“Perché quel ponte è crollato?”. Il mostro burocratico che uccide in Sardegna

Giulia Pompili

Questa volta “l’allarme preventivo” era stato dato. Il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, riferendo alla Camera sulle vittime dell’alluvione in Sardegna, ha tenuto a precisare che “il Dipartimento della Protezione civile aveva avvisato domenica scorsa, con un’allerta meteo, della possibilità di forti precipitazioni sulla Sardegna. L’avviso indicava una criticità al massimo livello per il rischio idrogeologico, con possibilità anche di perdite di vite umane”.

Editoriale L'Italia alluvionata

     Questa volta “l’allarme preventivo” era stato dato. Il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, riferendo alla Camera sulle vittime dell’alluvione in Sardegna, ha tenuto a precisare che “il Dipartimento della Protezione civile aveva avvisato domenica scorsa, con un’allerta meteo, della possibilità di forti precipitazioni sulla Sardegna. L’avviso indicava una criticità al massimo livello per il rischio idrogeologico, con possibilità anche di perdite di vite umane”. Come a dire, ve l’avevamo detto. Ma cosa avrebbero dovuto fare i sindaci dei comuni del centro-nord sardo? Il processo e la condanna nei confronti della commissione Grandi rischi in carica durante il terremoto abruzzese del 2009, che non previde il sisma, ha fatto scuola. Abbiamo già assistito al cortocircuito del principio di precauzione quando, nel febbraio scorso, il comune di Garfagnana in provincia di Lucca avvertì via Twitter i propri abitanti di abbandonare le proprie case perché secondo “la presidenza del Consiglio dei ministri” ci sarebbe stato un terremoto in arrivo – terremoto che poi non si sarebbe mai verificato. Così adesso è forse arrivato il momento del processo ai meteorologi, incapaci di prevedere con esattezza i millimetri di pioggia che avrebbero potuto provocare quei diciotto morti (e due dispersi, secondo gli ultimi dati ufficiali).

    “Le responsabilità esistono, un colpevole c’è, ma è impossibile trovarlo”, dice Anthony Muroni, direttore dell’Unione sarda, “perché la colpa è dell’ingovernabilità del nostro paese, del mostro burocratico che impedisce di dare risposte ai sardi, che cinque anni fa hanno subìto la stessa tragedia. I nostri lettori sono incazzati, non possono avere risposta ad alcune semplici domande: perché un ponte consegnato due anni fa è crollato? Perché il cantiere di una diga è fermo da un anno e mezzo? Il sindaco rimanda alla provincia, la provincia alla regione, la regione a Roma. E poi qualcuno tira fuori un codicillo di una legge di sessant’anni fa. Ma quella non è una risposta”. Secondo i dati del Gruppo nazionale per la difesa dalle catastrofi idrogeologiche (Gndci) del Cnr dal 1963 al 2012 tutte le regioni italiane hanno subìto eventi di frane e inondazioni per i quali si sono registrate vittime. In particolare le inondazioni hanno fatto 1.563 vittime (692 morti, 66 dispersi, 805 feriti) in tutta Italia.

    La regione Sardegna ha registrato 42 vittime per frana tra morti, dispersi e feriti, e 50 per inondazione. “Novembre è un mese dalle forti criticità idrogeologiche, è il mese in cui viene fuori di più la grave fragilità del territorio italiano”, dice al Foglio Massimo Gargano, presidente dell’Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni. “In Italia i comuni ad alto rischio idrogeologico sono 5.581, cioè il 68,9 per cento. Solo in Sardegna sono 42. Oltre la metà delle regioni italiane è stata colpita, nell’ultimo triennio, da eventi calamitosi di origine naturale”. E riparare i danni costa annualmente allo stato circa lo 0,7 del pil. Ridurre fortemente il rischio idrogeologico costa, ma produce conseguenze virtuose come in Francia, dove è stato calcolato che la manutenzione del territorio moltiplica per sei il valore di ogni euro pubblico investito in prevenzione: oltre a limitare il rischio, crea occupazione e incentiva gli investimenti privati. Il Cdm straordinario ha messo a disposizione 20 milioni di euro per i primi aiuti, mentre il governo della regione Sardegna ha dichiarato lo stato di calamità e stanziato altri cinque milioni. Nel frattempo l’allerta meteo resta alta in Sardegna, almeno per le prossime ore.

    Editoriale L'Italia alluvionata

    • Giulia Pompili
    • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.