La donna che farebbe le scarpe a Renzi e Berlusconi
Antimondana, con il piacere della natura – un passato londinese, nella City europea frenetica e insonne, fatta di moda e di finanza, e un presente da mezza collina toscana, in mezzo alle vigne de Il Borro – tenuta di famiglia dove passa gran parte del suo tempo perché, dice, “lì c'è il rapporto con la terra. E poi il vino lo adoro, non c'è giorno che passa che non beva un bicchiere di vino. Bevo il mio, biodinamico, sapido e sincero”.
Antimondana, con il piacere della natura – un passato londinese, nella City europea frenetica e insonne, fatta di moda e di finanza, e un presente da mezza collina toscana, in mezzo alle vigne de Il Borro – tenuta di famiglia dove passa gran parte del suo tempo perché, dice, “lì c'è il rapporto con la terra. E poi il vino lo adoro, non c'è giorno che passa che non beva un bicchiere di vino. Bevo il mio, biodinamico, sapido e sincero”. Lei è Olivia Ferragamo, 31 anni, un cognome che da solo è una griffe universale, e un presente vissuto con le gioie di una mamma, “il piacere della natura ma al tempo stesso due gemelle nate a Maggio”.
La Manica Olivia l'ha attraversata per amore, “perché – spiega al Foglio – mio marito si è spostato per lavoro a Roma e io ho lasciato tutto e l'ho seguito”. Abitudini antiche, magari poco femministe nel senso della frenesia contemporanea di vivere se stesse come il centro del mondo che hanno molte donne, eppure così attuali. Schiette. La giovane Ferragamo non fuma, a differenza di Coco Chanel, ma ama. Ama e crede in Dio. “Sì – racconta parlando delle sue giornate – vado alla Santa Messa, anche da sola. Accanto al letto ho il Vangelo che leggo ogni sera, ora sto leggendo quello di Marco. Sono profondamente cattolica, molto legata alle Scritture”.
Dell'Italia pensa che “non sia un paese per giovani, in particolar modo in questo momento di crisi”. Il suo sogno è recitare in un musical e la sua America è quella “dove 100 anni fa arrivò Salvatore Ferragamo per creare il mito delle scarpe più belle del mondo e una grande industria che vive tutt'ora”. Altri cento di questi anni augura a se stessa e al marchio di moda che porta il suo nome anche se aggiunge che secondo lei “nel 2014 la moda è soprattutto rompere i canoni prestabiliti”. Sarà per questo che quando le chiediamo della politica dice che la trova “abbastanza inutile perché quello che conta è il fare e per il momento ho visto poco”. Anche se, aggiunge Olivia, “sul futuro sono pronta a stupirmi”.
Tra Matteo Renzi, Silvio Berlusconi e Giorgio Napolitano dice che le scarpe le farebbe “a tutti e tre”, beata giovinezza! Una giovinezza fatta di passione che le fa amare i thriller al cinema – “Seven più di tutti” – e che le fa odiare “Scemo e più scemo” perché non sopporta Jim Carrey (soprattutto in lingua originale). La celluloide, per Olivia, in fondo è qualcosa di familiare. Sua madre ha studiato recitazione, trasferendole l'interesse, e lei non disdegnerebbe di fare l'attrice in un film. Ma la sua passione segreta è il polo, gioco per le élite, la magia “dell'unione fra l'amore per i cavalli e gli sport di squadra. Fino a un po' di anni fa – racconta – facevo il salto a ostacoli col cavallo ed ero da sola, ma ho lasciato perché in gruppo è più divertente”.
Lei, così toscana, che adora la terra perché ha sempre vissuto in campagna, a Fiesole. “Per me – confessa – è importante avere la terra sotto i piedi anziché l'attico all'ultimo piano. Io cammino sempre scalza per essere ancorata al rapporto con la terra. Un rapporto carnale. Di segno sono Ariete, di fuoco, ma il fuoco, si sa, vuole la terra “. Sarà per questo che non si butterebbe mai col paracadute: le fa troppo paura "la sensazione di vuoto”. Fisica, non culturale, visto che ama Vincent Van Gogh e i suoi quadri, ed è attratta pure dal moderno. Perché, come diceva il pittore olandese, “non c'è blu, senza il giallo e senza l'arancione”.
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