Proibire o anche no
Né permessa né autorizzata: la classica situazione “vecchia come il mondo” per cui la prostituzione in sé non è illegale, ma è illegale per la prostituta adescare il cliente in strada, è illegale per il cliente richiedere in pubblico, è illegale possedere o gestire una “casa di tolleranza” ed è illegale “proteggere” una prostituta è un compromesso comune all'Italia e a molti altri paesi. Dal Regno Unito al Canada, passando per Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Spagna.
Né permessa né autorizzata: la classica situazione “vecchia come il mondo” per cui la prostituzione in sé non è illegale, ma è illegale per la prostituta adescare il cliente in strada, è illegale per il cliente richiedere in pubblico, è illegale possedere o gestire una “casa di tolleranza” ed è illegale “proteggere” una prostituta è un compromesso comune all’Italia e a molti altri paesi. Dal Regno Unito al Canada, passando per Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Spagna. Ed è questa attualmente la situazione anche in Francia. Una variante è quella di paesi come Belgio, Brasile, Cipro, Costa Rica, Estonia e Hong Kong: lì è legale la prostituzione esercitata in prima persona, ma illegale quella alle dipendenze di qualcun altro. Sia la Svezia sia l’Olanda, pioniere della riforma della prostituzione, sono invece due paesi nordici associati a una tradizione politica di welfare socialdemocratico che dal punto di vista del costume si è tradotta nella massima apertura alla libertà sessuale: matrimonio gay, altissima percentuale di figli nati fuori dal matrimonio, e un fiorentissimo business legato all’export di materiale pornografico.
Eppure, le ricette nate in due contesti così simili sono praticamente opposte. Nei Paesi Bassi, infatti, dal 2000 la prostituzione è considerata una professione perfettamente legale. Lavoratori e lavoratrici del sesso hanno accesso alla previdenza, si iscrivono ai sindacati e pagano regolari imposte sul loro reddito: il Parlamento considerò appunto le possibilità di imposizione su un giro d’affari stimato in 2 miliardi di fiorini (l'euro ancora non era entrato in vigore) come argomento decisivo. Ovviamente, essendo considerate imprese come le altre i bordelli hanno il diritto di farsi pubblicità. Certo che poi c’è anche il divieto di “esercitare” sotto i 18 anni: ma è un limite valido anche per altri lavori. In Svezia, al contrario, dal 1999 la legge ha equiparato la prostituzione a un reato: punito direttamente con la galera. E’ il modello olandese della formalizzazione che è stato imitato da altri Paese con tradizioni di welfare socialdemocratico come la Germania, l’Austria e la Nuova Zelanda, oltre a Svizzera, Ungheria, Lettonia, Grecia e Turchia. Ma sono paesi legati alla tradizione del welfare scandinavo anche Norvegia e Islanda, che hanno invece adottato quel modello svedese ora discusso anche in Francia. Che punisce il cliente uomo, ed è dunque differente rispetto al modello proibizionista vigente in gran parte dell’Asia, dell’Africa e dell’Europa orientale, compresi paesi come Cina o Russia. Anche negli Stati Uniti la prostituzione è formalmente illegale, salvo che nel Rhode Island dove c’è un sistema all’italiana e in Nevada dove invece i bordelli possono esistere in contee oltre i 400 mila abitanti che decidano di concedere le apposite licenze. Il più famoso bordello dello stato è il Bunny Ranch, le cui dipendenti alle ultime primarie fecero rumore scendendo pubblicamente in campo a favore del repubblicano libertarian Ron Paul.
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