Smamma

Annalena Benini

Quando lei non sa più come prenderlo, quando lui sputa apposta i pezzetti di pomodoro nel piatto, le dice: “Sei una pezzente”, fa discorsi omofobi, non risponde alle domande o al massimo fa un gesto con la mano dalla sua stanza e aggiunge: “Smamma”, quando la fine dell’adolescenza, e quindi la salvezza, è ancora lontana, la madre compra al supermercato una di quelle torte nei sacchetti, che si preparano in fretta, con la foto sulla scatola.

    Quando lei non sa più come prenderlo, quando lui sputa apposta i pezzetti di pomodoro nel piatto, le dice: “Sei una pezzente”, fa discorsi omofobi, non risponde alle domande o al massimo fa un gesto con la mano dalla sua stanza e aggiunge: “Smamma”, quando la fine dell’adolescenza, e quindi la salvezza, è ancora lontana, la madre compra al supermercato una di quelle torte nei sacchetti, che si preparano in fretta, con la foto sulla scatola. Una torta sicura, sempre la stessa, con dentro tutta la mammitudine possibile per un figlio di sedici anni che non dirà grazie, non dirà nulla, ma mangerà tutta la torta, lasciandone due fettine di cortesia, si chiuderà in camera e dirà di nuovo “Smamma”, e prenderà tre nel compito di recupero, dopo che sua madre è entrata in chiesa, ha acceso una candela (“anche se mi permetto di dire che due euro per una candela mi pare davvero un prezzo fuori mercato”), si è seduta e ha detto: “In realtà non sono qui per me. Sono qui per un’altra persona. Questa persona giovedì ha un’interrogazione di storia”. E’ il diario vitalissimo di una mamma, è una lettera aperta a un figlio, “Smamma” di Valentina Diana (esce oggi per Einaudi) racconta questo garbuglio di amore, odio, allegria, sconforto, rumore, bicchieri rotti, computer requisiti e abbracci tra madre e figlio. “Quando eri piccolo ti facevo un massaggio indiano che avevo imparato da un libro. Ti cospargevo tutto di olio profumato e ti massaggiavo dalle dita dei piedi alla testa”. Quei massaggi molto importanti per il contatto madre-figlio, quelli in cui il bambino si rilassa e si sente amato e protetto e sa di non essere solo e cresce meglio. “Non so se sia stato quel massaggio che ti facevo dopo il bagnetto a farti diventare così stronzo”. Così incapace di dire perfavore. Perché non dici perfavore? Perché è tuo dovere farmi le cose. Perché hai scritto nel tema che la vostra generazione non ha spirito di adattamento e non si sa sacrificare? Boh. Pensi di non avere spirito di adattamento? No. Cioè? Non me ne frega un cazzo. Questa madre non si scoraggia (anzi, si scoraggia, cerca conforto nelle chiacchierate con le amiche su Skype, ma scopre che è colpa sua. “Lo dicono tutti che non ti sintonizzi”. Mai cercare conforto su Skype), chiede aiuto al suo compagno che però è impegnato a giocare a Ruzzle, legge manuali, si iscrive a un corso sul Metodo dello Specialista Tedesco, per imparare a “farsi camminare sopra, farsi oltrepassare”. Mentre il figlio raffredda lattine di Coca-Cola con lo spray refrigerante al fluorometano per le caviglie slogate, rutta e butta la cena nella spazzatura perché sulla pasta non c’è il parmigiano ma l’olio al tartufo che sa di gas, la madre cerca di sintonizzarsi. Con autoironia, disperazione, allegria. Umiliandosi ai colloqui con i professori, litigando con la propria madre, cercando di fare bella figura con l’insegnante di inglese (“Madri esperte tutte agguerrite alzano la mano chiedono a turno chiedono chiedono chiedono fottendosi le domande migliori”), sfornando torte in scatola come silenziosi calumet della pace. Sognando i marziani che vengono a riprendersi questo figlio sconosciuto che si commuove per una piantina di basilico comprata al supermercato e per il resto del tempo dice: “Non mi rompere i coglioni”. Perfino stipulando un contratto con il sedicenne (che ha diritto ad aggiungere un paio di punti, tra cui: “Non si canta Guccini in macchina”). E’ una grande impresa, l’adolescenza marziana, terribile e comica insieme, ma un giorno diremo: quanto ci siamo divertiti.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.