Signor capo della Polizia, non dica mai più cretino a uno dei suoi

Stefano Di Michele

Che un poliziotto possa essere cretino è sicuro (più la categoria è vasta, più comprensibilmente la patologia è diffusa). Che il poliziotto di Roma sia cretino non è ancora detto. Nonostante il capo della Polizia, prefetto Pansa, abbia appunto detto – è un cretino, venga avanti! Il prefetto della capitale, prefetto Pecoraro, per non far torto prefettizio al collega prefetto Pansa suddetto, l’ha messa così: trattasi, nel caso dello sbirro artificiere, di comportamento “apparentemente inspiegabile”. Per non dire, e a voler essere maligni nell’intervista a Repubblica la cosa si potrebbe pure intendere, che “apparentemente inspiegabile” sia piuttosto la parola usata da Pansa.

    Che un poliziotto possa essere cretino è sicuro (più la categoria è vasta, più comprensibilmente la patologia è diffusa). Che il poliziotto di Roma sia cretino non è ancora detto. Nonostante il capo della Polizia, prefetto Pansa, abbia appunto detto – è un cretino, venga avanti! Il prefetto della capitale, prefetto Pecoraro, per non far torto prefettizio al collega prefetto Pansa suddetto, l’ha messa così: trattasi, nel caso dello sbirro artificiere, di comportamento “apparentemente inspiegabile”. Per non dire, e a voler essere maligni nell’intervista a Repubblica la cosa si potrebbe pure intendere, che “apparentemente inspiegabile” sia piuttosto la parola usata da Pansa. Più che nel fuoco della piazza, la parola “cretino” – con popolaresco richiamo alla mamma dello stesso sempre in vigile attesa – si era diffusa e persa sui palcoscenici dell’avanspettacolo. Rispetto a quello che in piazza si sente, più carineria che altro. Però, ecco, lo stesso sconcerta la definizione del prefetto capo della Polizia. Più convincente appare l’argomentare del prefetto della prefettura romana. Si vedrà, se cretino o meno, sia l’artificiere – e pure va fatta una distinzione, tra ciò che nel fuoco degli scontri avviene e ciò che è solo prevaricazione (orrenda prevaricazione) successiva. Insomma: non tutto è Diaz, non tutto è Bolzaneto.

    Non è così facile distinguere. Certo: bisognerebbe farlo. Gli sbirri composti e sobri e di statuaria reattività – se tutti potessero essere come il bravo celerino che è rimasto immobile, mentre la manifestante No Tav lo baciava sul casco a motivo di maggior disprezzo! I manifestanti: incazzati ma civili, decisi ma non teppisti – se tutti potessero essere come i bravi pensionati della Spi-Cgil! Così il mondo non è. Ma non solo il mondo, figurarsi: persino la piazza così non è. C’è qualcosa che è impossibile far finta non esista: il cronico teppismo che una serie di manifestazioni si trascina dietro. Non l’incidente che scoppia, non la situazione che sfugge di mano, il pazzo manifestante o il furente poliziotto incapaci di controllarsi. Non c’entra il caso, c’entra la strategia. Preordinati i disordini, preordinati gli agguati, preordinati gli assalti. Bastone e pietre, tute nere/tute blu, tiro al bersaglio ai palazzi del potere (la paranoica confusione che muta ogni rivendicazione in possibile assalto al Palazzo d’Inverno) – e quando i palazzi del potere sono inavvicinabili, cioè sempre, tiro al bersaglio agli uomini in divisa. Questo sempre.

    [**Video_box_2**]Se il poliziotto della manifestazione di Roma è andato oltre, è giusto che paghi. In fondo, se fai il poliziotto è logico che i tuoi nervi siano più saldi di quelli degli scombinati che fronteggi. Però la lagna dei “rivoluzionari” tra il bed & breakfast e l’happy hour – che vorrebbero il diritto di assaltare e devastare ciò che più gradirebbero devastare e assaltare – e il perenne lamento (che le mejo cronache sempre registrano) sulla polizia “schierata in massa”, le forze dell’ordine in “formazione imponente”, “molto ben armate e attente” (come dovevano essere: schierate isolate, in formazione impotente, molto disarmate e disattente?), se non avvenisse in un contesto tragico sarebbero comiche. Più che lotta per la democrazia, teatro di Petrolini.

    Però, ecco: cretino è parola che il signor prefetto capo della Polizia (di solito così attento, di solito di così buon senso) avrebbe potuto non usare. Perché, piuttosto che indicare un colpevole, esprime un dileggio. Meglio un’espressione più forte, se necessaria, ma non lo sberleffo. Forse quello sbirro è andato oltre. Forse non doveva. Forse è meglio che stia a casa. Però, quella sorta di drammatica tauromachia che così spesso va in scena sulle piazze può sfibrare. Ed è cosa diversa, dalla mattanza dentro una scuola o una caserma. Milleduecento euro al mese non danno diritto a eccedere, mai. Ma per essere alla fine solo un cretino, sono pure troppi. O troppo pochi.