Andate e leopoldizzatevi

Anche il Cav. ha un sindaco nella manica, giovane e thatcheriano

Marianna Rizzini

Rinnovarsi per stare al passo con il Pd di Renzi, ha detto il Cav., non avvezzo a celare con fumisterie e linguaggi felpati il pensiero del momento (quello di ieri era: “Spero di essere capolista in tutte le regioni alle europee”). E dunque via libera all’ascesa di Giovanni Toti – puro uomo Mediaset – alla carica di coordinatore di Forza Italia, e via libera a ogni operazione di leopoldizzazione delle energie per la nuova Forza Italia. Lungo questa strada l’altra carta del Cav. è Alessandro Cattaneo, giovane sindaco come Renzi (ma a Pavia).

    Rinnovarsi per stare al passo con il Pd di Renzi, ha detto il Cav., non avvezzo a celare con fumisterie e linguaggi felpati il pensiero del momento (quello di ieri era: “Spero di essere capolista in tutte le regioni alle europee”). E dunque via libera all’ascesa di Giovanni Toti – puro uomo Mediaset – alla carica di coordinatore di Forza Italia, e via libera a ogni operazione di leopoldizzazione delle energie per la nuova Forza Italia. Lungo questa strada l’altra carta del Cav. è Alessandro Cattaneo, giovane sindaco come Renzi (ma a Pavia), fan delle primarie come Renzi (si è candidato l’anno scorso, prima che Silvio Berlusconi in persona decidesse di rientrare dalla finestra della campagna elettorale per le politiche), arbitro di calcio per diletto come Renzi e vagheggiatore della rivoluzione liberale promessa nel 1994 e mai realizzata. “La destra ora ha bisogno non solo di un programma”, ma anche “di una rapida torsione di mentalità e d’azione in campo economico”, a costo di trovarsi “con la gente in piazza tutti i giorni”, la “resistenza sotterranea dei poteri consolidati” e “l’impopolarità” dei primi mesi, dice Cattaneo, convinto che il centrodestra debba “vincere la paura di essere davvero thatcheriano, anzi osborniano”, dal nome dell’attuale cancelliere dello Scacchiere George Osborne che per il 2014 promette agli inglesi tagli pesanti e necessari da accettare buttando lo sguardo oltre la durezza dell’oggi, forte dei risultati di crescita oltre la crisi.

    Il trentaquattrenne sindaco di Pavia, ingegnere elettronico con un passato aziendale all’Enel, è un “nativo” di Forza Italia. In dieci anni ha fatto tutto il percorso dell’attivista: consigliere in circoscrizione, coordinatore giovani, coordinatore cittadino (a 27 anni), primo cittadino (a 29). Il tutto sposando nel frattempo la fidanzata del liceo (ora docente di Psicologia), diventando padre di una bimba (che ora ha poco più di un anno), varando misure “no-slot machine” nel suo comune (incentivi ai locali che rimuovono dal retrobottega la macchina dei desideri) e andando in giro per i cinque continenti come coordinatore-viaggi per Avventure nel mondo, l’associazione che mette insieme gruppi di sconosciuti per vacanze zaino in spalla (o trolley, ma lo spirito è comunque spartano), in alloggi a volte di fortuna (i partecipanti, a sentire chi c’è stato, si dividono in due categorie: quelli che si adattano entusiasti, felici per le “esperienze” e le “nuove amicizie”, e quelli che borbottano per tutto, a partire dalla cassa comune – ed è un po’ come andare in barca sulla terraferma). In ogni caso il Cattaneo viaggiatore è stato ovunque, dalla Patagonia all’Uganda, e dice che la cosa gli è servita a non avere preconcetti in politica.

    “Formattiamo il centrodestra”, diceva il sindaco di Pavia un paio di anni fa, chiedendo ricambio di facce e contenuti. Ma puntare “a una rivoluzione prima di tutto mentale” non vuol dire “andarsene”, dice oggi Cattaneo, che è rimasto nel campo originario (ai “moderati” alfaniani, ma anche alla vecchia guardia forzista, dice: “Serve un conservatorismo di modello anglosassone, rivoluzionario all’occorrenza”). Ma come fare a rompere l’incantesimo dell’immobilità, in un paese spaventato dalla rottura degli equilibri visibili e invisibili? “Se ogni volta che si annuncia una riforma ci si fa condizionare dalle resistenze inevitabili e dai media che ti sbattono in prima serata il caso umano, allora siamo finiti”, dice Cattaneo. “Dobbiamo essere netti, anche provocatori: introduciamo la cassa integrazione anche nella Pa, facciamo davvero il blocco del turn-over e, sia nel pubblico sia nel privato, diciamo basta ai contratti a tempo indeterminato. Che ognuno risponda di se stesso sul posto di lavoro”.

    La spesa pubblica è troppo alta? Cattaneo dice che “anche nei settori in cui più si spende e che hanno fama di intoccabili, per esempio nella Sanità, ci sono margini di risparmio, con accorpamenti e razionalizzazioni”. Al suo arrivo in comune a Pavia, nel 2009, il giovane sindaco era rimasto sconcertato per l’alto numero di dipendenti (“seicentosettanta più duecentotrenta nelle municipalizzate”). In questi anni si è reso conto che “non dire la verità sulle misure che sarebbero necessarie anche a livello di meritocrazia” è “il primo passo verso il baratro”. Ma c’è anche un altro problema: “La palpabile diffidenza” che Forza Italia incontra nel mondo politico-economico e dei centri studi che potrebbero dare un contributo. “Chiediamoci perché non siamo considerati, in quegli ambienti e altrove, un contenitore affidabile – e corriamo ai ripari. E’ vero che chi è stato al governo paga uno scotto, ma è anche vero che la rivoluzione liberale del 1994 non è stata ancora attuata. Ribaltiamo il filo del ragionamento, mostriamo ai cittadini la dura realtà, come dice Osborne, uno che parla con la serenità di chi non può abbellire il quadro perché abbellirlo significa solo dilapidare alla cieca le poche ricchezze rimaste. Smettiamola di trascinarci nella routine, meglio raccontare una verità scomoda che impantanarsi per un anno sull’Imu e poi fare melina”.

    • Marianna Rizzini
    • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.