A Berlino i Verdi tanto litigiosi intravvedono un nuovo “rock'n'roller”
L’ultima tornata elettorale tedesca ha stravolto la logica delle coalizioni degli ultimi trent’anni: i liberali dell’Fdp con l’Unione (Cdu-Csu), i Verdi con l’Spd. Nel 2017 non si ragionerà più così. L’Spd non potrà più escludere la Linke dal proprio orizzonte di alleanze e l’Unione dovrà prendere in considerazione come partner anche i Verdi, spiega al Foglio Ulrich Eith, docente di Scienze politiche presso l’Università di Freiburg.
L’ultima tornata elettorale tedesca ha stravolto la logica delle coalizioni degli ultimi trent’anni: i liberali dell’Fdp con l’Unione (Cdu-Csu), i Verdi con l’Spd. Nel 2017 non si ragionerà più così. L’Spd non potrà più escludere la Linke dal proprio orizzonte di alleanze e l’Unione dovrà prendere in considerazione come partner anche i Verdi, spiega al Foglio Ulrich Eith, docente di Scienze politiche presso l’Università di Freiburg. Già questa volta i colloqui tra Unione e Verdi sono stati seri, e in campagna elettorale la Cdu ha evitato di cavalcare gli scandali in ambito pedofilo che hanno coinvolto i Verdi – i quali hanno contraccambiato, rinunciando alla polemica sulla lauta donazione (690 mila euro) arrivata dalla famiglia Quandt, che detiene il 46,7 per cento di Bmw, alla Cdu. E’ anche vero quel che sottolinea Claus-Christian Malzahn, capo del politico del quotidiano Welt: “Non dimentichiamo che Angela Merkel, seppur per un soffio, non ha ottenuto la maggioranza assoluta e non ha nemmeno più l’Fdp come possibile partner”. Deve trovare un accordo.
Il momento è delicato. Katrin Göring-Eckardt, che insieme a Jürgen Trittin era candidato dei Verdi, faceva sapere dalle colonne della Bild Zeitung: “Siamo pronti per governare”. Sullo Spiegel, Winfried Kretschmann il primo verde alla guida di un Land, il Baden-Württemberg, affermava invece: “I Verdi non sono ancora pronti per governare”. E’ in atto un cambio generazionale e un riposizionamento programmatico. Dopo il magro 8,4 per cento ottenuto alle elezioni (meno della Linke) l’intero gruppo dirigenziale, cioè Renate Künast e Jürgen Trittin (i due capigruppo parlamentari), Claudia Roth e Cem Ozdemir (i due leader del partito), hanno liberato i posti. “Già, aspirando ad altri incarichi o sedendosi semplicemente qualche fila più indietro al Bundestag”, puntualizza Malzahn. L’unico volto del tutto nuovo è quello del bavarese Anton Hofreiter.
Joschka Fischer, quando nel settembre del 2005 aveva annunciato il suo ritiro a vita privata, si era autoproclamato “l’ultimo rock’n’roller” della politica. E fino a oggi ci ha visto giusto. Fischer era riuscito a far cessare la guerra tra l’ala più realista e quella più idealista dei Verdi, tra Realos e Sponti. Ed era riuscito addirittura a far votare il partito, nel maggio del 1999, a favore dell’intervento della Nato in Kosovo. Otto anni dopo l’addio di Fischer, e nel trentesimo anniversario dell’arrivo dei Verdi nel Bundestag, il partito vive un paradosso: “L’ala di sinistra detta la linea, anche se le vittorie le portano a casa solo i Realos”, osserva Eith. L’ala di sinistra è convinta che Merkel abbia scippato loro tutte le battaglie: il governo Merkel ha anticipato la data di chiusura delle centrali nucleari fissata a suo tempo dal governo rosso-verde; ha abolito la leva obbligatoria; discute dell’introduzione di una tassa per le transazioni finanziarie; e ha parificato unioni delle coppie di fatto omosex a quelle etero. Da qui l’idea che bisogna andare più a sinistra. A chi si lamenta Malzahn dalla Welt fa notare che: “Questa momentanea supremazia è una precondizione affinché fra quattro anni l’opzione di una coalizione Unione-Verdi sia davvero praticabile”. Detto altrimenti: sono gli Sponti a dover aprire a questa opzione. L’idea non è da escludere, se si pensa al capogruppo parlamentare Anton Hofreiter, che fa parte dell’ala sinistra, ma ragiona con la sua testa. Quando c’è stato da votare sull’intervento in Libia, ha votato a favore. Al momento Hofreiter, 44 anni, del rock’n’roller ha solo i capelli. Con il voto sulla Libia ha però dimostrato grande indipendenza.
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