Speciale online 13:10
Prima lo stomaco o la morale? Merkel e il business tedesco con Mosca
Come dimostrano le polemiche delle ultime ore, il florido interscambio commerciale tra Germania e Russia potrebbe influenzare Berlino e l'intenzione della prima potenza economica europea di assumere posizioni particolarmente severe nei confronti di Mosca. A margine del vertice bilaterale con il Primo ministro canadese, Stephen Harper, la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, aveva accennato alla necessità di ripensare la politica energetica della Repubblica federale. Il che, detto in un periodo nel quale la Germania sta lentamente uscendo dal nucleare per puntare sulle energie rinnovabili è suonato ai più molto sibillino, tanto che la governatrice del Nordreno-Westfalia, Hannelore Kraft, ha chiesto a Merkel di riferire il più presto possibile sulla questione.
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Come dimostrano le polemiche delle ultime ore, il florido interscambio commerciale tra Germania e Russia potrebbe influenzare Berlino e l'intenzione della prima potenza economica europea di assumere posizioni particolarmente severe nei confronti di Mosca. A margine del vertice bilaterale con il Primo ministro canadese, Stephen Harper, la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, aveva accennato alla necessità di ripensare la politica energetica della Repubblica federale. Il che, detto in un periodo nel quale la Germania sta lentamente uscendo dal nucleare per puntare sulle energie rinnovabili (ma nel medio termine soprattutto su gas e carbone), è suonato ai più molto sibillino, tanto che la governatrice del Nordreno-Westfalia, Hannelore Kraft, ha chiesto a Merkel di riferire il più presto possibile sulla questione.
La Cancelliera faceva in realtà riferimento all'ipotesi di importare da Stati Uniti e Canada il gas estratto con il metodo del fracking, in modo da ridurre la dipendenza dalle importazioni russe. L'idea, discussa anche a livello europeo durante la visita del Presidente americano, Barack Obama, ha riscosso il favore del gruppo parlamentare cristianodemocratico al Bundestag, lasciando invece alquanto perplessi gli alleati socialdemocratici.
Secondo il Ministro dell'Economia con delega alle questioni energetiche, Sigmar Gabriel, non è realistico pensare di approvvigionarsi rinunciando al gas russo, che conta per circa il 40% del fabbisogno di gas tedesco. La diversificazione è in effetti un processo che richiede molto tempo e, nel caso specifico, obbliga la Germania a dotarsi in tempi brevi di rigassificatori che attualmente sono in costruzione (a Wilhelmshaven i lavori per il primo impianto continuano a protrarsi). Insomma, la frase della Cancelliera sembra più una boutade da conferenza stampa per placare gli animi di quella parte di elettorato che vede con sospetto e preoccupazione la dipendenza energetica da Mosca che non la rivelazione di un nuovo piano per affrontare l'uscita dal nucleare.
Molto più pragmatico appare, invece, l'establishment economico e finanziario. Gli amministratori delegati di alcune tra le principali società quotate all'indice Dax di Francoforte, tra cui Deutsche Post, Thyssen Krupp e Adidas, hanno sostanzialmente bollato come wishful thinking l'idea di liberarsi dal gas russo, chiedendo alla classe politica di non compromettere ulteriormente le relazioni diplomatiche con Mosca e mostrando rispetto per le scelte del Cremlino sull'Ucraina. Ad aver scatenato l'imbarazzo del mondo politico è stata però la visita a Mosca del Ceo di Siemens, Joe Kaeser, una settimana dopo l'annessione russa della Crimea e di Sebastopoli. Secondo i media, il viaggio di Kaeser, che si è incontrato con il Presidente russo, Vladimir Putin, è stato politicamente inopportuno e avrebbe dovuto essere disdetto anche se pianificato da tempo. Benché la missione di Kaeser avesse ottenuto il preventivo via libera della Cancelleria, anche il ministro dell'Economia Gabriel ha espresso qualche riserva sulla scelta di Kaeser, il quale, intervistato dalla seconda rete televisiva pubblica, ha dovuto difendersi con le unghie e con i denti dall'accusa di essere un freddo calcolatore cui interessa solo il business. Resta il fatto che Berlino non ha intenzione di impedire che una controllata del gruppo energetico RWE venga rilevata da un gruppo di investitori russi, né limitare gli affari di BASF con Gazprom. Dopo tutto, come diceva Bertolt Brecht, erst kommt das Fressen, dann die Moral (prima viene lo stomaco e poi la morale).
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