Sanremo comincia con gli sketch penosi di Littizzetto e la grande bellezza di Laetitia Casta
E meno male che Paolo Sorrentino (Napoli, 44 anni, Gemelli) non è uno scaramantico. Mancano 20 giorni all'assegnazione degli Oscar, e la gioiosa macchina da guerra e da governo intitolata Festival di Sanremo non parla che di Grande bellezza. Oh, capiàmoci: il Bardo, non ancora citato da nessuno dei molti citatori professionali presenti, sostiene autorevolmente che la bellezza risiede negli occhi di chi guarda. In questo senso, e non è che un esempio, ieri sera è apparso in teatro Cat Stevens, da molti anni noto Yusuf Islam (Londra, 66 anni, Cancro).
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Sanremo. E meno male che Paolo Sorrentino (Napoli, 44 anni, Gemelli) non è uno scaramantico. Mancano 20 giorni all'assegnazione degli Oscar, e la gioiosa macchina da guerra e da governo intitolata Festival di Sanremo non parla che di Grande bellezza. Oh, capiàmoci: il Bardo, non ancora citato da nessuno dei molti citatori professionali presenti, sostiene autorevolmente che la bellezza risiede negli occhi di chi guarda. In questo senso, e non è che un esempio, ieri sera è apparso in teatro Cat Stevens, da molti anni noto Yusuf Islam (Londra, 66 anni, Cancro). Qualche signora presente lì più o meno per caso, mèmore forse dei suoi anni di gioventù, sussurrò: che uomo affascinante. Tutto può essere, ma non è illecito domandarsi che cosa abbia di fascinoso uno che, proprio a essere generosi, sembra il fratello smandrappato di Osama bin Laden. Uno dice: vabé, ma a Sanremo ci sono i fiori. Vero, e difatti la piazza centrale si fregia di una grande aiuola in erba sintetica, roba che, a confronto, San Siro a dicembre sembra il centrale di Wimbledon.
Chi, però, giuoca più di tutti e tutte sulla nozione fisica e metafisica di bellezza è Luciana Littizzetto (Torino, 50 anni, Scorpione). Come si è visto nei numerosi, tragici spot che hanno anticipato Sanremo, l'idea è, grosso modo, quella di fare la Sandra Mondaini del Raimondo Vianello, che sarebbe Fabio Fazio. Vaste programme, direbbe il generale Charles de Gaulle, secondo una delle più famose citazioni di Enzo Biagi. Littizzetto ha testi scritti da un numero di autori che è mezza squadra di pallanuoto, e a quel livello, più o meno, è anche il livello di umorismo. Siccome al bello non c'è mai fine, gli sketch improvvisati finora da Littizzetto e Fazio sono, diremo, interpretati con tempi disastrosi. Littizzetto non sa quando dare la battuta, Fazio, se pure la raccoglie, risponde con i modi del guitto di filodrammatica. Egli è nato, peraltro, a Savona, mica a Broadway; e il suo maestro non è David Mamet, ma l'eterno parasituazionista Carlo Freccero.
Poi appare Laetitia Casta (Pont-Audemer, Haute Normandie, 36 anni, Gemelli) e tutto torna. Fazio dice che gli autori hanno scritto, per lui e la divina normànna, un numero, come nei varietà di una volta, perché loro due sono amici, ed è bello ritrovarsi 14 anni dopo etc (il numero è atroce, ma vabbè). Casta ascolta, l'aria distratta di chi, su su, facciamo presto, che poi si fa un salto per un drink al Café de Paris, a Monaco (da sola o con chi pare a lei, si capisce); e sorride, è gentile con tutti, parla un italiano timido e corretto, insomma vince e convince, al modo che fu del Torino di Gigi Radice, anno di grazia 1976. Certo, quel Torino superò l'ultima Juventus di Carletto Parola, il Milan dei tre allenatori in un anno e il Napoli di Beppe Savoldi, mister 2 miliardi. Non pare che Littizzetto sia al livello di costoro.
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