L'Italia alluvionata
Per inquadrare meglio uno dei problemi di fondo che la tragica alluvione di lunedì in Sardegna ha sollevato, è utile partire dal comunicato diramato ieri dai geologi italiani, per voce del loro presidente, Gian Vito Graziano: “Qualora non fossero ancora chiari i termini del dissesto idrogeologico, i geologi hanno il dovere morale di non abbassare la guardia, ricordando al paese che la popolazione esposta a fenomeni franosi ammonta a 987.650 abitanti, mentre quella esposta alle alluvioni raggiunge 6.153.860”.
Per inquadrare meglio uno dei problemi di fondo che la tragica alluvione di lunedì in Sardegna ha sollevato, è utile partire dal comunicato diramato ieri dai geologi italiani, per voce del loro presidente, Gian Vito Graziano: “Qualora non fossero ancora chiari i termini del dissesto idrogeologico, i geologi hanno il dovere morale di non abbassare la guardia, ricordando al paese che la popolazione esposta a fenomeni franosi ammonta a 987.650 abitanti, mentre quella esposta alle alluvioni raggiunge 6.153.860”. A chi ieri denunciava la mano dei cambiamenti climatici dietro l’alluvione sarda i geologi rispondono che “non è solo colpa dei cambiamenti climatici, perché ad esempio l’urbanizzazione sfrenata ha eroso dal 1985 a oggi ben 160 km di litorale. Ogni cinque mesi viene cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli”.
Prima di prendersela con il clima, dunque, bisognerebbe guardare alla fragilità del nostro territorio, che da sempre – e sempre in autunno – vede il verificarsi di alluvioni che colpiscono anno dopo anno città e regioni diverse. In Italia non esistono studi che evidenzino un trend in aumento di eventi estremi come il ciclone che ha colpito Olbia, e men che meno che ne determinino con certezza le cause. Ma anche dando per sicuro l’aumento del numero e della portata di tali eventi in futuro (cosa da verificare anche per gli esperti di clima delle Nazioni Unite), occorre tenere presente che, come hanno ricordato i geologi italiani, morti e danni non vengono causati dal global warming.
L’Italia è un paese martoriato dal dissesto idrogeologico. Le aree ad elevata criticità rappresentano il 9,8 per cento della superficie nazionale e riguardano l’89 per cento dei comuni. Non è una sorpresa che la nostra penisola (isole comprese) venga colpita da eventi estremi, per questo pulire gli alvei dei fiumi e mettere in sicurezza il territorio dovrebbe essere la priorità per evitare altre tragedie. Secondo le previsioni più pessimistiche, il global warming porterebbe a un aumento dell’intensità degli eventi estremi di circa il 10 per cento. In Sardegna sono caduti 440 mm di pioggia in poche ore. Difficile credere che se ne fossero caduti il dieci per cento in meno, 400, non ci sarebbero stati problemi.
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