Il buono e il cattivo
Icardi e Maxi Lopez tra strette di mano mancate, tweet e Wanda Nara
Uno offre la mano, l'altro la rifiuta. Uno segna, l'altro sbaglia un rigore. Uno se la gode, dentro e fuori del campo, l'altro (forse) solo fuori. Sampdoria-Inter andava oltre la partita di calcio. Era il confronto a distanza tra Mauro Icardi e Maxi Lopez. Tra due che, la scorsa stagione, giocavano assieme, entrambi in blucerchiato. Tra due che, comunque, avevano già un destino diviso: il giovane Icardi pronto a trasferirsi all'Inter per andare incontro a un futuro radioso, lo stagionato Lopez in procinto di rientrare al Catania dall'ennesimo prestito, dopo essere stato illuso da una speranza di poter perfino fermarsi al Milan.
Uno offre la mano, l'altro la rifiuta. Uno segna, l'altro sbaglia un rigore. Uno se la gode, dentro e fuori del campo, l'altro (forse) solo fuori. Sampdoria-Inter andava oltre la partita di calcio. Era il confronto a distanza tra Mauro Icardi e Maxi Lopez. Tra due che, la scorsa stagione, giocavano assieme, entrambi in blucerchiato. Tra due che, comunque, avevano già un destino diviso: il giovane Icardi pronto a trasferirsi all'Inter per andare incontro a un futuro radioso, lo stagionato Lopez in procinto di rientrare al Catania dall'ennesimo prestito, dopo essere stato illuso da una speranza di poter perfino fermarsi al Milan. Rivali per contendersi una maglia sul campo, la normalità; rivali nel privato, l'inaspettata novità. Un passaggio di consegne segnato dall'avvicendarsi dei gusti di Wanda Nara, trasformatasi da prorompente moglie di Lopez - e madre dei loro tre figli - in torrida compagna del toyboy Icardi. Un matrimonio che si interrompe come mille altri nel calcio, una passione che si surriscalda come mille altre nel calcio. Ma con un paio di differenze rispetto al passato, fondamentali almeno per le nostre latitudini. Il fatto che ci fosse una donna in comune a due giocatori e che la suddetta si sia trasformata in ufficio gossip delle proprie pene d'amore, bypassando la stampa specializzata in materia. Un lavoro tambureggiante da parte dell'ex modella frustrata, che ha raccontato passo dopo passo su Twitter (e con il generoso contributo di Instagram) l'addio al tran tran casalingo e la riscoperta hot della cotta adolescenziale. Un profluvio di tweet, foto, emoticon da "Tempo delle mele" 2.0. All'inizio ha incuriosito, per parecchio ha divertito, infine ha infastidito fino al climax ascendente della settimana precedente la partita. Altro che parlare di uomini e tattiche, non c'è stato giornale, sito o programma televisivo che abbia presentato la partito come Maxi contro Maurito e non come Sampdoria contro Inter.
Difficile poter dire chi sia stato il buono o il cattivo della vicenda, almeno se si resta sul piano del pettegolezzo. In passato tale divisione era stata nettamente più precisa, almeno da altre parti. Basti vedere l'Inghilterra, dove simili vicende sono storia quotidiana. A tutti era chiaro che tra John Terry e Wayne Bridge, con Vanessa Perroncel oggetto della contesa, fosse il capitano del Chelsea il reprobo da bastonare. E tutti si erano schierati con il secondo quando – in due differenti occasioni – si era rifiutato di stringere la mano prima del match. Allo stesso modo era avvenuto (ma qui era il bersaglio era davvero facile da colpire...) quando Luis Suárez aveva negato a sua volta la mano a Patrice Evra: l'uruguaiano si era preso otto giornate di squalifica per insulti razzisti al difensore dello United e aveva preferito fare l'offeso piuttosto che scusarsi. Ma nel triangolo Icardi-Lopez-Nara tutto è più sfumato, perché non c'è un atto di tradimento preciso oppure un'offesa chiara. Confini che assumono invece una definizione precisa se ci si attiene a quanto accaduto sul campo. E allora diviene naturale applaudire Icardi e far indossare a Lopez il cappello dell'asino. L'attaccante interista si è fatto beffe del disdegnoso rifiuto dell'ex compagno ed ex amico, ma non soltanto. Lo sberleffo è giunto a coinvolgere la Gradinata Sud, presa per i fondelli con la mano portata all'orecchio dopo la rete del vantaggio. Come ai dire ai vecchi tifosi: "Non vi sento". Ma Icardi gli insulti pesanti li ha sentiti, eccome, anche quelli lanciati in panchina da Andrea Costa, un altro che giocava con l'argentino nella Sampdoria (a testimoniare il bel clima che si era instaurato da quelle parti). A far da contrappeso il modo bolso in cui Lopez ha battuto il calcio del rigore del possibile pareggio, parato senza fatiche apparenti da Samir Handanovic. Un passaggio che, unitamente all'espulsione di Eder, è stato l'inizio della fine per la Sampdoria dell'ambizioso Sinisa Mihajlovic. Un 4-0 in cui Icardi ha ancora infierito, realizzando la doppietta che l'ha fatto salire a otto reti stagionali. Una cifra che rende imbarazzante il confronto per Lopez, fermo a un misero due. E Wanda? A Marassi non si è fatta vedere e, tecnologicamente parlando, si è fatta attendere rispetto al passato. Un tweet poco prima della mezzanotte, nessuna parola e solo un paio di simboli: le due dita a indicare la v di vittoria e un cuore. Almeno lei, una volta tanto, ha saputo essere sobria.
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