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Biciclette e quietways. La Londra a pedali di Boris Johnson
Londra, soffocata dal traffico, ottava città europea per numero di ingorghi e seconda nel Regno Unito dopo Leeds, che non dorme a causa dell'inquinamento acustico, vuole cambiare faccia. E' la promessa del sindaco Boris Johnson. La chiave di volta una soltanto: disincentivo dell'auto privata e conseguente spinta all'utilizzo della bicicletta e del mezzo pubblico. Il piano è già pronto, firmato dal commissario per i Trasporti, sir Peter Hendy e controfirmato dal primo cittadino.
Londra, soffocata dal traffico, ottava città europea per numero di ingorghi e seconda nel Regno Unito dopo Leeds, che non dorme a causa dell'inquinamento acustico, vuole cambiare faccia. E' la promessa del sindaco Boris Johnson. La chiave di volta una soltanto: disincentivo dell'auto privata e conseguente spinta all'utilizzo della bicicletta e del mezzo pubblico.
Il piano è già pronto, firmato dal commissario per i Trasporti, sir Peter Hendy e controfirmato dal primo cittadino. Già finanziato con un miliardo di sterline, cambierà faccia alla città. Se lo spot è meno auto, più bici, la sostanza riguarda invece un mutamento sostanziale della gestione della mobilità partendo dalle aree suburbane (il progetto verrà completato per settembre), per arrivare sino a quelle centrali entro la fine del 2015.
Il platinato sindaco conservatore parla di rivoluzione. E non sbaglia, almeno se si prendono in considerazione le grandi città inglesi; se invece si allarga l'orizzonte della viabilità urbana ecco che il "The mayor's vision for cycling in London" assomiglia molto al modello nordeuropeo (leggasi orangie-danese) della mobilità. La ricetta per arrivare all'obbiettivo è duplice. Da un lato la creazione di un sistema efficiente di corsie ciclabili all'interno della carreggiata, nella zona centrale della city, dall'altro la realizzazione di una serie di quietways, in pratica delle "autostrade a pedali", separate dal traffico a motore, che dalla periferia raggiungono il centro.
Se questo è l'immediato, il futuro riserva altre novità. Johnson infatti, coadiuvato dal fido Andrew Gilligam, cycling commissioner della capitale inglese, ha in programma un restyling del "come ci si muove" londinese. Entro dicembre 2015 infatti verranno realizzate nei quartieri periferici numerose zone-30, ovvero quartieri a bassa velocità veicolare muniti di un sistema di sensi unici e dissuasori di velocità (come aiuole, piazzole di gioco, eccetera), e verrà scardinato il sistema tradizionale di gestione del traffico. Molti semafori verranno pensionati e al loro posto sorgeranno attraversamenti pedonali rialzati e rotatorie, la segnaletica verticale verrà diminuita e sostituita da zone nelle quali sarà la stessa prossimità tra pedoni e automobili a regolare la velocità, come già accade in gran parte del territorio olandese e danese.
Il Foglio sportivo - in corpore sano