Il dito medio (Erga omnes) di Carlo de Benedetti

Lanfranco Pace

Non solo l’ex Cav. Anche l’antagonista, l’Ingegnere, sembra vivere in un universo parallelo in cui i fatti non si limitano ad accadere ma danzano. In un’intervista con Giovanni Minoli, in occasione del Festival della televisione di Dogliani e poi trasmessa da “Mix 24”, Carlo De Benedetti a 79 anni si libra tra congettura, fantasia e profezia. Dice di non credere in Dio ma nella natura, Papa Francesco però gli piace molto, è il più grande politico della terra, parla un linguaggio di verità e ha l’intenzione di scardinare quella fogna che è il Vaticano. Matteo Renzi?

    Non solo l’ex Cav. Anche l’antagonista, l’Ingegnere, sembra vivere in un universo parallelo in cui i fatti non si limitano ad accadere ma danzano. In un’intervista con Giovanni Minoli, in occasione del Festival della televisione di Dogliani e poi trasmessa da “Mix 24”, Carlo De Benedetti a 79 anni si libra tra congettura, fantasia e profezia. Dice di non credere in Dio ma nella natura, Papa Francesco però gli piace molto, è il più grande politico della terra, parla un linguaggio di verità e ha l’intenzione di scardinare quella fogna che è il Vaticano. Matteo Renzi? Pensava fosse solo un furbacchione, invece ha scoperto che è intelligente, una spugna, assorbe tutto, gran lavoratore, insomma un uomo di valore e malgrado abbia sostenuto in passato Bersani ora sta decisamente con lui. Ciò non toglie che secondo De Benedetti gli 80 euro siano uno spot elettorale senza prospettive future e che per il lavoro sarebbe stato meglio un contratto unico nazionale che desse al lavoratore l’occasione di imparare un mestiere e all’imprenditore l’interesse a tenerselo. Renzi ha fatto bene, assolutamente bene, a fare l’accordo con Berlusconi, ma non ci sarà la riforma del Senato, si andrà alle elezioni prima. Napolitano, cui il Pd sta profondamente sulle palle, si dimetterà entro la fine dell’anno. E come successore, lui vede un bel piemontese magro, alto come un corazziere, un Piero Fassino diciamo: questo però era quando ancora Fassino non aveva alzato il dito medio.

    Parla ovviamente male di capitalisti, tranne di se stesso. Agnelli, grande ambasciatore dell’Italia nel mondo, fu pessimo imprenditore. Per giunta appoggiò Etienne Davignon, suo avversario nella battaglia per il controllo della Société Générale de Belgique. Romiti distrusse la Fiat. Marchionne l’ha salvata che era già nel burrone e meriterebbe dieci per coraggio e immaginazione ma tre per comunicazione e sincerità, Fabbrica Italia è stata una bugia. John Elkann è solo un nipote. Valletta e Cuccia furono uomini degli americani: Valletta addirittura in modo palese, gli aiuti del Piano Marshall furono condizionati dal suo ritorno al comando. E sempre gli americani, temendo che la Olivetti potesse battere sul tempo Ibm, ammazzarono l’ingegner Chu. La Web tax sui profitti milionari realizzati in Italia da Google, Amazon e Facebook è più che giusta ma Renzi si è piegato al dettato dell’ambasciata americana.

    [**Video_box_2**]Omnitel invece è stata la più grande produzione di valore del Dopoguerra. Sorgenia, che fa parte della galassia De Benedetti e versa oggi in gravi difficoltà, non è stato un errore strategico: non era facile prevedere cambiamenti così rapidi nel mercato elettrico mondiale. Urbano Cairo non gli ha soffiato La7, di mezzo c’era Berlusconi e quindi in partenza non aveva chance. Sempre Berlusconi lo invitò a pranzo a casa di Gianni Letta e gli chiese di essere suo partner in una holding per imprese in difficoltà: lo fece solo nella speranza che i giornali del gruppo fossero meno aggressivi nei suoi confronti, perché è un corruttore, il più grande che abbia mai incontrato. E’ vero che c’è stato accanimento della magistratura contro di lui ma per reazione al suo accanimento contro i magistrati. Del gruppo De Benedetti fa parte anche una società che si occupa di Sanità e assistenza agli anziani: alla domanda se avesse accettato che si svolgesse lì l’affidamento ai servizi sociali del condannato Berlusconi, dice che sì, che lo avrebbe fatto curare da dio e che mai ne sarebbe uscito vivo. A De Benedetti piace sorprendere, affascinare. In Francia negli anni Ottanta lo accolsero come capofila dei nuovi capitani d’industria, gli intellettuali sembravano stregati da questo “Carlò”, così sorridente, così diverso dai lugubri patron di casa e così globale da battersi per la cancellazione del debito dei paesi del Terzo mondo. Ma il mito del condottiero italiano, così come esplose, altrettanto rapidamente svanì.

    • Lanfranco Pace
    • Giornalista da tempo e per caso, crede che gli animali abbiano un'anima. Per proteggere i suoi, potrebbe anche chiedere un'ordinanza restrittiva contro Camillo Langone.