Quattrini non virtuali

Chi sale e chi scende fra i ricchi capitani del web

Piero Vietti

Agli scettici che nei giorni scorsi parlavano di fuga degli iscritti più giovani da Facebook e prevedevano il rapido declino per il più grande social network del mondo, il fondatore Mark Zuckerberg ha risposto mercoledì sera rendendo noti i numeri più che positivi di ricavi e nuovi utenti: 2,59 miliardi di dollari di fatturato alla fine del quarto trimestre 2013 (+63 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso) e 170 milioni di nuovi iscritti negli ultimi dodici mesi, che hanno portato il numero complessivo degli utenti a un miliardo e 230 milioni.

L'editoriale I cinesi usano l'arma del telefono

    Agli scettici che nei giorni scorsi parlavano di fuga degli iscritti più giovani da Facebook e prevedevano il rapido declino per il più grande social network del mondo, il fondatore Mark Zuckerberg ha risposto mercoledì sera rendendo noti i numeri più che positivi di ricavi e nuovi utenti: 2,59 miliardi di dollari di fatturato alla fine del quarto trimestre 2013 (+63 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso) e 170 milioni di nuovi iscritti negli ultimi dodici mesi, che hanno portato il numero complessivo degli utenti a un miliardo e 230 milioni. E’ vero, c’è una piccola emorragia di adolescenti, ma questi numeri dimostrano che meno utenti attivi non significa meno profitti. Tutt’altro che finita, dunque, Facebook ha saputo reinventarsi al tempo degli smartphone, in un campo nel quale molti analisti avevano previsto difficoltà per un social network nato per i pc. Zuckerberg ha saputo adattarsi al meglio, invece, facendo soldi con la pubblicità: i ricavi delle inserzioni su mobile nel 2013 hanno raggiunto da soli il 53 per cento del totale. Non solo: Facebook ha capito per tempo che la moltiplicazione delle applicazioni per tablet e smartphone significa moltiplicazione dei ricavi; così dopo avere lanciato con successo le app per chattare, per scattare foto e mandare poke (avvisi agli amici), ha pronto un ulteriore “spacchettamento” in altre app, scriveva due giorni fa il sito TechCrunch.

    L’obiettivo è quello di dare agli utenti più strumenti possibili per condividere qualsiasi cosa. Ieri mattina è stata presentata “Paper”, nuova applicazione che permetterà di leggere notizie, controllare gli aggiornamenti e condividere foto video e pensieri in modo nuovo e immersivo semplicemente spostandosi con il pollice sullo schermo in orizzontale e verticale. Sarà disponibile in America da lunedì, e secondo il sito di tecnologia The Verge è “molto di più di quello che potevamo aspettarci”. Tra quattro giorni Facebook festeggerà i suoi primi dieci anni, e in una lunga intervista a Bloomberg Businessweek il fondatore Mark Zuckerberg (che a maggio compirà trent’anni) spiega che il suo obiettivo è arrivare a connettere tutto il mondo grazie al suo social network: in diversi paesi non sviluppati, spiega, molti accedono a internet per la prima volta pur di avere l’opportunità di iscriversi a Facebook.

    La crescita del settore mobile e il sapiente utilizzo della vendita di pubblicità hanno fatto bene anche a Google, che ieri ha reso noti i ricavi dell’ultimo trimestre del 2013 registrando anch’essa un aumento derivante dalla vendita di spazi agli inserzionisti su smartphone e tablet. Di Google ieri si è però parlato soprattutto per la vendita di Motorola a poco meno di tre miliardi di dollari alla cinese Lenovo. Acquistata per 12,5 miliardi nel maggio del 2012, l’azienda produttrice di telefonini non è stata apparentemente un affare per l’ad di Google, Larry Page. Ma a fronte di una minusvalenza di oltre 9 miliardi di dollari, bisogna registrare che l’azienda di Mountain View aveva investito in Motorola anche per ottenere circa diciassettemila brevetti di smartphone, che continuano a essere suoi e che hanno contribuito nel frattempo a solidificare la posizione di Google sul mercato mobile.

    Chi fatica di più
    Chi sembra faticare di più tra i big globali dell’online è Yahoo, che ha chiuso il quarto trimestre del 2013 in calo, come nei tre esercizi precedenti. Parte dei ricavi è dovuta al successo di Alibaba, piattaforma di ecommerce cinese comprata dall’ex ceo Jerry Lang nel 2005 e oggi partecipata da Yahoo al 24 per cento. Anche Alibaba, però, ha avuto un rallentamento negli ultimi mesi dell’anno, con conseguenti ricadute sui ricavi di Yahoo. L’attuale ceo Marissa Mayer è in difficoltà evidenti: dopo un periodo iniziale di grande attivismo, durante il quale Yahoo ha assunto diverse firme importanti del giornalismo americano e acquistato 30 aziende, Mayer si è vista superare proprio da Facebook nei ricavi pubblicitari sul digitale. L’azienda fatica a tenere il passo di competitor come Google, Twitter e la stessa Facebook, e in poche settimane ha perso prima il chief operating officer Henrique de Castro (ex Google) e poi il direttore capo delle attività editoriali Jai Singh, ex Huffington Post. Mayer è sicura che il gruppo tornerà a crescere grazie alle ultime acquisizioni e al lancio di applicazioni per tablet e smartphone.

    L'editoriale I cinesi usano l'arma del telefono

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.