Parola di saggio

Quella naturale alleanza tra Renzi e il Cav. contro gli Ayatollah della Carta

Claudio Cerasa

La riforma del Senato. Gli appelli contro il tiranno. Le firme degli intellettuali. Il broncio dei costituzionalisti. Le minacce degli ex magistrati. E quella battaglia parallela che accomuna i percorsi di Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Riavvolgiamo il nastro. Ieri pomeriggio, il presidente del Consiglio si è presentato di fronte ai cronisti annunciando il “sì” del Cdm a una delle riforme più delicate del governo Leopolda: la revisione del Senato, la cancellazione del voto di fiducia a Palazzo Madama, la conseguente fine del bicameralismo perfetto (processo considerato ieri da Napolitano ormai “ineludibile”). Renzi ha assicurato che il disegno di legge costituzionale verrà approvato in prima lettura entro il 25 maggio, ovvero entro le europee.

    La riforma del Senato. Gli appelli contro il tiranno. Le firme degli intellettuali. Il broncio dei costituzionalisti. Le minacce degli ex magistrati. E quella battaglia parallela che accomuna i percorsi di Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Riavvolgiamo il nastro. Ieri pomeriggio, il presidente del Consiglio si è presentato di fronte ai cronisti annunciando il “sì” del Cdm a una delle riforme più delicate del governo Leopolda: la revisione del Senato, la cancellazione del voto di fiducia a Palazzo Madama, la conseguente fine del bicameralismo perfetto (processo considerato ieri da Napolitano ormai “ineludibile”). Renzi ha assicurato che il disegno di legge costituzionale verrà approvato in prima lettura entro il 25 maggio, ovvero entro le europee. Ma il presidente del Consiglio sa che attorno a questa riforma si andranno a condensare le resistenze di un partito invisibile che Renzi dovrà sfidare giocando di sponda con quello che, su questo terreno, promette di essere il suo alleato naturale: Silvio Berlusconi. Il partito invisibile è quello composto dai così detti integralisti della Costituzione, dai sacerdoti della Carta. E' un partito a cui sono iscritti a vario titolo costituzionalisti, magistrati, sindacalisti, opinionisti e intellettuali a cinque stelle. Ed è un partito che nelle ultime ore si è andato a manifestare in varie forme. Vuoi con gli appelli firmati dagli Zagrebelsky, Rodotà, Settis, Landini, Ginsborg, Fo, Grillo, Casaleggio contro le svolte autoritarie di coloro che, attraverso la riforma del Senato, vogliono toccare la Costituzione (“Io ho giurato sulla Costituzione, non su Rodotà o Zagrebelsky, ha provocato ieri Renzi sul Corriere”). Vuoi con le minacciose interviste alla Pietro Grasso, presidente del Senato, Pd, che domenica ha ricordato a Renzi di non avere i numeri per riscrivere da solo le coordinate del Senato (ieri nuovamente schiaffeggiato da Renzi in un'intervista a SkyTg24). Francesco Clementi, docente di diritto pubblico comparato all'Università di Perugia, membro del comitato dei 35 voluto nel giugno 2013 dal presidente della Repubblica per presentare al governo un pacchetto di riforme istituzionali, renziano di rito amatiano, riconosce che Renzi e Berlusconi si trovano a combattere la stessa battaglia contro quelli che Clementi definisce gli Ayatollah della Carta. “In Italia – dice Clementi – esiste da anni un fronte robusto composto dalle corporazioni più varie che osserva la Costituzione come se fosse un testo sacro, inviolabile, intoccabile e dunque irriformabile. Gli azionisti di questo partito vedono nella difesa della Carta l'unico argine in grado di scongiurare la fine della concezione della Costituzione come prodotto dell'antifascismo. E per questo, ogni volta che qualcuno prova a modificare gli equilibri esistenti questo partito si muove come un bulldozer per rallentare il processo riformatore. Il bulldozer – prosegue il prof. – viene spesso azionato con la scusa di voler difendere lo spirito del 1948 ma il più delle volte i sacerdoti tendono a difendere l'esistente per custodire un sistema istituzionale molto pesante che dà la possibilità a tante piccole o grandi corporazioni di avere un potere di blocco in molti processi governativi”. I princìpi della difesa della Carta, secondo Clementi, sono grandi “costruttori di veto”. Ed è evidente che i protagonisti di questo partito, che per ragioni storiche si trovano schiacciati a sinistra, proveranno a misurare la propria forza ammorbidendo e sfumando quanto più possibile i due dossier sui quali Renzi e Berlusconi hanno costruito la loro profonda sintonia: la legge elettorale e la riforma del Senato (Berlusconi ieri ha rinnovato la sua lealtà al patto con Renzi chiedendo però di ridefinire insieme gli step da seguire per le riforme). Due leggi che, seguendo traiettorie diverse ma parallele, puntano a semplificare l'assetto istituzionale dando più potere ai grandi e togliendo potere ai piccoli. Prosegue Clementi: “Se le bicamerali, sia quelle formali sia quelle informali, non hanno mai avuto fortuna nel nostro paese è perché a un certo punto della storia è successo che ogni processo riformatore ha incontrato sulla sua strada un blocco formato da magistrati, sindacalisti, costituzionalisti, politici e grandi gruppi editoriali che hanno impedito il cambiamento. Nel passato, seppure con metodi che non condivido, Berlusconi ha tentato di andare contro questo blocco, ma non ha avuto successo. Oggi quel percorso si è messo in testa di seguirlo Renzi. La missione è complicata, non è impossibile. Ma il presidente del Consiglio sappia che sulla sua strada si nascondono molti ayatollah. E' una crociata. E come tutte le crociate bisogna mettersi in testa che bisognerà attrezzarsi: a volte con l'ascia, a volte col bulino. Con la consapevolezza che riformare è un processo ineludibile. E a volte, per liberarsi dai signori della conservazione e utilizzare i vincoli come un'opportunità e non come un macigno, possono essere necessarie non solo le buone maniere, diciamo".

    • Claudio Cerasa Direttore
    • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.