Alleati divisi
Obama striglia gli europei e annuncia nuove sanzioni contro la Russia
Il rimprovero di Barack Obama agli europei è arrivato in forma pubblica domenica mattina, durante una tappa del tour asiatico, dopo la conference call organizzata per convincere i partner europei del G7 dell’urgenza di sanzioni contro la Russia. “Saremo in una posizione molto più forte per scoraggiare Vladimir Putin, quando vedrà che gli Stati Uniti e l’Europa sono uniti invece di continuare a considerare questo solo come un conflitto russo-americano”, ha detto il presidente americano. Ieri la Casa Bianca ha annunciato nuove sanzioni contro la Russia per le provocazioni in Ucraina, inserendo altre sette personalità e 17 imprese nella lista nera adottata dopo l’annessione della Crimea.
Il rimprovero di Barack Obama agli europei è arrivato in forma pubblica domenica mattina, durante una tappa del tour asiatico, dopo la conference call organizzata per convincere i partner europei del G7 dell’urgenza di sanzioni contro la Russia. “Saremo in una posizione molto più forte per scoraggiare Vladimir Putin, quando vedrà che gli Stati Uniti e l’Europa sono uniti invece di continuare a considerare questo solo come un conflitto russo-americano”, ha detto il presidente americano. Ieri la Casa Bianca ha annunciato nuove sanzioni contro la Russia per le provocazioni in Ucraina, inserendo altre sette personalità e 17 imprese nella lista nera adottata dopo l’annessione della Crimea. L’Ue ha seguìto la leadership americana: gli ambasciatori dei 28 hanno deciso di imporre il bando sui visti e il congelamento degli attivi patrimoniali ad altri 15 responsabili russi. Ma le sanzioni europee sono molto più blande di quelle americane. L’Ue non sembra ancora pronta a imboccare la cosiddetta “fase 3”: le sanzioni economiche, commerciali e finanziarie su cui Obama preme. “Il lavoro per preparare le misure della fase 3 è in corso”, spiega al Foglio una fonte comunitaria. “Ma c’è ancora margine per la fase 2, aggiungendo alla lista europea nomi di personalità russe, organizzazioni e imprese”.
Obama ieri ha spiegato che gli Stati Uniti “tengono di riserva” più ampie sanzioni contro l’economia russa per fronteggiare ulteriori “aggressioni”. Secondo il New York Times, dentro l’Amministrazione il fronte unito con gli europei sulle sanzioni è contestato. Coordinarsi con l’Ue, alla fine, significa concedere a Cipro e Malta un diritto di veto sulle scelte politiche americane. Dentro e fuori la Casa Bianca, c’è chi è convinto che, se Washington agisse unilateralmente, gli europei seguirebbero l’esempio americano. Per il momento, Obama non ha cambiato idea: “Penso che la nozione secondo cui andare avanti da soli con sanzioni settoriali senza gli europei sarebbe il deterrente più efficace nei confronti di Putin è empiricamente sbagliata”. Ma che il presidente americano voglia cambiare passo lo si intuisce dai bersagli delle sanzioni: Obama ha decretato un embargo militare, vietando le licenze alle esportazioni per materiale ad alta tecnologia che potrebbe contribuire alle capacità militari russe. La lista nera pubblicata dal Tesoro include Igor Sechin, a capo del colosso petrolifero Rosneft. Tra le imprese prese di mira ci sono banche e società energetiche, ma soprattutto il Volga Group fondato da Gennady Timchenko.
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Colpendo Sechin e Timchenko, Obama ha inviato un messaggio all’Ue: d’ora in poi, gli Stati Uniti non guarderanno agli interessi degli europei. La compagnia petrolifera britannica Bp è un’importante azionista di Rosneft. Oltre ad avere una quota nella Saras dei Moratti, il gruppo di Sechin in marzo è diventato il socio forte di Pirelli con il 13 per cento contro il 10 di Marco Tronchetti Provera. In Germania, Rosneft possiede il 50 per cento di Ruhr Oel, che ha quattro raffinerie. Volga Group ha sede in Lussemburgo e ha investimenti in Svezia (nel settore aereo e forestale), Finlandia (hockey) e Germania (assicurazioni). Timchenko ha passaporto finlandese, e ottimi contatti nelle capitali europee (è stato decorato dalla Francia con la Legione d’Onore un anno fa). Gli europei sono divisi, Italia e Germania guidano il fronte antisanzioni. Non è escluso un vertice di emergenza dei ministri degli Esteri, e la Commissione ha inviato alle capitali le misure della “fase 3” che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbero avere un impatto negativo sul pil europeo dello 0,5-1 per cento.
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