), che gestisce i cyberattacchi della Nsa nel mondo “ha chiesto alla maggior parte dei partner più vicini alla Nsa in seno alla prima e seconda cerchia se erano implicati” nell’attacco all’Eliseo, ma “tutti hanno smentito”.
Merkel aveva già sollevato la possibilità di un accordo di “non spionaggio” in un incontro con il presidente Barack Obama a Berlino in giugno, dopo le prime rivelazioni di Snowden sulla raccolta di dati della Nsa in Germania. Ma da Washington non è arrivata alcuna risposta: malgrado la collaborazione con i servizi dell’Europa continentale, gli Stati Uniti sono sempre stati riluttanti ad allargare i “Cinque occhi” ad altri partner europei. “Il Regno Unito ha sempre avuto una relazione speciale” con gli Stati Uniti, ha riconosciuto il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy. La politica condotta dalla Francia dal Dopoguerra era troppo anti-americana per trattare Parigi come un alleato fedele. La Repubblica federale tedesca serviva da base per le intercettazioni delle telecomunicazioni del blocco sovietico, ma era pur sempre la potenza sconfitta della Seconda guerra mondiale. “Dobbiamo porre fine all’era da Guerra fredda”, avrebbe detto Merkel durante la cena di giovedì. Per la pragmatica cancelliera, ora c’è bisogno di una “cooperazione trasparente e chiara, da partner sullo stesso piano” tra Germania e Stati Uniti. I capi dei servizi segreti tedeschi dovrebbero partire per Washington nei prossimi giorni, ha annunciato un portavoce del governo di Berlino.
La Francia sembra invece preoccupata soprattutto dallo spionaggio britannico. Hollande ha chiesto un “codice di buona condotta tra europei, per non praticare tra noi ciò che rimproveriamo agli altri”. Anche secondo il presidente del Consiglio, Enrico Letta, “c’è bisogno di fare chiarezza a tutti i livelli, anche dentro l’Ue”. L’Italia sostiene l’iniziativa franco-tedesca, ma almeno per ora non intende coinvolgersi. “Abbiamo già un ragionamento bilaterale in corso con Washington per chiedere chiarimenti”, ha detto Letta. Il premier britannico, David Cameron, ha difeso il lavoro dei servizi, che avviene rispettando “la legge, il diritto internazionale e sotto il controllo parlamentare”. Comunque non ci sarà nessuna rappresaglia: Merkel e Letta hanno escluso di sospendere i negoziati sull’accordo di libero scambio con gli States. Quanto alla difesa dei dati personali dei cittadini europei, è solo di facciata: il Vertice ha rinviato dal 2014 al 2015 la scadenza per trovare un accordo sulle nuove regole europee per la protezione dei dati, che costringerebbero i colossi internet americani a limitare le intrusioni della Nsa.
Corneli Dagli al libero scambio
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