Se la ripresa c'è, non si vede. La guerra ornitologica nel Pdl, quella sì

Mario Sechi

La ripresa è a portata di mano, lo dice Letta. E’ il 13 novembre, un olimpico mercoledì romano, il premier parla al consiglio nazionale del Coni. Vicino a Enrico c’è l’aitante presidente della sportiva istituzione, Giovanni Malagò, che squadra l’abito grisé del presidente del Consiglio. Il pragmatico Malagò studia per il futuro, sogna le Olimpiadi a Roma, Letta assicura che si può sognare perché la ripresa c’è, la ripresa è là, la ripresa non mancherà, la ripresa è alla nostra portata. Non ci sono dubbi, è la settimana della ripresa.

    La ripresa è a portata di mano, lo dice Letta. E’ il 13 novembre, un olimpico mercoledì romano, il premier parla al consiglio nazionale del Coni. Vicino a Enrico c’è l’aitante presidente della sportiva istituzione, Giovanni Malagò, che squadra l’abito grisé del presidente del Consiglio. Il pragmatico Malagò studia per il futuro, sogna le Olimpiadi a Roma, Letta assicura che si può sognare perché la ripresa c’è, la ripresa è là, la ripresa non mancherà, la ripresa è alla nostra portata. Non ci sono dubbi, è la settimana della ripresa. Certo, c’è lo scambio di mazzate ed epistole regolamentari nel Pdl, l’omerica battaglia tra alfaniani e fittiani, il ciclopico incerto da farsi e disfarsi di Berlusconi, ma la ripresa è un fatto assodato e registrato al check-in.

    La ripresa è là, con i 3.093 emendamenti presentati sabato scorso (9 novembre) alla Legge di stabilità, 992 del Pd, 814 del Pdl, quelli che la legge l’hanno scritta e ora la riscriveranno. La ripresa c’è e ci sarà, anche se Romano Prodi dice “non voterò alle primarie del Pd perché mi sono ritirato dalla vita politica” e dà un calcio nelle gengive a “Renzie”, il quale manda una lettera agli iscritti del Pd: “Nessuno si tiri indietro”. E’ ancora sabato e Cicchitto s’incrocia con Capezzone: “Ti dico marameo”. Stop, perché è domenica (10 novembre), la ripresa c’è e Letta è volato a Malta per un vertice internazionale, ma senza i Cavalieri, mi raccomando, che quello di Arcore basta e avanza. Evocato, Silvio si concede all’Huffington Post, il giornale online di Lucia Annunziata che, dopo l’intervista a Barbara Berlusconi, è la scelta number one per le esternazioni di famiglia: “Questa manovra va cambiata profondamente”. Ma tranquilli, perché la ripresa c’è e il lunedì (11 novembre) Letta da Malta assicura che la “Germania è per la crescita”. Non abbiamo dubbi, è per la crescita del pil tedesco. Il democratico Gianni Cuperlo è contro i “tagli lineari e per colpire i privilegi” (Gr Parlamento, ore 13 e 11) mentre Pippo Civati assicura che “Renzi perderà”. I merkeliani di Berlino si sentono sollevati, la ripresa c’è e i “governativi del Pdl preparano un nuovo documento” mentre nel Pd serpeggia l’incubo dei “gazebo vuoti”. Scampoli di lanci d’agenzia, coriandoli di no news good news che ci traghettano verso un martedì (12 novembre) dove l’indomito Cicchitto minaccia la diserzione del Consiglio nazionale, Grillo dice che Letta è un “collaborazionista della Germania”, Letta fa un salto al Quirinale da Giorgio Napolitano, Renzi fa “Renzie” e messaggia, chatta, twitta con i suoi follower su ogni cosa dello scibile, dal parmigiano ai trattati internazionali, il Grande sud di Micciché apre un “confronto sul futuro di Forza Italia”, Alfano parla di horror vacui, una deputata pentastellata commemora la strage di Nassiriya ricordando il kamikaze come una vittima, Papa Francesco e Re Giorgio fanno sapere che il Pontefice “rinuncia ai corazzieri in occasione della sua visita di dopodomani al Quirinale. Una scelta che viene definita in linea con la scelta di sobrietà che caratterizza l’attuale pontificato”. Niente corazzieri, inequivocabile simbolo di opulenza demoniaca. Si va a cena con Berlusconi che a Palazzo Grazioli riceve i “falchetti”, gioventù azzurra di molta lotta e niente governo.

    Ma la ripresa c’è, è là, a portata di mano, e fa niente se mercoledì (13 novembre), l’Ue apre un dossier sul surplus commerciale della Germania, così, giusto per vedere se danneggia l’economia e provoca un rialzo eccessivo dell’euro. La ripresa è a portata di mano, tranquilli, giovedì (14 novembre) il Papa ha fatto visita a Napolitano, ha chiesto meno veleni e più lavoro, mentre nella voliera del Pdl è entrata una nuova specie: i “falchetti” diventano “pappagalli” e Cicchitto mostra capacità di analisi ornitologica insospettabile. C’è stato un Consiglio nazionale del Pdl in voliera e sarà di certo un Sabato Italiano, canta Sergio Caputo: “Giù in strada per fortuna sono ancora tutti vivi / L’oroscopo pronostica sviluppi decisivi”. Sviluppi sì, ma Letta dov’è? A Lipsia, perbacco, al congresso della Spd, per “cancellare lo stereotipo di un’Italia assistita dall’Europa”. E la ripresa? E’ venerdì (14 novembre) sulla prima pagina del Financial Times è desaparecida. Non è in Europa e gioca a nascondino anche in Giappone. Eccola, la ripresa, è in America, dove c’è la Fed della signora Janet Yellen. American Woman, dolci ricordi. Mi ritorna in mente la frase di Bill Clinton nella campagna presidenziale del 1992: “It’s the economy, stupid”.