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I piloti boicottano l'alfabeto in volo in onore dei due Marò

Alberto Brambilla

E' una protesta garbata e non violenta quella che frulla nella testa dei piloti civili italiani, che volano in tutto il mondo, per sostenere le ragioni della liberazione dei due Marò. A due anni di distanza dal fermo dei fucilieri Salvatore Girone e Nicola Latorre in India si sta diffondendo tra i comandanti e i piloti l'idea di boicottare il tradizionale alfabeto Icao, quello usato per le comunicazioni in volo

    E' una protesta garbata e non violenta quella che frulla nella testa dei piloti civili italiani, che volano in tutto il mondo, per sostenere le ragioni della liberazione dei due Marò. A due anni di distanza dal fermo dei fucilieri Salvatore Girone e Nicola Latorre in India si sta diffondendo tra i comandanti e i piloti l'idea di boicottare il tradizionale alfabeto Icao, quello usato per le comunicazioni in volo – per intenderci il linguaggio da Top gun per cui Alpha sta per "a", Bravo sta per "b", Tango per "t" –, e sostituire il canonico "India" con "Italy" o "Italia". Il tam tam sulla rete è partito a fine febbraio e nei cieli qualcuno ha già cominciato a cambiare linguaggio e così sarà finché i due militari della Marina non saranno liberi e rimpatriati. Si tratta di piloti degli aerei di linea, chissà se anche quelli dell'aeronautica militare decideranno di rivedere il loro alfabeto.

    • Alberto Brambilla
    • Nato a Milano il 27 settembre 1985, ha iniziato a scrivere vent'anni dopo durante gli studi di Scienze politiche. Smettere è impensabile. Una parentesi di libri, arte e politica locale con i primi post online. Poi, la passione per l'economia e gli intrecci - non sempre scontati - con la società, al limite della "freak economy". Prima di diventare praticante al Foglio nell'autunno 2012, dopo una collaborazione durata due anni, ha lavorato con Class Cnbc, Il Riformista, l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) e il settimanale d'inchiesta L'Espresso. Ha vinto il premio giornalistico State Street Institutional Press Awards 2013 come giornalista dell'anno nella categoria "giovani talenti" con un'inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena.