Non vi stimolo più

Alberto Brambilla

Ieri, nell'ultimo meeting presieduto da Ben Bernanke, la Federal Reserve ha deciso all'unanimità di continuare a ridurre gli stimoli di ulteriori 10 miliardi al mese. Da febbraio acquisterà asset pubblici per 65 miliardi. Il “tapering” prosegue dunque a un ritmo blando. Tuttavia il mandato di Janet Yellen, che sostituirà Bernanke da venerdì, dicono gli esperti, consisterà nel prevedere e disinnescare le bolle finanziarie in formazione dopo quattro anni di iniezioni plurimiliardarie di liquidità e sei anni di tassi a zero che hanno spinto gli investitori ad assumersi rischi difficilmente calcolabili.

    Ieri, nell’ultimo meeting presieduto da Ben Bernanke, la Federal Reserve ha deciso all’unanimità di continuare a ridurre gli stimoli di ulteriori 10 miliardi al mese. Da febbraio acquisterà asset pubblici per 65 miliardi. Il “tapering” prosegue dunque a un ritmo blando. Tuttavia il mandato di Janet Yellen, che sostituirà Bernanke da venerdì, dicono gli esperti, consisterà nel prevedere e disinnescare le bolle finanziarie in formazione dopo quattro anni di iniezioni plurimiliardarie di liquidità e sei anni di tassi a zero che hanno spinto gli investitori ad assumersi rischi difficilmente calcolabili. “Nessuno è mai riuscito a farlo”, dice Stephen Cecchetti, ex consigliere della Banca dei regolamenti internazionali, organismo di supervisione e coordinamento delle Banche centrali. Né il governatore uscente Bernanke né il suo longevo predecessore Alan Greesnpan hanno intravisto le bolle. Prima della crisi Bernanke ha sottostimato quella immobiliare e il contagio finanziar-bancario. Certo, non è stato l’unico “distratto” ma “quel che è meno perdonabile – scriveva ieri il Wall Street Journal nell’editoriale d’addio a Helicopter Ben – è il suo rifiuto nel prendere atto degli errori della Fed durante gli anni della frenesia”. Yellen ha ricevuto dalla Casa Bianca il mandato di evitare “bolle artificiali” e “suonare in anticipo l’allarme sull’immobiliare”, ha detto il presidente Barack Obama al momento della nomina. Yellen disse davanti al Senato di non vedere rischi, ma analisti e operatori ora fiutano bolle un po’ ovunque. Yellen non ha “la palla di cristallo” ma è considerata una specie di Cassandra della macroeconomia (le sue stime sono state le più accurate tra quelle dei consiglieri della Fed) e la competenza nella regolamentazione finanziaria può aiutare a temperare gli eccessi di Wall Street accanto, ovviamente, alla riduzione degli stimoli, cosa che in questi giorni agita i mercati emergenti, beneficiari della liquidità americana. Additare la Fed fa comodo pure ai governi di Argentina, Thailandia e soprattutto Turchia, sotto scrutinio degli investitori più che altro per i rivolgimenti politici interni e le politiche monetarie poco ortodosse. Il sussulto di indipendenza della Banca centrale turca, che ha alzato tutti i tassi di riferimento contravvenendo ai diktat del premier Recep Tayyip Erdogan, ieri ha risollevato la lira svalutata. Il governatore, Erdem Basci, ha riaffermato la credibilità dell’Istituto con una stretta volta a ridimensionare un’economia gonfiatasi a dismisura ma tuttora molto fragile in quanto estremamente dipendente dagli investimenti esteri.

    • Alberto Brambilla
    • Nato a Milano il 27 settembre 1985, ha iniziato a scrivere vent'anni dopo durante gli studi di Scienze politiche. Smettere è impensabile. Una parentesi di libri, arte e politica locale con i primi post online. Poi, la passione per l'economia e gli intrecci - non sempre scontati - con la società, al limite della "freak economy". Prima di diventare praticante al Foglio nell'autunno 2012, dopo una collaborazione durata due anni, ha lavorato con Class Cnbc, Il Riformista, l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) e il settimanale d'inchiesta L'Espresso. Ha vinto il premio giornalistico State Street Institutional Press Awards 2013 come giornalista dell'anno nella categoria "giovani talenti" con un'inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena.