Numeri e triangolazioni

Non solo D'Alema. Renzi e le altre coperture coi baffi del governo Leopolda

Claudio Cerasa

“Vabbuò, hai capit’, sì?”. Antonio Bassolino riavvolge il nastro, lo porta a martedì pomeriggio e se la ride di gusto. “Quei due sono uguali, guagliò. Fortuna che uno ha i baff’, ca sinnò…”. Bassolino ha ancora negli occhi la scena dell’abbraccio tra Renzi e D’Alema, e lui – che di D’Alema è stato ministro, nel 1998, primo sindaco a far parte di un governo, e che di Renzi è tifoso sincero – oggi, da battitore libero, si diverte a provocare. “Diciam’ che io ved’ una certa continuità tra il govern’ di Massimo e il govern’ di Matteo”. Tipo? “Tutto. Il rapporto con l’opposizione. Con il Quirinale. Con i poteri. Con il partito. Con le riforme”. Sì, ma amarcord a parte? “Mi sembra una partita chius’, no?”. Chiusa cosa? “Mi sembra chiusa – dice facendosi serio – la partita tra D’Alema e Renzi. E’ un patto chiaro.

    “Vabbuò, hai capit’, sì?”. Antonio Bassolino riavvolge il nastro, lo porta a martedì pomeriggio e se la ride di gusto. “Quei due sono uguali, guagliò. Fortuna che uno ha i baff’, ca sinnò…”. Bassolino ha ancora negli occhi la scena dell’abbraccio tra Renzi e D’Alema, e lui – che di D’Alema è stato ministro, nel 1998, primo sindaco a far parte di un governo, e che di Renzi è tifoso sincero – oggi, da battitore libero, si diverte a provocare. “Diciam’ che io ved’ una certa continuità tra il govern’ di Massimo e il govern’ di Matteo”. Tipo? “Tutto. Il rapporto con l’opposizione. Con il Quirinale. Con i poteri. Con il partito. Con le riforme”. Sì, ma amarcord a parte? “Mi sembra una partita chius’, no?”. Chiusa cosa? “Mi sembra chiusa – dice facendosi serio – la partita tra D’Alema e Renzi. E’ un patto chiaro. Un’amicizia lunga. Massimo si è mosso per rasserenare il clima. Sulla base di un riconoscimento esplicito: tu hai vint’, io ho pers’, io riconosc’ la tua vittoria, tu riconosci la mia importanz’. Massimo avrà in cambio qualcosa, immagino in Europa. Ma con D’Alema che si avvicina a Renzi mi sembra che per il presidente del Consiglio le coperture politiche siano ottime. Direi perfette”. Coperture? Cioè, Renzi non ha più nemici? “Ne ha, ne ha. Ma non contano un…”. Un cavolo, ok. “Attenzione però. Renzi, come D’Alema, è arrivato sì al governo con un’operazione di Palazzo ma dopo aver conquistato il partito. D’Alema poi il partito l’ha perso, Renzi deve stare attento a tenerselo stretto. Hai capit’?”. Lo spunto di Bassolino ci aiuta ad affrontare un tema chiave per capire l’origine del supporto di cui può godere in questa fase il presidente del Consiglio. Renzi, nelle prossime settimane, si ritroverà a fare i conti con una forte opposizione interna della sinistra sindacale e il capo del governo è convinto che attorno a Bersani e a Letta si andrà a riorganizzare l’opposizione interna al Pd. Ma l’asse tra D’Alema e Renzi offre al premier una garanzia in più rispetto alle coperture della sua legislatura. Una copertura che, parlamentari alla mano, non è di poco conto. Diciamo.
    Continua Bassolino, serio: “Anche un bambino capirebbe quello che sta succedendo nel Pd: Renzi ha portato dalla sua parte un pezzo della minoranza del partito alla quale concederà qualcosa nella prossima segreteria. Tutto questo gli darà la possibilità di coprirsi le spalle dai molti graziosi franchi tiratori che vedo aggirarsi nel gruppo parlamentare. Conosco bene, perché ci sono nato, il mondo post diessino e una spaccatura tra dalemiani e bersaniani è un’assicurazione sulla vita del premier. E poi però c’è un’altra cosa da notare”. L’ex sindaco sorride e ritorna a parlare con tono meno serios’. “Io ved’ in questi giorni realizzarsi un miracolo nel Pd. Vedo un post democristiano che in un partito post comunista è riuscito a dare cittadinanza alle idee socialiste. Da questo punto di vista Renzi sta facendo quello che in Europa era riuscito solo a François Mitterrand: far ricongiungere le idee e le forze comuniste e socialiste. Sta sparigliand’, Matteo. E vedret’ che l’asse con D’Alema gli darà la possibilità di arrivare alle europee con un’arma in più”. Le europee, sì. In vista del 25 maggio Renzi è alla ricerca di altre coperture che gli possano dare la certezza di arrivare al voto con le armi giuste per intavolare negoziati con l’Europa (oggi c’è il Consiglio europeo, il 2 aprile l’Ecofin) e combattere i populismi a cinque stelle (ieri Renzi in Senato, lontano dagli occhi della Merkel, ha ricordato che il tetto del 3 per cento “è anacronistico”). Le coperture extra politiche, Renzi le cercherà anche in ambienti finanziari all’inizio di aprile, quando il premier dovrebbe essere a Londra per una serie di incontri con investitori stranieri (il viaggio non è ufficiale ma i contatti con l’ambasciata italiana a Londra sono avviati). E il modo in cui il Rottamatore si sta muovendo ha colpito alcuni storici “non renziani” del Pd. “Dopo venti giorni – dice al Foglio Ugo Sposetti, storico tesoriere dei Ds – non bisogna avere gli affettati sugli occhi: abbiamo un premier del Pd che sta promettendo cose di sinistra e che se riuscisse a mantenere le promesse farebbe il bene della sinistra e del paese. Serve responsabilità, ora. Ma di fronte a tutto questo a me una domanda viene naturale. Mi rivolgo all’ex presidente del Consiglio: Enrico, ma perché le cose che sta promettendo Renzi non le hai fatte tu? Dicci. Era così difficile? Solo per sapere. Grazie”. Sposetti e Renzi, già. Tu chiamale se vuoi emozioni, o coperture politiche.

    • Claudio Cerasa Direttore
    • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.