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"Non fateci fare la fine di Alitalia". La svolta buona di Air France
Da oppositori intransigenti a collaborativi partner, causa crisi. E' la svolta buonista dei principali sindacati di Air France, compagnia dove lo stato francese è il socio singolo più forte col 15 per cento delle quote. Con una lettera pubblicata dalla Tribune le otto sigle sindacali hanno cercato l'attenzione del nuovo primo ministro Manuel Valls: chiedono all'Eliseo di rivedere una tassazione eccessiva, anche sul costo del lavoro, e di mettere fine o limitare la concorrenza "sleale" dei vettori del golfo e dei treni dell'alta velocità che pesano sul vettore di bandiera. La preghiera è di non fare la fine dei colleghi di Alitalia. "La posta in gioco è enorme per la Francia.
Da oppositori intransigenti a collaborativi partner, causa crisi. E' la svolta buonista dei principali sindacati di Air France, compagnia dove lo stato francese è il socio singolo più forte col 15 per cento delle quote. Con una lettera pubblicata dalla Tribune le otto sigle sindacali hanno cercato l'attenzione del nuovo primo ministro Manuel Valls: chiedono all'Eliseo di rivedere una tassazione eccessiva, anche sul costo del lavoro, e di mettere fine o limitare la concorrenza "sleale" dei vettori del golfo e dei treni dell'alta velocità che pesano sul vettore di bandiera. La preghiera è di non fare la fine dei colleghi di Alitalia. "La posta in gioco è enorme per la Francia. Se non si fa nulla, Air France può scomparire (...) non vogliamo ritrovarci nella situazione di Alitalia o di Air France nel 1993 (sull'orlo del fallimento la società era stata salvata da una ricapitalizzazione di 3000.000.000 dello stato nel 1994)".
Air France è in rosso, ha perso più di sei miliardi di euro negli ultimi due anni e ha avviato un piano di ristrutturazione che prevede tagli al personale. Ora, dopo i sacrifici, è comprensibile che le principali sigle sindacali chiedano la collaborazione del management, l'attenzione del governo e lamentino condizioni salariali, fiscali e concorrenziali difficili, ma la missiva contiene risvolti ironici. Primo, la citazione di Alitalia come cattivo esempio – ma come? Non sanno che negli ultimi cinque anni Alitalia è stata gestita (male) dai capitani coraggiosi in condominio con i manager Air France? Secondo, la critica alla concorrenza sleale dei vettori arabi – ma come? Fingono di non sapere che proprio Etihad, che vorrebbe comprarsi Alitalia, è soprattutto uno dei vettori alleati di Air France? Va bene, saranno un po' in subbuglio – l'arrivo di un ex direttore di Air France come Jean-Pierre Jouyet li avrà rassicurati, i galletti riottosi saranno stati ridimensionati dal manganello del gendarme Valls – ma l'effetto collaterale di un'amnesia resta difficile da comprendere.
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