Parla Alessandra Ghisleri

L'accordo con Renzi proietta il Cav. nel futuro (e piace alla sua gente)

Massimiliano Lenzi

“Oggi in Italia manca la possibilità di progettare il futuro. E’ un po’ come al prigioniero che dicono di svuotare la terra con il cucchiaio per fuggire e ritrovare la propria libertà”. Metafora forse un po’ inquietante se il tema della conversazione è il rapporto tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, e quale sia la linea politica più conveniente per il primo, la più in sintonia con il suo, ancora cospicuo, elettorato. “La sensazione degli italiani è questa: uno magari ci crede poco ma comunque ci prova. E in questo Renzi è una speranza perché la riforma, ha detto, ‘o si fa o io lascio’, ed è quella riforma che prevede l’abolizione del Senato, nata dall’incontro tra lui e Silvio Berlusconi". A parlare al Foglio è Alessandra Ghisleri, direttore di Euromedia Research, donna che misura i sentimenti dell’opinione pubblica attraverso i numeri, i sondaggi, e raramente sbaglia.

    “Oggi in Italia manca la possibilità di progettare il futuro. E’ un po’ come al prigioniero che dicono di svuotare la terra con il cucchiaio per fuggire e ritrovare la propria libertà”. Metafora forse un po’ inquietante se il tema della conversazione è il rapporto tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, e quale sia la linea politica più conveniente per il primo, la più in sintonia con il suo, ancora cospicuo, elettorato. “La sensazione degli italiani è questa: uno magari ci crede poco ma comunque ci prova. E in questo Renzi è una speranza perché la riforma, ha detto, ‘o si fa o io lascio’, ed è quella riforma che prevede l’abolizione del Senato, nata dall’incontro tra lui e Silvio Berlusconi. Una riforma che incarna un’opportunità. La dignità l’orgoglio: in ballo ci sono anche questi sentimenti”. Ed è una riforma oggi “molto” voluta dal 62 per cento degli italiani, che diventano il 70 tra gli elettori di FI. A parlare al Foglio è Alessandra Ghisleri, direttore di Euromedia Research, donna che misura i sentimenti dell’opinione pubblica attraverso i numeri, i sondaggi, e raramente sbaglia. Soprattutto quando scruta le vene carsiche del centrodestra. Spiega Ghisleri: “Se Renzi farà la riforma, sarà bravo. Se non la farà, sarà la casta che lo ha bloccato, perlomeno lui questo dirà a livello di comunicazione”. Win-win. Perché la comunicazione oggi “va decrittata dai soggetti e dai leader”. Da qui, Ghisleri arriva a Renzi e Berlusconi: “Hanno un rapporto diretto e oggi un virgolettato esplicito da parte di Berlusconi sulla fine di quell’intesa, ancora non c’è”. D’altra parte, fa notare, “Renzi oggi è un leader che va in tv cinque ore al giorno, che incita al cambiamento e alla voglia di futuro. E tutti gli italiani sperano questo. C’è una voglia di credere che le cose possano mutare. Dall’altra parte c’è Berlusconi, dove la necessità del cambiamento si lega ad altre tempistiche che limitano la sua possibilità di raccontare. Perché non sei premier, perché il tuo passivo è legato alla tua situazione”. Eppure, “gli italiani confidano nel fatto che Renzi e il Cavaliere, quando si sono messi insieme, hanno generato un’accoglienza positiva nel loro stesso elettorato, pure i berlusconiani (elettori) vedevano bene l’accordo”.

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    Insomma, per Berlusconi la via utile è questa. Ghisleri sottolinea che “se si vuole cambiare sistema serve qualcuno che lo voglia fare e serve la forza numerica per farlo. Oggi l’Italicum, l’intesa tra Renzi e Berlusconi, è una soluzione che piace. Da un punto di vista statistico, dico”. In questi giorni, aggiunge, facevo una riflessione: “Berlusconi nella sua storia politica è sempre stato legittimato. Quando non c’era il nome nel simbolo, Berlusconi era su tutti i cartelloni. E’ lui il valore del simbolo. E il nome di Renzi oggi diventa un effetto rispetto a un partito che ha valori determinati nel tempo. Renzi diventa centrale quando spiega che per cambiare deve associarsi a chi ha sempre voluto il cambiamento. E’ fautore di nuovi patti di fiducia”. Con Renzi, Berlusconi ha definito questo: la determinazione al cambiamento. Poi è ovvio che esista un campo grigio, di cui poter parlare magari in un prossimo incontro. Quel che conta, come sosteneva il vecchio Jacques Séguéla, l’inventore della campagna vincente di Mitterrand nel 1981, è che “un politico deve sempre parlare di futuro. E l’accordo con Renzi proietta Berlusconi nel futuro, sganciandolo dalle impellenze del presente”. Perché la comunicazione è centrale nella conquista e nel mantenimento del potere. “Pensate – conclude la Ghisleri – agli 80 euro: possiedono una tempistica straordinaria. Il 1° maggio saranno deliberati, il 27 finiranno in busta paga e il 25 maggio si voterà, con la speranza di essere tra quei dieci milioni di italiani che riceveranno l’aumento. Renzi colpisce l’immaginario. Ti dice cosa desideri sentirti dire, suscitando in te il desiderio di andare nella direzione che il desiderio indica”.