Sputi su Woody

Annalena Benini

E’ stato durante il discorso di Diane Keaton ai Golden Globes. Lei, eternamente vestita da Annie Hall, ha ritirato il premio alla carriera a Woody Allen, e ha raccontato, in un discorso allegro e commosso, quanto grande sia la lunga amicizia che la lega al regista (“se lui mi vedesse in questo momento, chiederebbe di farmi scendere dal palco perché sto delirando”).

    E’ stato durante il discorso di Diane Keaton ai Golden Globes. Lei, eternamente vestita da Annie Hall, ha ritirato il premio alla carriera a Woody Allen, e ha raccontato, in un discorso allegro e commosso, quanto grande sia la lunga amicizia che la lega al regista (“se lui mi vedesse in questo momento, chiederebbe di farmi scendere dal palco perché sto delirando”). Era un perfetto momento di vanitose affettuosità hollywoodiane, e Mia Farrow, che seguiva da casa i Golden Globes e usava il  salotto collettivo di Twitter per dire quanto fosse bello Matt Damon e perfetta Jennifer Lawrence e quanto amasse Robin Wright, ha infilato i fischi e i lanci di lattuga dentro gli applausi per il suo ex marito: “E’ ora di prendersi un gelato e girare su Girls”, ha scritto e mandato per sempre in rete. E suo figlio Ronan poco dopo ha proseguito nella celebrazione di questo personale e virtuale antipremio a Woody Allen (Ronan dovrebbe essere l’unico figlio biologico di Allen, ma in odio al padre ha cambiato nome e cognome, e pochi mesi fa Mia Farrow su Vanity Fair ha rilanciato la possibilità che questo ragazzo prodigio, avvocato per i diritti umani  biondo e spiritoso, sia in realtà il figlio del suo antico grande amore Frank Sinatra).

    Ronan ha scritto: “Mi sono perso il tributo a Woody Allen. La parte dove una donna ha pubblicamente confermato di essere stata molestata da lui quando aveva sette anni l’hanno messa prima o dopo ‘Io e Annie’?”, e Mia Farrow ha  rituìttato. Se ci scherzano sopra significa che siamo dentro una sceneggiatura di Woody Allen, o che si divertono a far sapere al mondo che lo odiano ancora? E che Allen può anche vincere il premio alla carriera senza ritirarlo, e Cate Blanchett può vincere il Golden Globe come miglior attrice per “Blue Jasmine”, ma resta uno stronzo. Anche di più: un molestatore di figlie adottive. Quando i tribunali chiudono le pratiche e le autobiografie esauriscono lo scandalo (l’autobiografia di Mia Farrow è durissima contro Woody Allen e contiene anche gli atti processuali), la volontà di continuare la guerra ha bisogno di nuovi spazi. Una volta Sarah Silverman, attrice comica americana, scrisse su Twitter: “Quando i vostri congiunti vi fanno impazzire, chiudete gli occhi e immaginate di essere in un film di Woody Allen”, e Mia Farrow rispose: “Provato. Non ha funzionato”.

    Divenne una specie di regina del sarcasmo breve, entrando in affettuosa competizione con il figlio Ronan, che il giorno della festa del papà tuittò: “Buona festa del papà o, come diciamo noi in famiglia, buona festa del cognato”. Nota a margine della battuta: avendo Allen sposato Soon-Yi, i suoi fratelli sono diventati cognati del padre, oltre che figli. E’ accaduto di tutto: scrive Mia Farrow nell’autobiografia che Woody Allen si rotolava sul pavimento e si contorceva gemendo: “Oh, il mio stomaco! Oh, che cosa umiliante”, quando lei scoprì la relazione con Soon-Yi, nel 1992. Sono passati più di vent’anni, molte guerre, un matrimonio, psichiatri, detective privati, udienze e lacrime, e sono passati, nel frattempo, moltissimi film di Woody Allen con dentro tutte le debolezze umane. Ma questa guerra non è mai finita.  E durante le guerre ogni tanto si sente il bisogno di telefonare di notte e dire un sacco di parolacce, o tirare una torta in faccia, o aprire una botola sotto i piedi, o almeno provare a rovinare una festa. Twitter offre, in centoquaranta caratteri, la possibilità di ricordare a tutto il mondo quanto ci si odia ancora. A patto di essere spiritosi.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.