L'uomo che tace

Annalena Benini

Mentre il mondo gira François Hollande tace, deciso a non fare entrare il mondo nella sua vita privata. Tace su Valérie Trierweiler, tace su Julie Gayet, tace su Ségolène Royal e lascia che siano i loro sorrisi da alligatori a sbrigarsela. Lui vuole solo vivere la sua vita, in silenzio, anche in modo goffo, ma senza mai spiegare nulla, tantomeno l’immagine non eroica di un presidente che va a trovare la sua amante a cavallo di uno scooter e con un casco integrale, ma stretto alla guardia del corpo, al posto del passeggero.

    Mentre il mondo gira François Hollande tace, deciso a non fare entrare il mondo nella sua vita privata. Tace su Valérie Trierweiler, tace su Julie Gayet, tace su Ségolène Royal e lascia che siano i loro sorrisi da alligatori a sbrigarsela. Lui vuole solo vivere la sua vita, in silenzio, anche in modo goffo, ma senza mai spiegare nulla, tantomeno l’immagine non eroica di un presidente che va a trovare la sua amante a cavallo di uno scooter e con un casco integrale, ma stretto alla guardia del corpo, al posto del passeggero. “Il presidente che voleva vivere le sue vite” è il libro di una giornalista dell’Express, Elise Karlin, che cerca di raccontare, sperando nello scandalo, gli amori e gli inciampi di Hollande, intrecciati sempre con l’Eliseo, con la paura di perdere consensi, con il terrore che Valérie, “mon amour” sul telefonino e “la donna che ha rovinato gli anni migliori della mia vita” nelle confessioni private, ceda al corteggiamento del direttore editoriale di Albin Michel e scriva le sue memorie, la personalissima versione dei due anni all’Eliseo (e il prima e il dopo) con l’uomo che taceva sempre e passava la notte fuori. L’uomo che nemmeno agli amici più intimi, negli ultimi giorni con Ségolène, ben prima di arrivare all’Eliseo e trasformare la sua vita, aveva confermato quel che tutta Parigi mormorava da tempo: davvero stai con una giornalista di Paris Match? A noi puoi dirlo, vuota il sacco. “Macché, tutte scemenze”, rispondeva Hollande il sobrio, Hollande il grigissimo. La filosofia è semplice: negare sempre. Garantisce la libertà, almeno fino ai croissant portati a letto, almeno fino alla volontà femminile di far esplodere tutto: Hollande avrebbe voluto diffondere il comunicato della fine consensuale di un amore, dopo le rivelazioni del rotocalco Closer sull’amante del presidente, avrebbe voluto fare meno rumore possibile, qualcosa di simile al “conscious uncoupling” che hanno usato, mesi dopo, Gwyneth Paltrow e Chris Martin per annunciare la separazione. L’uomo che ama (poco) le donne non voleva lacrime, confessioni, complicazioni.

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    Come sempre, voleva lasciare agli altri, alle altre, alle donne alligatore che gli nuotano intorno, il compito di risolvere i problemi: invece Valérie ha preteso che lui si assumesse tutta la responsabilità di quell’espulsione dall’Eliseo, che finalmente ammettesse: sono stato io. Secondo l’autrice di questo libro, Hollande ha sempre evitato di tuffarsi nella fossa dei coccodrilli: se Valérie faceva sparire tutti gli inviti ufficiali che prevedevano la presenza di Ségolène Royal all’Eliseo o alle cerimonie importanti, lui fingeva di non accorgersene. Cercava di spostare gli appuntamenti, di evitare i faccia a faccia: tacere con una mano e mandare sms con l’altra, ecco la strategia delle molte vite. Ora però che Julie Gayet potrebbe essersi stufata di tutto questo chiasso, o essere terrorizzata dalle conseguenze, o essere stata lasciata senza una parola, Hollande si è riavvicinato a Valérie, per paura o per amore. L’ha portata nel suo ristorante preferito, le ha comprato dei fiori, ha ospitato uno dei figli all’Eliseo. E intanto Ségolène, che aveva perso tutto, che non riceveva nemmeno più gli inviti per la proiezione privata del film su Yves Saint Laurent (anche se Valérie giura di averglielo mandato, e Ségolène nega di averlo mai ricevuto) si è seduta sulla riva del fiume ad aspettare, sempre con quel sorriso inscalfibile e durissimo, provato forse la notte piangendo davanti allo specchio, ed è diventata ministro. Innamorarsi, anche odiarsi, o semplicemente incastrarsi per un po’ con un uomo così è infatti un buon allenamento per tutte le altre cose della vita: insegna a fare tutto, sempre, da sole.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.