Natale con Marco
L’antico combattente ha imbracciato come un’ascia l’ennesimo Satyagraha. E nel giorno della nascita di Gesù farà due atti di profonda riverenza, e insieme di sfida. Uno di natura spirituale e l’altro di carattere istituzionale. Marco Pannella sarà la guida morale della terza Marcia di Natale per ottenere l’amnistia e riaprire il dibattito sulla riforma della giustizia (dopo il naufragio dei referendum) a cui parteciperanno politici, avvocati, preti, direttori penitenziari.
L’antico combattente ha imbracciato come un’ascia l’ennesimo Satyagraha. E nel giorno della nascita di Gesù farà due atti di profonda riverenza, e insieme di sfida. Uno di natura spirituale e l’altro di carattere istituzionale. Marco Pannella sarà la guida morale della terza Marcia di Natale per ottenere l’amnistia e riaprire il dibattito sulla riforma della giustizia (dopo il naufragio dei referendum) a cui parteciperanno politici, avvocati, preti, direttori penitenziari. Partendo da San Pietro, in omaggio a Papa Francesco che ha abolito l’ergastolo e introdotto il reato di tortura nell’ordinamento penale vaticano ben prima dell’Italia. E, ricorda Pannella, “si è battuto anche per l’amnistia in Argentina”. La marcia si concluderà a Palazzo Chigi, per sostenere simbolicamente il capo dello stato, Giorgio Napolitano, poiché si continua a disattendere la sua richiesta di riformare la giustizia e il sistema penitenziario e “per aiutare il governo a fare ciò che non può più fare: prendere un provvedimento per l’amnistia, l’unico strumento per intervenire in modo strutturale”.
Cosa si deve fare questa volta per farle interrompere lo sciopero della fame e della sete? “Adottare un provvedimento di amnistia per costringere lo stato italiano a interrompere la flagranza criminale. Ce lo chiede l’Europa, ce lo chiede in modo imperativo il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, e ce lo chiede soprattutto Napolitano, che recentemente ha ribadito la sua volontà, ricorrendo a termini drammatici: ‘Non si può più perdere un solo giorno’”. Nel frattempo, in Parlamento non si è mossa foglia: “Il presidente della Repubblica ha fatto ricorso a uno strumento eccezionale, consentito dalla Costituzione, per inviare un messaggio alle Camere sulle carceri e sulla giustizia. E i presidenti delle Camere non hanno nemmeno riunito la conferenza dei Capigruppo per calendarizzare il dibattito in Aula sul suo messaggio. Il tema non è solo l’emergenza carceraria, bensì la riforma di tutta la giustizia: alla base delle condanne della Cedu e del Consiglio d’Europa c’è l’irragionevole durata dei processi. Il nostro obiettivo è quello di ricorrere a un atto di non violenza per trasmettere energia al governo e andare incontro alle richieste del presidente della Repubblica, che in due passaggi del suo messaggio alle Camere ha usato il termine ‘obbligo’, per sottolineare l’urgenza della riforma. Hic et nunc”.
Intanto ora è arrivato Matteo Renzi. Sarà d’aiuto in questo? “Renzi ha espresso sin da subito una posizione contraria a quella del capo dello stato. E ora, nella sua segreteria, ha affidato l’incarico sulla Giustizia ad Alessia Morani, che ha sempre avuto posizioni reazionarie in materia. E infatti appena è stata nominata ha affermato che amnistia e indulto non risolvono il problema delle carceri. Eppure rispetto a questo tema, ci sono posizioni molto diverse all’interno del Pd. E Renzi ha già dimostrato di essere molto veloce nel saper cambiare la sue ‘posizioncelle’”. La marcia di Natale è anche un tentativo di difesa dell’umanità dolente, ma non è la prima marcia di Natale per chiedere l’amnistia. Ce ne fu una precedente, cui partecipò anche un senatore che si chiamava Giorgio Napolitano… “Certo! C’era lui, e c’erano diversi ex presidenti della Repubblica, come ad esempio Francesco Cossiga. Purtroppo i problemi erano gli stessi di oggi. Ecco perché credo che dopo decenni di illegalità, se il Parlamento e il governo non troveranno una soluzione, oltre a rischiare di fallire verranno definitivamente sputtanati e delegittimati. Ribadisco: si deve aiutare il governo a fare quello che non può non fare”.
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