Vi spiego perché sposare una donna è il rimedio per tutti i mali
Incontro al Ritz il duca di Mèrise, uno degli uomini più eleganti d’Europa. Sorseggiando il pastis il duca mi esprime sulla disastrosa presidenza Hollande quella che non è un’opinione ma un giudizio divino; non a caso i suoi antenati partirono per le crociate e di uno fu ritrovato anni fa lo scheletro in un pozzo di Beirut. “Hollande”, sospira il duca, “è un uomo orribile. I francesi l’hanno votato solo perché se ne rendesse pubblicamente conto”.
Incontro al Ritz il duca di Mèrise, uno degli uomini più eleganti d’Europa. Sorseggiando il pastis il duca mi esprime sulla disastrosa presidenza Hollande quella che non è un’opinione ma un giudizio divino; non a caso i suoi antenati partirono per le crociate e di uno fu ritrovato anni fa lo scheletro in un pozzo di Beirut. “Hollande”, sospira il duca, “è un uomo orribile. I francesi l’hanno votato solo perché se ne rendesse pubblicamente conto”. Mi sfugge un sorrisino; il duca se ne accorge e mi si avvicina. “Mon cher ami, lei conosce i miei rapporti burrascosi con le donne. A causa loro in gioventù mi battei a duello e sperperai tre patrimoni, grazie al cielo restaurati da provvidenziali eredità. Forse lei mi giudica un Barbablu, però il peccato vero, quello orribile che insieme alla donna sfregia l’uomo che lo compie e il mondo intero, quel peccato io e Barbablu, a differenza di Hollande, non l’abbiamo commesso”. Quando sento parlare di peccati la mia attenzione si ravviva. Il duca se ne accorge e lascia che la mia attesa salga per il tempo di ordinare un altro pastis, poi riprende a parlare accarezzandosi la barba bianca e appuntita. “Cinque volte mi sono sposato, la prima e l’ultima in chiesa. Il primo matrimonio è stato annullato dalla Sacra Rota e così lei ha potuto assistere allo sponsale tra me e Catherine in Notre Dame. Essere sposato in grazia di Dio fa la differenza, mi creda”. Gli credo, e mi rallegro col duca che annuisce convinto: “Le donne che sposi sono sempre deliziose, anche quando fanno i capricci”. “Caro duca, qual è dunque il peccato imperdonabile di Hollande?”. “Non avere sposato le sue amanti e conviventi, nemmeno quella da cui ha avuto quattro figli. Non si offendono così le donne, è come ucciderle, peggio, è torturarle per anni e anni”. “Forse Ségolène non voleva sposarsi – obietto – forse tante donne non vogliono”. “Lo escludo. Fingono di non volere per timore di innervosire il loro uomo, o perché si vergognano della propria mortificazione al punto che nemmeno riescono ad ammettere di essere offese. Si danno un tono, ostentano disprezzo per la tradizione, ma per le poverine il matrimonio resta pur sempre doveroso e sacro. Così dovrebbe essere anche per l’uomo. Un uomo che dopo qualche anno di unione non sposa la sua donna, è un mascalzone. La sventurata passa il tempo a celare l’amarezza, lui a guardarla sadicamente. Per costoro riesumerei la ghigliottina che pure ha dato tanto da penare ai miei avi”. Lo incalzo: “Quindi Hollande è un disastro perché non ha sposato la donna della sua vita?”. “Senza dubbio. Sa cos’è il Burum? Tutte le donne ce l’hanno. Se cominciano a guardare un uomo con odio represso, il Burum passa dai loro occhi ai suoi e gli spappola il cervello. La Royal ha spappolato il cervello di Hollande. Ha fatto benissimo, a parte i danni economici per la Francia. E’ criminale che un uomo libero dal vincolo non sposi la donna con cui sta. Pensi che persino lo scapestrato padre di Anaïs Nin propose alla trentenne scrittrice di sposarlo”. Di nuovo sorrido, suscitando una severa reazione del duca. “Joaquim Nin era l’uomo più elegante del suo tempo, e questo in parte lo assolve. Giacque con la figlia ma la supplicò di sposarlo, e questo lo assolve del tutto”. “Duca, per lei sposare le donne sembra essere il rimedio per tutti i mali!”. “Sì, è così, anche lei lo sa. Pensi a una donna che notoriamente convive da dieci anni con un uomo e si trova a un ballo in cui tutte portano la fede al dito e lei no. Non le sembra la perfetta scena di un film dell’orrore? Una volta mi capitò di assistervi, e prima che tutti si accorgessero del nudo anulare della sventurata, approfittando di un valzer la presi tra le mie braccia e le infilai nel dito la mia fede nuziale. Fu la mia quarta moglie. Anzi no, la terza”.
A meno che non sei sposato… triste e incolpevole.
Il Foglio sportivo - in corpore sano