“Fuck the Eu”
Perché “Si fotta l'Ue” è una frase sensata in ogni crisi
“And, you know, Fuck the Eu”. L’espressione da caserma utilizzata dal sottosegretario di stato americano, Victoria Nuland, in una conversazione telefonica con l’ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina, Geoffrey Pyatt, sintetizza l’opinione di Washington sull’operato dell’Unione europea nei campi di battaglia geo-strategici in cui l’occidente dovrebbe presentarsi unito e risoluto.
Bruxelles. “And, you know, Fuck the Eu”. L’espressione da caserma utilizzata dal sottosegretario di stato americano, Victoria Nuland, in una conversazione telefonica con l’ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina, Geoffrey Pyatt, sintetizza l’opinione di Washington sull’operato dell’Unione europea nei campi di battaglia geo-strategici in cui l’occidente dovrebbe presentarsi unito e risoluto. Mentre gli americani lavorano dietro le quinte per sottrarre l’Ucraina alle grinfie della Russia, preparando aiuti finanziari e facendo ragionare l’opposizione, gli europei cincischiano tremanti davanti a Mosca, limitandosi a chiedere “dialogo” e “moderazione” al presidente Viktor Yanukovich e ai manifestanti che da quasi tre mesi sono accampati nella piazza Maidan di Kiev. La frustrazione era già percepibile dopo che l’Ue aveva rifiutato di seguire gli Usa sulla strada delle sanzioni contro i responsabili delle violenze ucraine. Ma si è trasformata in esasperazione, quando l’Alto rappresentante per la politica estera, Catherine Ashton, è sembrata cambiare idea sul “Piano Ucraina”, che dovrebbe far concorrenza al pacchetto da 15 miliardi di dollari messi sul tavolo da Vladimir Putin. Il Piano congiunto Ue-Usa era stato annunciato da Ashton in un’intervista al Wall Street Journal domenica scorsa, ma mercoledì a Kiev l’Alto rappresentante ha ridimensionato l’offerta, spiegando che non sarà “una montagna di soldi”.
Agli occhi degli americani, l’intercettazione e la pubblicazione su YouTube della telefonata tra Nuland e Pyatt è chiaramente opera di Mosca, che così potrà corroborare l’accusa di un complotto occidentale nello spazio ex sovietico. “Ottima qualità”, ha ironizzato Nuland: “Lavoro impressionante”. Indignata per le intercettazioni della National Security Agency americana, l’Ue ha risposto puntando il dito contro gli Usa: per Angela Merkel, le parole di Nuland sono “totalmente inaccettabili”, ha spiegato il portavoce della cancelliera tedesca: “Ashton fa un eccellente lavoro”. “Non commentiamo conversazioni telefoniche riservate fatte trapelare”, ha detto la Commissione europea. Ma per un alto responsabile europeo, “dire che l’Ue non fa nulla in Ucraina è semplicemente falso”. L’umiliazione è ancor più scottante per il fatto che, nella telefonata, Nuland dice chiaramente di preferire le Nazioni Unite all’Ue per tentare di mettere fine alla crisi ucraina. “Il tizio dell’Onu, Robert Serry, sarebbe perfetto per contribuire a incollare le cose. E, sai cosa: l’Ue vada a farsi fottere”.
Fosse soltanto la questione di Kiev
L’Ucraina è solo una delle pedine ai confini europei rispetto a cui l’Unione europea è ininfluente. “Il 2013 è stato l’anno in cui l’irrilevanza della politica europea di vicinato rispetto agli sviluppi maggiori nel sud del Mediterraneo è diventata chiara”, ha scritto l’European Council on Foreign Relations nella sua classifica annuale sulla politica estera. “La performance dell’Ue è peggiorata” in Siria, Egitto e Libia. Un’altra telefonata intercettata e pubblicata su Youtube rivela che Stati Uniti e Unione europea, come ai tempi dell’Iraq, vivono la politica estera come Marte e Venere. La tedesca Helga Schmid, braccio destro di Ashton, si lamenta con l’ambasciatore Ue a Kiev, Jan Tombinski, che “gli americani vanno in giro a dire alla gente che siamo troppo deboli, mentre loro sono duri sulle sanzioni (…). E’ seccante quando la stampa scrive che l’Unione europea non è dalla parte della libertà”. Secondo Tombinski, non è “una corsa a chi è più duro”, gli europei hanno “altri strumenti”. Ma il problema di Schmid è che Cathy (Ashton) è “messa nell’angolo: questo può far male politicamente”.
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