Due o tre buoni motivi per cui Facebook dovrebbe comprarsi BlackBerry

Piero Vietti

La notizia è stata data pochi giorni fa in esclusiva dal Wall Street Journal: la scorsa settimana i vertici di BlackBerry sono partiti dal Canada per andare a trovare quelli di Facebook e sondare la possibilità che Mark Zuckerberg si compri la sempre più malandata società produttrice di smartphone. Nel 2009 BlackBerry occupava da sola quasi il 50 per cento del mercato statunitense dei nuovi telefonini, oggi arriva appena al 2,1. In attesa di capire se il tentativo di svendersi alla Fairfax Financial di qualche settimana fa andrà a buon fine (lunedì scade il periodo per condurre la due diligence), BlackBerry continua comunque a cercare qualcuno che possa risollevarla.

    La notizia è stata data pochi giorni fa in esclusiva dal Wall Street Journal: la scorsa settimana i vertici di BlackBerry sono partiti dal Canada per andare a trovare quelli di Facebook e sondare la possibilità che Mark Zuckerberg si compri la sempre più malandata società produttrice di smartphone. Nel 2009 BlackBerry occupava da sola quasi il 50 per cento del mercato statunitense dei nuovi telefonini, oggi arriva appena al 2,1. In attesa di capire se il tentativo di svendersi alla Fairfax Financial di qualche settimana fa andrà a buon fine (lunedì scade il periodo per condurre la due diligence), BlackBerry continua comunque a cercare qualcuno che possa risollevarla: i contatti con Cisco, Lenovo, Cerberus, Google e Sap, al momento non sembrano portare da nessuna parte, ecco perché i vertici dell’azienda hanno pensato a Facebook. L’azienda di Zuckerberg è in salute, come dimostrano i conti diffusi l’altroieri: ricavi e valore del titolo in Borsa crescono oltre le aspettative, e non sembra preoccupare troppo il fatto che il social network più famoso del mondo abbia visto un calo dei più giovani tra i propri iscritti (i quali preferirebbero Twitter, Snapchat e Instagram).

    Ma a Facebook converrebbe comprare BlackBerry? E perché? Qualche mese fa, presentando Facebook Home, un’applicazione che sostituisce lo schermo degli smartphone Android con una schermata sempre aggiornata della propria bacheca di Facebook, Zuckerberg notava che “più del venti per cento del tempo che passiamo con il nostro telefono in mano è speso su Facebook. Se a questo si sommano i minuti trascorsi su Instagram (di proprietà di Facebook, ndr) si arriva al 25 per cento”. Facebook Home è stata la risposta a chi retroscenisticamente immaginava un Facebook Phone in preparazione a casa Zuckerberg, eventualità smentita con forza dal ceo del social network. L’applicazione però non ha avuto il successo sperato, e Zuckerberg, scriveva qualche tempo fa The Week, teme che se non lancerà un proprio modello di smartphone entro breve il suo social network resterà una semplice app sui telefonini degli altri. Ancora The Week, ieri, notava come non ci sia nulla che potenzialmente possa impedire a Facebook di fare la mesta fine di MySpace, non appena la gente si lascerà entusiasmare dalla next big thing in campo tecnologico.

    Secondo Business Insider, però, la mossa di BlackBerry avrebbe un altro fine: quello di spaventare i competitor di Zuckerberg e spingerli ad accelerare l’acquisto dell’azienda canadese ribattezzata CrackBerry dopo gli ultimi deludenti risultati.

    In effetti, scriveva martedì Quartz, i clienti medi di Facebook e di BlackBerry non potrebbero essere più diversi tra loro: maniaci della condivisione totale da una parte e politici e uomini d’affari dall’altra. Il mercato mobile, però, è destinato a raccogliere sempre introiti pubblicitari, e questo Zuckerberg lo sa bene. La storia di Apple insegna che controllare software e hardware insieme significa produrre prodotti migliori e far fruttare di più il brand. Lezione già assimilata da Google e Microsoft, che hanno investito rispettivamente 12,5 e 7,2 miliardi di dollari in Motorola e Nokia. L’acquisizione di BlackBerry costerebbe molto meno, 4,7 miliardi, e al di là delle smentite e delle criticità che un’operazione del genere comporta, porterebbe in dote a Facebook ancora 70 milioni di clienti fedeli e soprattutto almeno 80 milioni di utenti quotidiani del servizio di chat di BlackBerry, utilizzato da molti anche sugli smartphone Apple e Android. Se Zuckerberg vuole crescere ancora potrebbe farci più di un pensiero.

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.