Sottoterra
Altro che rasoterra. Ancora una settimana fa avevamo una narice a pelo d'erba, ora siamo sottoterra: quattordici punti in classifica, venti e più dalla vetta, un punto in più del Sassuolo che per noi dovrebbe essere l'esempio di come si fa a migliorare il gioco e a risalire la china. Invece siamo a cinque punti dal fondo assoluto.
Altro che rasoterra. Ancora una settimana fa avevamo una narice a pelo d’erba, ora siamo sottoterra: quattordici punti in classifica, venti e più dalla vetta, un punto in più del Sassuolo che per noi dovrebbe essere l’esempio di come si fa a migliorare il gioco e a risalire la china. Invece siamo a cinque punti dal fondo assoluto. Due volte nella nostra storia siamo finiti in serie B, una per aver barato, l’altra per manifesta somaraggine. Finimmo la stagione 1981-’82, quando la vittoria valeva ancora due punti, al terzultimo posto, ventiquattro punti, la perfetta simmetria del brocco, dodici all’andata, dodici al ritorno. Nella stagione in corso stiamo facendo una media di un punto virgola zero a partita, gli ottimisti dicono che la finiremo in posizione centrale, notoriamente cuore della mediocrità e dell’irrilevanza nel calcio come in politica. Tenendo conto però della voglia, dell’accanimento feroce che mettono in campo le poche squadre rimaste alle nostre spalle, il Chievo, il Bologna, il Cagliari, la questione è semplice ed è inutile girarci intorno: la prossima trasferta in casa del Catania, sola squadra a essere più imbambolata e catatonica della nostra, è da considerarsi, tecnicamente, scontro diretto per non retrocedere. Il guaio è che non saprei nemmeno cosa dire al mio psicanalista. Sbaglia Allegri, che legge male le partite e sembra non avere il sacro furore? Sbagliano Galliani-Braida, rimasti troppo a lungo al loro posto e Dio solo sa cosa vuol dire aver lasciato partire Pirlo, che da quel giorno infausto ha inanellato un centinaio di partite di altissimo livello, Nazionale compresa, lasciandoci tramortiti a cercare improbabili figurine di centrocampisti di visione e di governo? Il Milan sta implodendo e la mano felix del Cav. è lontana. “The end, this is the end, my friends”: non è il tweet di Balotelli, è la canzone che Jim Morrison e i Doors cantavano in “Apocalypse now”, viaggio al termine di un cuore di tenebra .
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