Euro Visioni
Il convitato straniero di “Ballarò”, e lo straniero dissacrato chez Parenzo
Voglio andare ad Alghero con lo straniero, cantava Giuni Russo negli anni Ottanta, nella canzone che non poteva non colpire l’immaginario degli adolescenti di allora, costretti alla villeggiatura in famiglia e dunque sognanti di fronte alla strofa: “… Le corse sfrenate / su moto cromate / di sera l’estate…/ da sola ad Alghero…/ … con lo straniero…”. Ma ora con lo straniero bisogna andarci addirittura a Bruxelles e a Strasburgo, il 25 maggio – vedi la lista “L’altra Europa per Tsipras”, con candidato greco alla presidenza dell’Unione europea, o la lista “Green Italia-Verdi europei”, con candidata tedesca Ska Keller, trentenne eurodeputata uscente con studi universitari di Turcologia alle spalle.
Voglio andare ad Alghero con lo straniero, cantava Giuni Russo negli anni Ottanta, nella canzone che non poteva non colpire l’immaginario degli adolescenti di allora, costretti alla villeggiatura in famiglia e dunque sognanti di fronte alla strofa: “… Le corse sfrenate / su moto cromate / di sera l’estate…/ da sola ad Alghero…/ … con lo straniero…”. Ma ora con lo straniero bisogna andarci addirittura a Bruxelles e a Strasburgo, il 25 maggio – vedi la lista “L’altra Europa per Tsipras”, con candidato greco alla presidenza dell’Unione europea, o la lista “Green Italia-Verdi europei”, con candidata tedesca Ska Keller, trentenne eurodeputata uscente con studi universitari di Turcologia alle spalle. Accade così che Alexis Tsipras, compagno greco di Syriza, e Ska Keller, compagna verde tedesca, si ritrovino in collegamento a “Ballarò” come due improvvisi numi dell’Olimpo sopra le teste dei poveri ospiti dibattenti nel salotto-Floris. Roba dell’altro mondo paiono davvero, i due stranieri, con quel modo di parlare da gente che in patria è presa sul serio (cosa che spesso non capita ai loro seguaci italiani). E accade che Tsipras, traslato in studio con l’inevitabile intoppo di traduzione (subito sanzionato dai virulenti pro-Tsipras de noantri su Twitter), spiattelli in faccia ai comuni mortali seduti in studio che sì, lui da Atene sta seguendo “con molto interesse” la politica del premier Matteo Renzi, ma che “capisce” che “mentre Renzi cerca davvero di fare qualcosa in realtà si mostra seguace delle stesse politiche neoliberiste che ci hanno portato alla crisi” – e per carità “siamo tutti con Renzi” quando “cerca di ottenere qualcosa di più dalla Merkel”, diceva Tsipras con la stessa ieraticità dispensata al Teatro Valle occupato durante la presentazione della lista Spinelli&Co., eppure a suo avviso il medesimo Renzi non aveva “la forza” contrattuale per poter chiedere davvero. E non era finita, la lezione [**Video_box_2**]straniera in carne e ossa che di solito nei talk-show viene recapitata al telespettatore sotto forma di reportage dal paese nordico paradisiaco (abitato da tre gatti?) dove gli asili nido sono tanti e i mezzi pubblici vuoti e lo stipendio alto e gli espatriati italiani felici (ieri però a “Ballarò” un espatriato italiano in Olanda appariva scettico come la sua olandese consorte). Era ancora più amara, la lezione, ché la candidata verde Keller diceva, gentile ma implacabilmente: peccato, siete un paese dalle “grandi opportunità mancate” (corollario: investite nelle nuove energie pulite). Così lo straniero consacrato in video diventava occasione di autocoscienza su Twitter, con scontro tra eco-futurologi para-grillini e cinici industrialisti ex e post Pci. Ma la vendetta per l’ego nazionale arrivava il giorno dopo, sul sito del Corriere della Sera, quando lo straniero (Marine Le Pen) veniva dissacrato nella prima delle puntate della web-serie “Grazie Europa”, dove si vede un David Parenzo che scorrazza per scale mobili e bagni di Strasburgo, in cerca di euroscettici ed euroconvinti. Marine Le Pen appariva sulle prime sorridente, durante il colloquio con il neo-alleato “no-euro” Matteo Salvini, ma l’occasione diventava ghiotta per la domanda fatidica: “mi scusi, signora”, diceva Parenzo, “voi spesso quando parlate di Europa parlate di lobby, di banche… ma non le sembra un po’ un discorso da anni Trenta, da Germania nazista?”. E quando Le Pen ripeteva con veeemenza “oh, ouì… le banche, le lobby, le multinazionali…”, Parenzo provocava, aggiungendo un “… gli ebrei”. E Le Pen allora si inalberava scandalizzata: “E che c’entrano les juifs? L’ha detto lei, eh, solo lei…lei monsieur è un antisemita!”. E il cronista burlone a quel punto se ne andava, ridacchiando al pensiero “di quell’antisemita di nome David” per forza di cose straniero a se stesso.
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