Tra Roma e Trieste
Putin mette tutti i tasselli in ordine per la visita in Italia
Enrico Letta ha scelto Trieste per il primo vertice con il governo russo degli ultimi tre anni: secondo il premier la decisione risponde a una logica precisa (dobbiamo rilanciare il ruolo della città, ha detto negli ultimi giorni), nei corridoi della Farnesina ammettono che la sede è “inusuale”, ed è possibile che il dettaglio abbia colto un po’ di sorpresa anche i diplomatici russi. Tanto che Vladimir Putin arriverà in Italia lunedì, ventiquattro ore prima del vertice, e sarà a Roma anziché a Trieste.
Enrico Letta ha scelto Trieste per il primo vertice con il governo russo degli ultimi tre anni: secondo il premier la decisione risponde a una logica precisa (dobbiamo rilanciare il ruolo della città, ha detto negli ultimi giorni), nei corridoi della Farnesina ammettono che la sede è “inusuale”, ed è possibile che il dettaglio abbia colto un po’ di sorpresa anche i diplomatici russi. Tanto che Vladimir Putin arriverà in Italia lunedì, ventiquattro ore prima del vertice, e sarà a Roma anziché a Trieste, perché è lì che si svolge la parte più consistente del suo viaggio, a partire dall’udienza con il Papa, che viene dopo mesi di contatti intensi fra Mosca e il Vaticano. A maggio il Pontefice ha ricevuto Aleksander Avdeev, l’ex ministro della Cultura che guida l’ambasciata russa presso la Santa Sede, e poche settimane più tardi s’è rivolto a Putin con un messaggio sulla crisi in Siria: allora pareva che l’intervento militare fosse questione di ore, oggi l’ipotesi pare lontana, ma quell’emergenza resta una priorità per il Cremlino come per il Vaticano.
Molti guardano all’incontro fra Putin e Bergoglio cercando i segni di una svolta nei rapporti fra la chiesa di Roma e quella di Mosca, anche se Papa e Patriarca si parlano ormai senza bisogno di mediatori. Il metropolita Hilarion, uno degli esponenti più in vista della chiesa ortodossa, è stato a Roma dieci giorni fa, ha parlato con Francesco e ha detto chiaramente che si lavora “con grande cautela” allo storico incontro con il Patriarca Kirill, un incontro che si dovrebbe tenere in un “paese neutro”, quindi non in Russia (Hilarion ha anche precisato che la visita di Putin non riguarda le relazioni fra le chiese). L’udienza con il Papa non è il solo appuntamento sull’agenda di Putin, che si vedrà al Quirinale con Giorgio Napolitano e Romano Prodi, e subito dopo con Silvio Berlusconi. Napolitano, Prodi e Berlusconi sono politici decisamente diversi, ma ciascuno di loro ha conquistato il rispetto di Putin. L’amicizia con il Cav. è cosa nota, a Prodi è stato offerto di guidare uno dei progetti più importanti per la Russia, il gasdotto South Stream, e il capo del Cremlino ha mostrato di avere grande stima anche per il presidente della Repubblica: “La vecchia guardia serve, l’Italia ha scelto Napolitano”, ha detto la scorsa primavera, in un incontro con la stampa internazionale.
Solo al termine di questa giornata (solo dopo la cena “in onore di Putin” al Quirinale) il capo del Cremlino volerà a Trieste per le strette di mano. A Trieste aspetta una delegazione folta, un centinaio fra politici, burocrati, interpreti e servizi di sicurezza: in città ci saranno gli uomini più importanti del governo russo, dal ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, al responsabile delle Finanze, Anton Siluanov, sino al generale Sergei Shoigu, che controlla le Forze armate. Le forze dell’ordine hanno già cominciato il loro lavoro, l’allerta raggiungerà il livello massimo fra lunedì e martedì e sull’elenco delle noie ci sono anche le ragazze di Femen, le attiviste che protestano senza veli e che hanno già accompagnato Putin nelle sue precedenti visite in Europa.
Il rapporto con Gazprom
Ogni possibile differenza fra Roma e Mosca s’è appiattita proprio alla vigilia del vertice. Questa settimana un giudice di San Pietroburgo ha concesso la libertà su cauzione a Cristian D’Alessandro, che si era lanciato in un attacco contro una piattaforma petrolifera nelle acque dell’Artico e rischiava una pena severa. E si è conclusa con successo anche la cessione di Severenergia, la joint venture di Eni ed Enel che è passata a Rosneft e GazpromNeft-Novatek. Con questo accordo le due compagnie italiane incassano plusvalenze significative, rinunciano a un giacimento da 30 mila barili di petrolio al giorno, ma confermano l’alleanza con i loro partner. Che cosa può fare la politica per sostenere i rapporti fra l’economia italiana e quella russa? Da Mosca chiedono che l’Italia usi il suo turno di presidenza all’Ue su due fronti: da una parte ci sono le regole per i visti di ingresso, da alleggerire per rendere più facili gli scambi fra la Russia e l’Ue; dall’altra le procedure sulla concorrenza aperte da Bruxelles contro Gazprom, che potrebbe ricevere sanzioni già nei prossimi mesi.
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