Tra poco si vota

Mario Sechi

Renzi entra in busta paga il 18 aprile, per gli amanti delle coincidenze pop, è lo stesso giorno in cui sulla rivista Action Comics (1938) compariva un personaggio chiamato Superman. L’iperbolico Matteo non è dotato di superpoteri, ma chiudendo la settimana del bonus Irpef ha calcato il pulsante start della campagna per le elezioni europee. Dal vangelo secondo Matteo: “Niente tagli alla sanità e agli insegnanti”. Tra poco si vota. E l’effetto Renzi ci sarà.

    Renzi entra in busta paga il 18 aprile, per gli amanti delle coincidenze pop, è lo stesso giorno in cui sulla rivista Action Comics (1938) compariva un personaggio chiamato Superman. L’iperbolico Matteo non è dotato di superpoteri, ma chiudendo la settimana del bonus Irpef ha calcato il pulsante start della campagna per le elezioni europee. Dal vangelo secondo Matteo: “Niente tagli alla sanità e agli insegnanti”. Tra poco si vota. E l’effetto Renzi ci sarà. E Berlusconi lo sa meglio di tutti: “Ritengo sia un miracolo che Forza Italia sia al 20 per cento, due settimane fa addirittura al 21 e qualcosa e se pensa che dall’altra parte abbiamo Renzi, bravissimo comunicatore che i fine settimana sta in televisione oltre 5 ore e invece Berlusconi manca dall’11 novembre del 2011, con una pausa di presenza di 35 giorni nel febbraio del 2013”. E’ giovedì 17 aprile, sono appena scoccate le cinque della sera e Berlusconi entra nel campo da gioco mettendo un due davanti al risultato del suo partito. Non sarà facile. E lo certifica così: “Sono spaventato dai sondaggi che indicano il 46-47 per cento dei cittadini che non andranno a votare alle europee”.

    I sondaggi. Materiale infiammabile. Ma la citazione di Berlusconi sollecita e solletica lo scenario. Poso il taccuino, prendo il telefono. Chiamo Antonio Valente, di Lorien Consulting. Come andrà? “Scenario fluido, ma le tendenze diventano sempre più limpide: forte affermazione di Renzi, legata a un giudizio positivo sul governo. Il consenso per il segretario del Pd non è politico, ma culturale. Con una forte astensione, Renzi può fare numeri altissimi. E i partiti nella sua scia avranno dei vantaggi. Cupezza intorno al progetto Forza Italia, al di là della mobilitazione di Berlusconi. Cinque stelle molto più volatile che in passato. Lega in forte recupero”. Clic. I numeri di Renzi sono da nuova Balena bianca. Andrà così? Sabato 12 aprile Renato Brunetta vede e prevede: “Berlusconi dà il meglio di sé quando è in difficoltà. Adesso siamo in difficoltà e quindi siamo nella situazione migliore”. Sono le 12 e 25, Renzi è in campagna elettorale a Torino e dà una spettinata ai boccoli di Grillo: “Lasciamolo nel suo brodo”. Intanto in pentola stanno bollendo le nomine nelle aziende partecipate dallo stato. Girandola di nomi, l’indice di Matteo è già piazzato sul tasto reset. La domenica fa 13 (aprile) e sul menù c’è un fritto misto: Paolo Bonaiuti va con Alfano, Mara Carfagna resta ma non si candida in Europa, Maurizio Lupi fa il maratoneta per Strasburgo, Giorgio Lainati assicura che è immobile, Fabrizio Cicchitto e Giovanni Toti se le suonano ancora, stavolta sul grande tema delle “braccia rubate all’agricoltura”.

    Saluti istituzionali - Lunedì 14 aprile al risveglio Jole Santelli ammonisce: “Nessuno osi dire che me ne vado”. Azzurra per sempre. Mentre Maurizio Gasparri scopre le virtù della retorica ornitologica renziana: “Chi gufa avrà sorprese, Forza Italia mira alla vittoria”. Tutto accade mentre Brunetta scrive al presidente della Repubblica una lettera sul Def (“Servirà una manovra correttiva”) e alle ore 19 e 42 l’agenda del Quirinale fa suonare il gong delle nomine: “Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto oggi al Quirinale l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni”. Saluti istituzionali. I nomi dei nuovi manager di stato arrivano dopo le 20, donne alla presidenza e amministratori delegati scelti dall’interno. Renzi ha fatto il sottosopra e ora incontra Berlusconi.

    Graziano Delrio il giorno dopo (martedì 15 aprile) chiosa: “Il patto tiene, Berlusconi lo rispetterà”. E poi è il giorno dell’agibilità, farà la campagna elettorale e fa sapere di esser “contento di fare volontariato”. Reality in arrivo. Il patto tiene. Maria Elena Boschi, capo della divisione panzer renziana, fissa la data del primo sì in Aula alla riforma del Senato: “Per noi l’obiettivo è il 25 maggio”. Rullo compressore. Che passa sopra il totem del pareggio di bilancio. Serve tempo, un altro anno. Lo chiede e ottiene in Aula giovedì alle 14 e 23 il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Se può attendere il paradiso, figuriamoci l’Europa. Messaggio per Olli Rehn: stai sereno, si vota.
    Mario Sechi