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La carta che Renzi si giocherà in Europa

Claudio Cerasa

Martedì scorso, alla fine della presentazione del libro di D’Alema, l’ex presidente del Consiglio, a un certo punto, si avvicina in privato al presidente del Consiglio e gli fa: “Matteo continua così. In Europa spara alto. Non essere rigido. Poi a sistemare le cose e mediare con gli altri ci penso io quando sarò lì”. Renzi in realtà non ha ancora deciso se sarà D’Alema ad andare in Europa a rappresentare nella prossima legislatura l’Italia tra i commissari europei (in ballo c’è anche Paolo De Castro, che potrebbe andare all’Agricoltura, il “ministero” europeo più pesante, quello che gestisce circa un terzo del budget europeo). Ma la strategia di Renzi, D’Alema o non D’Alema, è simile a quella suggerita da Max.

Leggi anche Altro che Blair, la Thatcher Merlo Tra giravolte e sorrisi Renzi tratta sui soldi coi burocrati europei

    Martedì scorso, alla fine della presentazione del libro di D’Alema, l’ex presidente del Consiglio, a un certo punto, si avvicina in privato al presidente del Consiglio e gli fa: “Matteo continua così. In Europa spara alto. Non essere rigido. Poi a sistemare le cose e mediare con gli altri ci penso io quando sarò lì”. Renzi in realtà non ha ancora deciso se sarà D’Alema ad andare in Europa a rappresentare nella prossima legislatura l’Italia tra i commissari europei (in ballo c’è anche Paolo De Castro, che potrebbe andare all’Agricoltura, il “ministero” europeo più pesante, quello che gestisce circa un terzo del budget europeo). Ma la strategia di Renzi, D’Alema o non D’Alema, è simile a quella suggerita da Max. Sintesi estrema: alternare una profonda sintonia sia con i principi del rigore, come la signora Merkel, sia con i principi dell’anti rigore, come gli amici del Pse. Con Merkel Renzi ha seguito il primo spartito. Al Consiglio Europeo ha scelto il secondo. E il secondo coincide con tre progetti: arrivare a maggio, in tempo per le Europee, con una carta da poter spendere in campagna elettorale per contrastare la forza propulsiva sprigionata dall’anti europeismo a cinque stelle di Grillo. La carta, più debole, è il “rinegoziamo il fiscal compact”, ovvero la stessa carta utilizzata da Hollande nell’ultima campagna elettorale francese. La carta più forte sarà un’altra. Dimostrare che l’Italia sarà in prima fila per aprire i rubinetti delle casse dell’Europa. Rigore e flessibilità. E su questa strada, nelle prossime settimane, Renzi potrebbe trovare un altro alleato prezioso di nome David Cameron.

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    • Claudio Cerasa Direttore
    • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.