La pensione di Carlo

Annalena Benini

Sono passati più di vent’anni da quando Camilla Parker Bowles raggiungeva il suo amante sposato, il principe Carlo, dall’entrata posteriore della tenuta di campagna, lo coglieva di sorpresa a petto nudo sul terrazzo e gli diceva: “Come sta il mio principino preferito oggi?”, mentre Diana in un’altra stanza singhiozzava disperata. Camilla entrava dal retro, oppure aspettava che Diana tornasse a Londra con i figli e gli sussurrava al telefono: “Non posso sopportare una domenica sera senza te” (e lui le diceva che voleva stare tutto il tempo dentro i suoi pantaloni).

    Sono passati più di vent’anni da quando Camilla Parker Bowles raggiungeva il suo amante sposato, il principe Carlo, dall’entrata posteriore della tenuta di campagna, lo coglieva di sorpresa a petto nudo sul terrazzo e gli diceva: “Come sta il mio principino preferito oggi?”, mentre Diana in un’altra stanza singhiozzava disperata. Camilla entrava dal retro, oppure aspettava che Diana tornasse a Londra con i figli e gli sussurrava al telefono: “Non posso sopportare una domenica sera senza te” (e lui le diceva che voleva stare tutto il tempo dentro i suoi pantaloni).

    E’ stata una guerra, con picchi di tragedia, e l’ha vinta Camilla. Che rubava pezzi di vita privata e adesso, per la prima volta, parla con i giornalisti della vita privata con il suo “principe in pensione” che compie sessantacinque anni (lei ne ha uno di più), racconta di quanto sia difficile fargli un regalo che gli piaccia e dell’eccessiva dedizione di Carlo al lavoro (è l’erede al trono, deve tagliare molti nastri, viaggiare, ballare per beneficenza, parlare alle conferenze, partecipare alle riunioni del Commonwealth, dipingere acquerelli, e per fortuna il maggiordomo gli riempie la vasca da bagno e gli prepara lo spazzolino da denti con il dentifricio già spremuto dal tubetto, sennò non avrebbe nemmeno il tempo di respirare). Camilla può infine rilassarsi, uscire dalla zona d’ombra dell’amante sfacciata, che non l’aveva abbandonata del tutto nemmeno dopo il matrimonio con Carlo.

    E’ servito molto tempo, per interiorizzare la tragedia e per trasformare Camilla in una brava moglie un po’ banale che consiglia a suo marito di riposarsi, che si lamenta perché lui la trascura. “Non si ferma mai, sempre lavoro lavoro lavoro, lui tirerà fuori le sue carte, so che lo farà, proprio mentre io starò cercando di cantargli Happy Birthday. Forse potrei reggere un cartello con la scritta: Buon compleanno, caro”. Due pensionati a braccetto che passeggiano per la campagna, donano la torta di compleanno (decorata con una foto della coppia) a un orfanatrofio, fanno giardinaggio con gli stivaloni di gomma, vanno a caccia e mostrano sereni le rughe che raccontano la storia di un amore incrollabile e, adesso, noiosamente felice. “Mio marito non ha intenzione di fermarsi, alla sua età”, dice adesso la ex ragazza che faceva telefonate bollenti al suo principe proibito, e che sembrava averlo completamente in pugno, “non smette mai di lavorare, non importa quale sia il giorno. Io saltello su e giù e dico: caro, pensi che potremmo avere un po’ di pace e tranquillità, divertirci insieme?, ma lui deve sempre finire qualcosa”.

    Adesso è lei a cinguettare festosa e speranzosa come un tempo Lady D, ma con la sicurezza del trionfo: Camilla ha vinto anche la grande guerra con la memoria della principessa che tutto il mondo amava. Era la strega cattiva, la nemica, l’amante spudorata, la donna esperta contro la ragazzina ingenua, era la causa del dolore di Diana: “Eravamo in tre in questo matrimonio”. Non sembrava esserci salvezza per Camilla Parker Bowles, e invece la salvezza è arrivata, dentro l’inizio di una vecchiaia tranquilla. Camilla che segue Carlo dappertutto, sempre un passo indietro, sempre un po’ polverosa come allora, lei che sbuffa perché non c’è tempo per le battute di caccia (quelle che Diana odiava e Camilla ha sempre adorato), lei che ha un solo motivo di angoscia: trovare il regalo per l’incontentabile, complicato e assorto Carlo, a Natale e ai compleanni. Forse ha anche scoperto, nel frattempo, che lui non è esattamente il sogno di ogni donna, ma ormai è troppo tardi.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.